Vediamo se per aprire un temporary store serve o no la partita IVA. Facendo leva, in particolare, sui chiarimenti da parte del Fisco. Partendo subito dal dire che in Italia anche per l’apertura di un temporary store l’apertura della partita IVA è tanto obbligatoria quanto inevitabile. In quanto, anche se magari è solo di per un breve periodo, si tratta di un’attività commerciale.

Detto questo, quella di aprire un temporary store è una scelta. Ed una tendenza che è in crescita anche in Italia.

Grazie a bassi costi ed ai ridotti adempimenti burocratici. Quelli finalizzati proprio all’apertura di un negozio temporaneo che, nella maggioranza dei casi, viene sfruttato per il lancio di un prodotto. O per la promozione di un evento.

Per aprire un temporary store serve la partita IVA? Ecco i chiarimenti del Fisco

Nel dettaglio, attualmente per aprire in Italia un temporary store gli adempimenti sono quelli tipici e relativi all’apertura di una bottega di vicinato. In quanto non c’è ad oggi, a differenza di altri Paesi, una legislazione ed una normativa fiscale specifica. Proprio per questi tipi di negozietti.

Detto questo, per aprire un temporary store serve la partita IVA, come detto, e bisogna fare attenzione alla durata dell’attività. Se nell’anno il negozio temporaneo è aperto per non più di 30 giorni. Allora nel caso l’attività commerciale esercitata sarà considerata di tipo occasionale.

Quali sono gli adempimenti previsti per i negozi temporanei aperti per più di 30 giorni all’anno

Per aprire un temporary store per più di 30 giorni all’anno, invece, l’attività commerciale esercitata non sarà più di tipo occasionale. Ma sarà abituale. In tal caso, oltre all’iscrizione alla Camera di Commercio, scatterà pure l’iscrizione alla gestione previdenziale INPS commercianti. L’altro adempimento obbligatorio, inoltre, è sempre rappresentato dalla presentazione al Comune competente per territorio della ‘SCIA’.

Rigorosamente e sempre in data antecedente a quella dell’inizio dell’attività.