Neymar da Silva Santos Junior o più semplicemente Neymar è a tutti gli effetti un attaccante del Paris-Saint-Germain e indosserà d’ora in poi la sua maglia numero 10, cedutagli da Javier Pastore, ex calciatore del Palermo, che si è subito offerto di aiutarlo a farlo sentire a suo agio. E certo che non potrà che essere ricevuto con tutti gli onori il più grande affare nella storia del calcio mondiale. Il club francese ha sborsato, infatti, la cifra astronomica di 222 milioni di euro solamente per strapparlo al Barcellona, con cui il giocatore brasiliano di 25 anni aveva nel 2016 siglato un contratto quinquennale fino al 2021 e che è stato rescisso dietro il pagamento della maxi-penale.

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Il caso Neymar diventa un precedente per il mondo calcistico e forse non solo per esso. Ad oggi, infatti, di cifre smisurate per acquistare un giocatore se ne erano sentite (il precedente record risaliva alla cessione di Pogba dalla Juventus al Manchester United per 105 milioni nel 2016), ma mai di tale livello e, soprattutto, mai per pagare una penale, alla quale va sommato lo stipendio netto di 30 milioni di euro all’anno per cinque anni, oltre a un bonus eventualmente riconosciutogli dal 2020 e che fa lievitare il conto totale del suo trasferimento a Parigi a oltre mezzo miliardo di euro.

Siamo dinnanzi a cifre giustificabili sul piano finanziario? Prestissimo per dirlo. Attorno a stelle come Neymar ruotano affari pluri-milionari, legati al merchandising e alla pubblicità, oltre che agli stretti risultati in campo. Risulta ancora possibile, ad esempio, comprare una maglia del brasiliano con la vecchia squadra a 99 euro. Business su business, che potrebbe rendere redditizio pur l’esoso investimento effettuato dalla famiglia reale del Qatar, proprietaria del PSG.

Polemiche sull’affare Neymar

Ma l’affare Neymar si è concretizzato tutt’altro che senza polemiche.

Non parliamo del solito moralismo dei media, che lascia il tempo che trova, quanto delle stesse modalità con le quali è stato finalizzato. Il legale del calciatore, Juan de Dios Crespo, aveva provato a depositare il maxi-assegno presso la Liga, la lega di serie A spagnola, che si è rifiutata di riceverlo, adducendo quale motivazione che, anzitutto, non agisce quale intermediario e che il PSG avrebbe violato le regole del fairplay finanziario volute dalla UEFA nel 2011. Queste impedirebbero acquisti non sostenuti dai ricavi, in modo che i club non s’indebitino eccessivamente.

E un attimo dopo avere ricevuto il pagamento, il Barcellona ha eliminato dal suo sito ogni riferimento al brasiliano, annunciando il possibile ricorso alle vie legali. Per quanto, infatti, la penale sia stata pagata, vi sarebbe pur sempre un contratto non onorato ad appena un anno di distanza dalla sua sottoscrizione. Neymar aveva già ventilato alla squadra catalana l’intenzione di lasciare dopo quattro stagioni.

Eppure, l’affare del secolo nel mondo del calcio potrebbe avere motivazioni extra-sportive alla sua base. Quasi come per un’incredibile coincidenza, si apprende da ieri che l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è indagato nel suo paese per possibili tangenti ricevute dal Qatar per l’assegnazione dei mondiali di calcio nel 2022, nonostante l’emirato registri temperature incompatibili con lo svolgimento di manifestazioni sportive di questa portata, tanto che l’appuntamento verrà spostato per la prima volta in inverno. (Leggi anche: Sarkozy, scoop su denaro preso da Gheddafi)

La Francia è stata tra i principali sponsor dei mondiali in Qatar, ma secondo gli inquirenti vi sarebbe di mezzo una possibile mazzetta sganciata dalla famiglia reale per aggiudicarsi la manifestazione, così come anche per ottenere la cessione nel 2010 del club parigino dall’allora proprietario Sebastien Bazin, legato sempre a Sarkozy da un’amicizia risalente al 1993, quando da sindaco di Neuilly sur Seine aveva gestito con successo la liberazione di 21 persone in una scuola elementare locale, prese in ostaggio da un uomo imbottito di 2 kg di tritolo, che minacciava di farsi esplodere.

Tra gli ostaggi vi era la figlia di Bazin.

Neymar come operazione simpatia del Qatar?

In sostanza, per gli inquirenti francesi Sarkozy sarebbe diventato un tramite per gli affari in Francia della famiglia qatarina. Vi chiederete cosa c’entri questo potenziale scandalo giudiziario con l’affare Neymar. In effetti, sembrerebbero del tutto slegati, ma la connessione per qualcuno sarebbe la seguente: il Qatar avrebbe provato a fare il colpaccio per rinfrescarsi l’immagine in un momento assai critico, tra inchieste dei magistrati su possibili tangenti per l’assegnazione dei mondiali e isolamento nel Medio Oriente da parte di diversi altri stati del Golfo Persico, tra cui l’Arabia Saudita, che hanno tagliato i rapporti diplomatici a giugno, accusando l’emirato di essere sponsor del terrorismo islamista e di avere stretto rapporti troppo stretti con l’Iran. (Leggi anche: Monarchie del petrolio contro il Qatar, ecco perché)

In pratica, gli sceicchi starebbero tentando un’operazione simpatia per guadagnarsi il consenso in Europa, temendo un isolamento ancora peggiore nel caso in cui dalle inchieste giudiziarie emergessero riscontri alle accuse. Neymar sarebbe quel “panem et circenses” di romana tradizione, che si rivelerebbe particolarmente utile nei momenti più difficili per un potere politico. Nulla da togliere all’attaccante brasiliano, intendiamoci. Se varrà la cifra record spesa fino all’ultimo euro, però, lo vedremo.