L’inflazione in Argentina scende ai minimi da 4 anni e Milei ora punta sul cambio forte

L'inflazione in Argentina è scesa ai minimi da 4 anni nel mese di aprile e il presidente Milei guarda con favore al rafforzamento del peso.
1 mese fa
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Inflazione argentina in calo
Inflazione argentina in calo © Licenza Creative Commons

Era un dato molto atteso dopo che a marzo aveva sorpreso al rialzo. L’inflazione di aprile in Argentina è scesa al 47,3% dal 55,9% e ai minimi da 4 anni esatti. Per trovare un valore più basso, infatti, bisogna tornare indietro al mese di aprile del 2021. Gli analisti si aspettavano un dato al 47,7%. Su base mensile, la crescita dei prezzi al consumo ha rallentato al 2,8% dal 3,7%. Nei primi 4 mesi di quest’anno, l’inflazione cumulata è crollata all’11,6% contro il 64,9% dello stesso quadrimestre del 2024.

Milei punta sul cambio forte

C’era il timore che l’inflazione in Argentina tornasse ad accelerare su base mensile per effetto dell’eliminazione dei controlli sui capitali. Un mese fa, il presidente Javier Milei ha inaugurato una nuova fase della sua strategia di stabilizzazione economica. Il cambio può muoversi ora liberamente sul mercato, anche se in via temporanea all’interno di un range contro il dollaro tra un minimo di 1.000 e un massimo di 1.400 pesos.

Contrariamente alle attese, la svalutazione è stata limitata. Il cambio ufficiale si attesta a 1.131 contro un cambio al mercato nero rafforzatosi da 1.375 a 1.165 pesos contro il dollaro.

Proprio il cambio più forte contribuisce a rallentare la crescita dell’inflazione argentina. E quando mancano 5 mesi alle prossime elezioni per il Congresso, questo è un buon segno per il governo in carica. Milei vuole assecondare l’ottimismo che sta circondando in questa fase i tanto vituperati pesos, che egli stesso in campagna elettorali definì “escrementi”. A tale proposito, la banca centrale studia l’emissione di bond in valuta locale, ma acquistabili in dollari. Un modo per attirare valuta straniera e rimpinguare le riserve. C’è il rischio, tuttavia, che l’apprezzamento eccessivo del peso in termini reali riduca la competitività delle imprese e instilli il dubbio tra i cittadini circa un possibile futuro deprezzamento del cambio.

Taglio dei dazi per abbattere prezzi e produzioni sussidiate

Milei può verosimilmente beneficiare in questi mesi delle esportazioni di soia, che nel secondo trimestre di ogni anno si traducono in ingresso di dollari. La loro maggiore offerta tende a placare le pressioni ribassiste sul cambio. Nel frattempo, il mantenimento del surplus fiscale elimina alla radice la causa madre dell’inflazione in Argentina, cioè l’eccesso di spesa pubblica. Grazie a questi risultati, il presidente ha appena annunciato che dimezzerà sin da subito i dazi sulle importazioni di cellulari dal 16% all’8%. E dal prossimo gennaio li azzererà del tutto.

Per quanto riguarda i dispositivi elettronici importati, i dazi saranno dimezzati dal 19% al 9,5%. Per quelli fabbricati nella Terra del Fuoco, provincia a Sud dell’Argentina, saranno azzerati dall’attuale 9,5%. E’ arrivato il momento di iniziare a tagliare le tasse dopo l’austerità dell’ultimo anno e mezzo. E Milei inizia dalle importazioni per ridurre i prezzi interni. Basti pensare che un cellulare 5G costa qui il doppio rispetto a stati confinanti come il Brasile. L’abbattimento dei dazi punta anche a rilanciare la concorrenza dopo decenni di industrie sussidiate dallo stato.

Inflazione in Argentina giù, crescita del Pil su

E’ probabile che l’inflazione in Argentina continui a scendere a maggio su base mensile e che nell’intero 2025 si attesi al 31,8% per gli economisti interpellati dalla banca centrale. Il tutto accompagnato da una crescita del Pil attesa al 5,1% dopo una breve recessione nell’anno passato. Numeri che pendono tutti dalla parte del governo, che adesso punta a fare emergere buona parte dei 200 miliardi di dollari di economia sommersa con un’amnistia a favore di chi si autodenuncerà. Purché quel denaro entri in circolo per stimolare gli investimenti e la produzione. Il ministro dell’Economia, Luis Caputo, ci sta lavorando. Il piano arriverà certamente prima delle elezioni di metà mandato.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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