Canapa light legale in Italia: ecco quello da sapere su un atto rivoluzionario

Rivoluzione in Italia, produrre e vendere marijuana light sarà legale, ma che cosa cambia adesso?
di
7 anni fa
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Adesso è ufficiale. Produrre e vendere marijuana light in Italia sarà legale. Lo ha certificato nelle ultime ore una circolare del ministero dell’Agricoltura. Il governo italiano, dunque, dà il via libera al mercato delle infiorescenze, che potrebbe tramutarsi presto in oro per tutti quegli imprenditori che hanno fiutato – è proprio il caso di dirlo – l’affare quando ancora lo spazio in cui si operava era tendenzialmente grigio. Ecco quello che c’è da sapere sulla normativa relativa alla coltivazione e alla vendita della cannabis light nel nostro Paese.

Cosa ha detto il Ministero dell’Agricoltura

La nota del Ministero dell’Agricoltura (Mipaaf) recita quanto segue: “La coltivazione della canapa è consentita senza necessità di autorizzazione, che viene invece – sottolinea la circolare ministeriale – richiesta se la pianta ha un tasso THC superiore allo 0,2 per cento come previsto da regolamento europeo. Qualora – continua il Ministero – la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6 per cento, l’agricoltura non ha alcuna responsabilità. In caso – precisa il comunicato – venga accertato un tasso superiore allo 0,6 per cento l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione – conclude il Mipaaf – delle coltivazioni di canapa”.

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Notizia accolta con entusiasmo

Va da sé che la notizia è stata accolta con enorme entusiasmo da parte di coloro i quali sono già entrati nel business della vendita della marijuana light, tra cui Luca Marola, il fondatore Easy Joint, le cui dichiarazioni che seguono sono state riprese dal quotidiano Repubblica. Ecco quanto sostiene il signor Marola dopo l’annuncio da parte del dicastero italiano dell’Agricoltura: “Dopo un anno dal lancio della cannabis light questa è la nostra grande vittoria”, spiega il Ceo di Easy Joint. “Adesso – continua – tutti i lavoratori e coltivatori potranno festeggiare: la produzione e il commercio delle infiorescenza – sentenzia Marola – è stato finalmente riconosciuto anche dal ministero”.

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