La dichiarazione annuale imposta soggiorno rappresenta un adempimento fiscale obbligatorio per tutte le strutture ricettive attive nei Comuni che hanno istituito il tributo.
Per l’anno in corso, il termine entro cui trasmettere la comunicazione riferita all’anno d’imposta 2024 è fissato al 30 giugno 2025. Si tratta di un obbligo che coinvolge albergatori, gestori di B&B, affittacamere e titolari di locazioni brevi, tenuti a fornire dettagli sui pernottamenti registrati e sulle somme effettivamente riscosse.
Origine e natura dell’imposta di soggiorno
L’imposta di soggiorno è un tributo locale previsto dall’articolo 4 del Decreto Legislativo n. 23/2011, la cui applicazione è demandata alla volontà dei singoli Comuni.
Possono istituire l’imposta solo i Comuni capoluogo di provincia, quelli ad alta vocazione turistica e le città d’arte, attraverso una specifica deliberazione del Consiglio comunale.
Nonostante la sua regolamentazione attuale sia piuttosto recente, l’istituto trova origine nel lontano 1910, quando fu adottato inizialmente in località termali e balneari. Solo successivamente, un Regio decreto ne ampliò l’ambito di applicazione a tutte le destinazioni turistiche del territorio nazionale.
La finalità del tributo è duplice: da un lato, contribuire al finanziamento di servizi pubblici locali destinati a sostenere l’afflusso turistico; dall’altro, responsabilizzare i soggetti che traggono profitto dalla ricezione degli ospiti.
Importi e modalità di calcolo dell’imposta soggiorno
L’entità dell’imposta di soggiorno è definita in base a criteri di proporzionalità, con un limite massimo di 5 euro per ciascuna notte trascorsa nella struttura. Tuttavia, esiste una deroga specifica per i Comuni che registrano un numero di presenze turistiche almeno venti volte superiore rispetto alla popolazione residente: in questi casi, la soglia massima può raggiungere i 10 euro a notte.
Le amministrazioni locali possono stabilire esenzioni parziali o totali, disciplinate nel proprio regolamento comunale. Solitamente, sono esclusi dal pagamento i minori, i disabili, i residenti, le guide turistiche e gli autisti di pullman, oltre ai lavoratori temporaneamente domiciliati per motivi professionali e ai membri delle forze armate in missione.
Adempimenti a carico dei gestori
Il soggetto obbligato alla gestione dell’imposta di soggiorno è il gestore o il titolare dell’attività ricettiva. Oltre alla raccolta dell’imposta presso gli ospiti, egli è responsabile del suo versamento al Comune di competenza. Il pagamento può essere effettuato secondo scadenze mensili o trimestrali, come stabilito dal regolamento dell’ente locale.
L’obbligo di inviare la dichiarazione annuale imposta soggiorno si affianca all’obbligo di versamento. Introdotto dall’art. 180 del Decreto Legge n. 34/2020 (cosiddetto “Decreto Rilancio”), l’invio telematico deve avvenire entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui sono stati riscossi i corrispettivi, utilizzando l’apposito servizio messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Un aspetto di rilievo riguarda il fatto che il gestore rimane tenuto al versamento anche nei casi in cui il cliente si sottragga al pagamento dell’imposta. Si configura, in questo senso, un regime di responsabilità oggettiva del gestore nei confronti dell’ente comunale.
Modalità di presentazione della dichiarazione imposta di soggiorno
La trasmissione della dichiarazione annuale imposta soggiorno deve avvenire esclusivamente in modalità digitale.
Il servizio dedicato si trova all’interno dell’area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate, accessibile tramite credenziali SPID, CIE o CNS.
Una volta effettuato l’accesso, è necessario navigare nella sezione “Dichiarazioni” e utilizzare la funzionalità “Dichiarazione telematica per l’imposta di soggiorno”. La compilazione può essere effettuata direttamente dal gestore oppure per il tramite di un intermediario abilitato, come commercialisti o Centri di Assistenza Fiscale.
Nel documento andranno indicati i dati anagrafici della struttura, il numero complessivo dei pernottamenti e l’importo dell’imposta incassata e versata durante l’anno precedente.
Sanzioni in caso di inadempienza
Il mancato rispetto dell’obbligo dichiarativo, sia in termini di omissione che di comunicazione non veritiera, comporta l’applicazione di sanzioni amministrative piuttosto severe. In particolare, è prevista una sanzione pecuniaria pari al 100% dell’imposta dovuta, che può arrivare fino al 200% nei casi più gravi.
Per evitare l’irrogazione delle sanzioni, è fondamentale che i gestori mantengano un sistema preciso di tracciabilità dei flussi turistici e degli importi riscossi, conservando ricevute e registrazioni contabili aggiornate.
Riassumendo
- La dichiarazione imposta soggiorno 2024 deve essere inviata entro il 30 giugno 2025.
- È un obbligo per tutte le strutture nei Comuni che applicano l’imposta.
- L’imposta varia da 5 a 10 euro per notte, secondo il Comune.
- Sono previste esenzioni per minori, disabili, lavoratori e altri soggetti specifici.
- Il gestore è responsabile del versamento, anche se l’ospite non paga.
- La dichiarazione va trasmessa online tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate.