Esattamente tra 3 settimane partirà il collocamento per l’emissione del nuovo BTp Italia, stavolta con scadenza 4 giugno 2032. Da martedì 27 a giovedì 29 maggio gli ordini saranno riservati agli investitori retail. Nella mattinata di venerdì 30 maggio sarà possibile la partecipazione ai soli investitori istituzionali. I tassi minimi garantiti saranno resi noti lunedì 26 maggio. Al termine del collocamento, potranno essere rivisti solamente al rialzo o confermati.
BTp Italia 2032 con cedola indicizzata
Il BTp Italia 2032 riconoscerà un premio fedeltà dell’1% alla scadenza, ma solamente a coloro che hanno sottoscritto il bond in fase di collocamento e che lo manterranno in portafoglio fino all’ultimo giorno.
In base alle attuali condizioni di mercato, immaginiamo che la cedola minima sarà fissata in area 2%. Essa risulta essere grosso modo agli stessi livelli attesi nel giorno in cui il Tesoro annunciava il nuovo collocamento.
Come sappiamo, questo genere di bond indicizza la cedola semestrale all’inflazione italiana del periodo. Un modo per offrire protezione all’investitore dalla perdita del potere di acquisto. Investimento più che azzeccato per una famiglia con la gestione dei risparmi improntata alla prudenza. Viene da chiedersi, però, se questo sia il momento adatto per effettuare un simile investimento. Il BTp Italia 2032 sarebbe realmente il bond che ci serve in questo momento?
Perché si parla di deflazione
La domanda è lecita per il fatto che da settimane sentiamo parlare di possibile discesa dell’inflazione, se non di una vera e propria fase di deflazione. Ne abbiamo scritto anche su questo giornale, tra l’altro riportando autorevoli dichiarazioni come quelle di Piero Cipollone, membro esecutivo della Banca Centrale Europea (BCE).
Qual è il senso di queste previsioni? A causa dei dazi americani, molte imprese europee saranno costrette a ripiegare sul mercato domestico per sopperire alle mancate esportazioni negli Stati Uniti. E le imprese cinesi potrebbero dirottare parte delle loro merci in Europa.
L’eccesso di offerta farebbe scendere i prezzi, portando a una fase transitoria di deflazione. Verosimilmente, la BCE reagirebbe abbassando ulteriormente i tassi di interesse per stimolare i prezzi al consumo, la domanda interna e indebolire il tasso di cambio. Se le cose andassero così, che senso avrebbe acquistare il BTp Italia 2032? Rischieremmo di ritrovarci in portafoglio una cedola più bassa di quella offerta dal bond del Tesoro con simile scadenza e tasso fisso.
Deglobalizzazione processo costoso
Il rischio esiste, ma bisogna considerare più aspetti. Il primo è che il BTp Italia 2032 dovrebbe essere considerata una polizza assicurativa a medio-lungo termine. Ci si protegge contro un evento che non sappiamo se si verificherà o se si verificherà nelle dimensioni attese. Ciò non implica che la protezione in sé sia sbagliata. E pur essendo probabile una fase di disinflazione più marcata delle previsioni passate, questa durerebbe alcuni mesi o qualche anno al massimo. Dopodiché, dovremmo fare i conti con i costi della deglobalizzazione in corso per effetto dell’accorciamento delle catene di produzione.
BTp Italia 2032 contro l’imprevedibilità dell’inflazione
La chiusura dei mercati non porta all’abbassamento dei prezzi, bensì al loro aumento. L’inflazione sarebbe destinata a lievitare strutturalmente nei prossimi decenni.
I portafogli obbligazionari dovrebbero essere rimpolpati di bond indicizzati come il BTp Italia 2032. Non è tanto e solo il livello dell’inflazione a rilevare, quanto la sua imprevedibilità. Se tutti sapessimo che nei prossimi tot anni l’inflazione fosse al 5%, ci premuniremmo di acquistare bond con un certo tasso cedolare. Ma il guaio è che l’inflazione, specie quando sale, può sorprendere al rialzo e generare perdite a quanti l’avevano prevista a livelli più bassi.
E quindi.. Che fare?? aprire un centro massaggi? Su quello il guadagno è certo, inflazione o non inflazione