Mancano 9 mesi alle prossime elezioni presidenziali in Francia, ma salvo un miracolo, François Hollande non otterrà un secondo mandato. Nessun sondaggio gli assegna nemmeno lontanamente una simile speranza. Se si ricandiderà, molto probabilmente si fermerà al primo turno e dovrà assistere dall’esterno al ballottaggio, che a quel punto si terrà tra la “dama nera” Marine Le Pen del Fronte Nazionale e il candidato neo-gollista, il quale sarà scelto con primarie ad ottobre. E’ probabile la destra schieri Nicolas Sarkozy, sconfitto da Hollande nel 2012.

Sempre i sondaggi ci spiegano che la Le Pen non avrebbe speranze di vincere al secondo turno, pur partendo con un vantaggio potenzialmente anche rilevante. Al ballottaggio, infatti, si creerebbe una larga coalizione spontanea contro di lei, in quanto gli elettori della gauche saranno costretti come nel 2002 a votare per il candidato della destra meno estrema per evitare di ritrovarsi all’Eliseo un presidente frontista.

Sondaggi Francia, Hollande senza speranze

14 anni fa, il padre di Marine, Jean-Marie, fu sconfitto da Jacques Chirac con un margine enorme: 80% contro 20%. Stavolta, però, la differenza sarebbe assai più bassa, ma è presumibile che sarà lo stesso ampia. Per dirla in breve, alle primarie dei Repubblicani, sarà scelto non il candidato alla presidenza dei neo-gollisti, bensì quasi certamente il prossimo presidente francese.

I socialisti guardano all’appuntamento con terrore. Hollande è estremamente impopolare, la tragica serie di attentati di matrice islamista ha solo indebolito la sua figura già in crisi per via dell’alta disoccupazione, la bassa crescita economica e l’incapacità di risolvere il problema dell’immigrazione e di mantenere l’ordine pubblico in un paese con 5 milioni di mussulmani.

 

 

 

Gauche molto debole

Non è nemmeno detto che sia lui a correre per un secondo mandato. In passato, aveva già annunciato che avrebbe potuto ritirarsi dopo i primi 5 anni, ma paradossalmente è proprio l’estrema debolezza dei socialisti a costringerlo a una corsa quasi impossibile.

Al suo posto, infatti, potrebbe candidarsi, in teoria, il premier Manuel Valls, più centrista e che fino a pochi mesi fa veniva considerato con qualche chance in più di approdare al secondo turno.

Tuttavia, oggi come oggi anche il governo è molto impopolare e non solo per via degli attacchi terroristici iniziati nel novembre scorso in suolo francese, bensì pure per la “Loi Travail”, la riforma del lavoro, che volendo flessibilizzare le norme su assunzioni e licenziamenti, ha incrinato il rapporto tra la base storica della gauche e i suoi leader.

Sarà sfida tra Sarkozy e Le Pen

Senza quel miracolo di cui dicevamo, i socialisti dovranno turarsi il naso e scegliere al ballottaggio tra Sarkozy e Le Pen. Poiché i temi dominanti della campagna elettorale saranno la lotta al terrorismo, la sicurezza, l’immigrazione, oltre che la crisi economica e la sovranità della Francia nei confronti dell’Europa, la sinistra sarà costretta a optare, in ogni caso, per tematiche molto di destra, estranee alla propria filosofia politica.

C’è un grosso rischio, che qualsivoglia candidato conservatore corre contro la Le Pen, ovvero che non riesca a mobilitare sufficienti elettori avversari della gauche per prevalere al secondo turno. Nessuno a sinistra vorrebbe mai vedere la frontista all’Eliseo, ma quanti effettivamente usciranno di casa tra 9 mesi per votarsi un Sarkozy? Saranno più di quanti, invece, galvanizzati da un’occasione irripetibile, si recheranno ai seggi per avere la prima donna presidente?