Anche nel mese di settembre, la produzione industriale francese mostra una variazione congiunturale nulla, com’era accaduto in agosto, pur sempre meglio delle attese, che erano per un calo dello 0,2-0,3%, a conferma del clima che si respira ormai da tempo a Parigi. Cresce la produzione manifatturiera dello 0,6%, ma i dati sul Pmi di ottobre hanno indicato una contrazione, per cui ci sarebbe ben poco da gioire. APPROFONDISCI – L’Eurozona sempre più divisa: migliorano Germania e Spagna, è crisi nera in Francia La disoccupazione è al 10,2%, pari a 3,4 milioni di persone alla ricerca di un lavoro. Da quando François Hollande è in carica, è salita per 27 mesi su 30, complessivamente di 508.600 unità. Di più: questo è il terzo anno di stagnazione dell’economia francese e i conti pubblici peggiorano, anziché migliorare, con un deficit al 4,4%, un debito pubblico che potrebbe toccare il 100% del pil entro i prossimi 2 anni e un governo senza una linea apparentemente coerente. Ieri, un’intervista al TF1 è stata l’occasione per fare il punto con Hollande sui suoi primi 2 anni e mezzo di presidenza. E’ a metà mandato esatto, ma la sua popolarità è del 13%, il dato più basso mai rilevato per un presidente in carica, che si confronta con il 38% di cui godeva il predecessore Nicolas Sarkozy, dopo due anni e mezzo al potere. APPROFONDISCI – La Francia è sotto pressione. Hollande e Valls sbattono contro le agenzie di rating e la UE
La fine di Hollande
Hollande ha promesso che non ci saranno nuove tasse, oltre quelle già annunciate e ha dichiarato che se la disoccupazione non dovesse scendere da qui ai prossimi 2 anni e mezzo, che lo separano dalla fine del mandato, non si ricandiderà alle elezioni presidenziali del 2017 per un secondo incarico.
Il presidente ha detto che il suo obiettivo sin dall’inizio è stato di lottare contro la disoccupazione, per cui, se fallisse, non si presenterà nuovamente agli elettori. Un discorso drammatico, che rimarca tutte le debolezze politiche dell’attuale governo e dell’Eliseo. In meno di 28 mesi, Hollande ha cambiato tre governi e viene accusato a destra di essere lassista, a sinistra di avere abbracciato senza se e senza ma la politica dell’austerità della Germania. Ma a stravolgere l’assetto politico della Francia è l’avanzata del Fronte Nazionale di Marine Le Pen, anti-UE e anti-euro, che dopo avere vinto le elezioni europee con il 25% dei voti e avere riportato successi anche alle municipali della tarda primavera, adesso guida i sondaggi anche per il futuro rinnovo dell’Assemblea Nazionale e per la sfida delle presidenziali. Nelle scorse settimane, l’ex ministro del Lavoro socialista e oggi sindaco di Lille, Martine Aubry, ha apertamente criticato la posizione di Hollande e del premier Manuel Valls sull’economia, di fatto candidandosi a sfidare i due in un probabile confronto dentro al Partito socialista, che si terrà prima delle prossime elezioni presidenziali. APPROFONDISCI – Francia, Aubry sfida Hollande e Valls: serve una nuova politica economica Francia, il premier Valls alla Germania: basta austerità, attenti a come parlate al Sud Europa