I due si sono già visti più volte ai vari appuntamenti internazionali. Ma domani sarà la prima volta che la premier italiana Giorgia Meloni incontrerà il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Appuntamento alla Casa Bianca, Washington. Un evento che segna ufficialmente il riconoscimento dell’amministrazione americana del ruolo del governo italiano nelle vicende internazionali più “calde” del momento. Le posizioni di Meloni più apprezzate da Biden riguardano la guerra tra Russia e Ucraina e le relazioni con la Cina.

Italia fuori da Via della Seta

La Casa Bianca esterna da tempo di vedere l’Italia come un alleato solido nella difesa di Kiev contro Mosca. Così come all’Unione Europea, anche agli Stati Uniti piace la posizione granitica con cui Meloni appoggia gli sforzi internazionali per sconfiggere il Cremlino. Ma c’è un altro dossier che sta molto a cuore al presidente Biden: la Cina. L’Italia nel 2019 siglò l’ingresso nella Belt and Road Initiative, più nota come Nuova Via della Seta. Siamo stati e rimasti l’unico paese del G7 ad avere aderito ad un simile progetto, indisponendo Unione Europea e Stati Uniti.

Entro pochi mesi Roma dovrà comunicare a Pechino se intende rinnovare o meno l’adesione. Il governo Meloni sarebbe intenzionata di no. Non solo avrebbe dalla sua parte Washington, ma oltretutto questi quattro anni non hanno esitato alcun vantaggio per l’economia italiana. La Cina ha investito molti più capitali in paesi come Germania e Francia, i quali non fanno parte del progetto. Ma Meloni non vuole neanche irritare più di tanto il colosso asiatico, che avrebbe modo di farcela pagare con restrizioni ad hoc alle nostre esportazioni.

Nuovo ruolo geopolitico per Italia

La possibile soluzione consisterebbe nel portare a termine il quinquennio e disdire il suo rinnovo alla scadenza, anziché ritirarci in anticipo. Sebbene la premier abbia negato di avere avuto sollecitazioni in tal senso da Biden, è chiaro che di questo tema ne parleranno a quattrocchi.

Fosse per la Casa Bianca, la nostra uscita dovrebbe essere prima di subito, ma la stessa amministrazione si rende conto della necessità per gli stati europei di ritagliarsi margini di azione nei confronti del Dragone per allentare la dipendenza da esso.

Più in generale, incontro tra i due può essere l’occasione per confrontarsi sul futuro del riassetto internazionale. L’amministrazione americana da molti anni non vede di buon occhio la crescita del peso geopolitico della Germania. E’ l’asse franco-tedesco a impensierire, in quanto capace da solo di spostare l’Unione Europea verso posizioni non necessariamente combacianti con quelle degli Stati Uniti. L’Italia è considerata insieme a paesi come Polonia e Regno Unito un alleato possibile nella costruzione di una coalizione che faccia da contrappeso a Berlino e Parigi.

Meloni e Biden, possibile intesa su tlc e transizione energetica

Tra i possibili argomenti di discussione vi sono capitoli più immediati come le telecomunicazioni. Il fondo americano Kkr ha presentato un’offerta fino a 25 miliardi di euro per acquisire la rete di TIM. Da un punto di vista strategico, un investimento estremamente importante. La cessione riguarda anche Sparkle, la rete di cavi sottomarini per migliaia di chilometri da cui transitano le comunicazioni tra governi ed entità internazionali. Ad opporsi ad oggi è Vivendi, primo socio (francese) della compagnia con quasi il 24% del capitale.

Infine, bisogna ricordare che le esportazioni italiane negli Stati Uniti ogni anno superano le importazioni per un valore di circa 30 miliardi di euro. In pratica, la superpotenza incide per metà del nostro avanzo commerciale, il che rende l’intesa con il governo americano essenziale per l’economia italiana. Un tema ancora più sentito a seguito del varo dell’Inflation Reduction Act (IRA), un complesso di leggi che incentivano le produzioni in loco per allentare la dipendenza degli Stati Uniti dal resto del mondo nella fase delicata della transizione energetica.

Insomma, un potente sistema di sussidi che rischia di accentuare la fuga dell’industria dall’Europa e che ha messo in allarme Bruxelles.

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