Perché il taglio dell’IRPEF si avvicina e per quali contribuenti

Il governo dovrebbe mettere al più presto a punto il taglio dell'IRPEF per i contribuenti, che è una richiesta arrivata da Forza Italia.
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4 settimane fa
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Taglio IRPEF per i contribuenti
Taglio IRPEF per i contribuenti © Licenza Creative Commons

Sarà la volta buona per i contribuenti di vedersi alleggeriti di un po’ di IRPEF? La congiuntura politica porterebbe a rispondere di sì. Nei giorni scorsi, partecipando al convegno dei commercialisti la premier Giorgia Meloni aveva promesso la riduzione delle tasse al ceto medio, ricevendo un’ovazione dei presenti. Poco prima era stato il suo vice e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ad invocare il taglio della pressione fiscale. La reazione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, era stata “fredda”: “abbiamo ancora due anni e mezzo di tempo”. L’altro vice e leader leghista Matteo Salvini punta alla pace fiscale con la rottamazione delle cartelle esattoriali.

Terzo mandato e legge elettorale

Poiché non è possibile per ragioni di bilancio accontentare tutti, o la spunta Tajani o Salvini. Ed è qui che la politica apre più di uno spiraglio in favore dei contribuenti sul taglio dell’IRPEF. In questi giorni, a Palazzo Chigi stanno discutendo di due riforme: terzo mandato per i governatori e legge elettorale. Il primo vede interessati in prima persona governatori come Vincenzo De Luca in Campania e Luca Zaia in Veneto, ma forse anche Michele Emiliano in Puglia. Ad oggi la posizione del governo è stata contraria, tanto da avere impugnato la legge regionale campana.

Cos’è cambiato? Il terzo mandato converrebbe al centro-destra per accontentare Zaia e lo stesso Salvini, che teme che il “doge” possa fargli le scarpe come segretario se lasciato inoccupato. In più, De Luca si ricandiderebbe anche senza il sostegno del PD e spaccherebbe il “campo largo”, che in Campania ha pronta la candidatura di Roberto Fico. Il centro-destra si darebbe una possibilità di vittoria e nel peggiore dei casi, pur perdendo, non farebbe vincere l’alleanza PD-M5S.

Quanto alla legge elettorale, il cruccio rimane la stabilità. E’ vero che il centro-destra trionfò nel 2022, ma a fronte di avversari divisi. L’attuale legge elettorale, che è in parte pseudo-maggioritaria e in parte proporzionale, fu scritta a suo tempo per non fare vincere nessuno. Meloni vorrebbe riscriverla in senso proporzionale, garantendo un premio di maggioranza al vincitore. La segretaria del PD, Elly Schlein, per ragioni diverse sarebbe almeno in parte favorevole.

Pronta contropartita per Tajani

Cosa c’entra tutto questo con il taglio dell’IRPEF per i contribuenti? Sul terzo mandato Tajani ha impuntato i piedi. Sostiene che non si venderà “per un piatto di lenticchie”. Punterebbe a strappare dagli alleati una concessione proprio sul fisco come contropartita. E la premier lo accontenterebbe, essendo già di suo più favorevole a intervenire sulle aliquote, anziché con un’ennesima rottamazione passibile di critiche da parte dell’opinione pubblica. Lo scambio in corso sarebbe questo: sì di Forza Italia a terzo mandato e riforma elettorale in cambio di un taglio dell’IRPEF. A favore di chi?

Quali contribuenti IRPEF beneficiari

Quando si parla di ceto medio, i contorni appaiono sempre molto fumosi. Esiste un corpaccione di contribuenti che paga gran parte dell’IRPEF e che attende un segnale dal governo di centro-destra. Il riferimento è a coloro che rientrano nel secondo dei tre scaglioni di reddito: tra 28.000 e 50.000 euro lordi all’anno.

Qualche calcolo spicciolo indicherebbe che vi rientrino in 7,5 milioni per un gettito complessivo intorno ai 70 miliardi. Ogni punto percentuale in meno pagato costerebbe allo stato 2 miliardi di euro di minore gettito. Poiché l’obiettivo immediato sarebbe di portare l’aliquota dal 35% al 33%, il costo ammonterebbe complessivamente a 4 miliardi.

In pratica, chi oggi dichiara 50.000 euro lordi, l’anno prossimo potrebbe risparmiare 440 euro, cioè circa 36,67 euro al mese. Non sono grosse cifre, lo sappiamo. Tuttavia, è un segnale che andrebbe nella giusta direzione. Se il bilancio lo consentisse, ci sarebbe anche la possibilità di estendere il primo scaglione oltre gli attuali 28.000 euro, così da abbassare drasticamente il carico IRPEF per alcuni contribuenti. Supponiamo che venisse portato fino a 35.000 euro. Chi dichiarasse questa cifra, si vedrebbe tassati gli ultimi 7.000 euro di reddito al 23% e non più all’attuale 35%. Il risparmio ammonterebbe a 120 euro per ogni 1.000 euro dichiarati, cioè a 840 euro nel nostro esempio (70 euro al mese). Da qui a fine legislatura ci sarà tempo per studiarne le modalità.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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