Michel Platini è stato arrestato ieri dalla polizia giudiziaria di Nanterreper per essere interrogato sul suo ruolo nella vicenda che alla fine del 2010 portò all’assegnazione dei Mondiali di Calcio 2022 al Qatar. Poche settimane prima, esattamente in data 23 novembre, si svolse all’Eliseo una cena riservata tra l’allora presidente Nicolas Sarkozy (a sua volta, tempo fa fermato dalla polizia), lo stesso ex calciatore e allora presidente UEFA e l’emiro qatarino Tamin Ben Hamad Al Thani.

Mondiali di calcio in Qatar nel 2022 tra stadi spettacolari e tifosi senza birra

Il caso giudiziario getta lunghe ombre sulle modalità affatto trasparenti, attraverso le quali il Qatar ottenne 9 anni fa l’assegnazione dei Mondiali di Calcio per il 2022.

Lo stesso ex presidente della FIFA, Josef Blatter, denunciò ai tempi di essere rimasto sorpreso, essendovi stato in precedenza un accordo per far disputare la massima competizione calcistica in Russia nel 2018 e negli USA nel 2022. Sostenne di essere stato informato da Platini che egli avrebbe appoggiato l’emirato su pressione di Sarkozy.

Il caso Paris-Saint-Germain

Non siamo giudici e non disponiamo delle carte per potervi dire se le cose stiano davvero così. Una cosa possiamo dirvela, invece: guarda caso, da quel 2010 in poi, il calcio francese non ha fatto che guadagnare grazie al Qatar. Poco tempo dopo che l’emirato ottenne l’assegnazione, lo stesso sceicco Al Thani acquisisce il 70% del Paris-Saint-Germani per un prezzo compreso tra 30 e 40 milioni di euro. Senonché, la Camera investigativa della UEFA nel 2013 indagò sulle sponsorizzazioni in favore della squadra di calcio parigina, arrivando a conclusione che i 215 milioni di euro incassati grazie all’autorità per il turismo del Qatar fossero di gran lunga superiori al valore di mercato dello sponsor. E non parliamo di scostamenti di poco conto: 3 milioni, anziché 215.

In buona sostanza, la UEFA stimò che lo sponsor, un ente pubblico qatarino, avrebbe iniettato alla luce del sole centinaia di milioni di euro al PSG, in barba alle regole del “fair play finanziario”, mascherandole con contratti pubblicitari dal valore evidentemente spropositato.

Sempre la UEFA ottenne che il valore di quello sponsor fosse ridotto a 100 milioni, ma per le casse del PSG non cambiò nulla, perché i restanti 115 milioni vennero percepiti attraverso due nuovi sponsor, chiaramente sempre di società qatarine. Ancora oggi, ad esempio, sulla maglia il logo “ALL” ha soppiantato quello di Emirates con un contratto di 50 milioni a stagione e gli altri due loghi secondari arrivano sempre dal Qatar.

Il contratto di Neymar rianima il calcio francese: Ligue 1 verso diritti miliardari

Soldi a valanga dal Qatar per il calcio francese

Non è finita. Sempre per pura coincidenza (“a pensare male si fa peccato, ma spesso s’indovina”, disse un tempo Giulio Andreotti), il broadcaster qatarino Al Jazeera offrì alla Ligue 1 poco tempo dopo ben 90 milioni per ciascuna delle stagioni dal 2012 al 2016, al fine di aggiudicarsi i diritti TV internazionali relativi a un solo lotto, relativo alle partite di venerdì sera e di domenica pomeriggio (ore 14.00). E la sua controllata BeIn Sport ha di recente offerto 80 milioni all’anno per le stagioni 2018-2014 per trasmettere due sole gare a settimana. Considerando il livello mediocre del calcio francese, stupisce che un’emittente strapaghi così tanto le gare da mandare in onda.

Eppure, nonostante tentativi di sanzionare l’evidente trasgressione delle regole del “fair play finanziario”, qualche mese fa il TAS di Losanna, lo stesso che tiene da mesi il Milan con il fiato sospeso, ha accolto il ricorso del PSG contro la sentenza UEFA di condanna e relativa ai conti del triennio 2015-2017 per un problema procedurale. Insomma, la più importante squadra di calcio francese continua a permettersi il lusso di tenere in rosa giocatori del calibro di Neymar, avendolo strappato al Barcellona dietro il pagamento di una clausola rescissoria monstre da 222 milioni.

Per non parlare di talenti come Dani Alves, Kylian Mbappé, Thiago Silva, Edinson Cavani, Angel Di Maria e Marquinhos. Solo questi giocatori percepiscono un monte-ingaggi di quasi 100 milioni netti all’anno, tutti soldi che arrivano dal Qatar e che falsano non solo il campionato francese, quanto le competizioni europee. E il risultato è che oggi il Milan rinuncia all’Europa League, pur con tutte le sue colpe, quando altri competitor continuano a prendersi gioco delle regole.

L’affare Neymar e quello scandalo legato a Sarkozy

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