BTp Italia 14 marzo 2028, ecco la cedola reale fissata dal Tesoro: conviene investire?

Il Tesoro ha comunicato la cedola reale minima garantita per il BTp Italia 14 marzo 2028, in emissione dal prossimo lunedì 6 marzo.
2 anni fa
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BTp indicizzati all'inflazione europea
BTp indicizzati all'inflazione europea © Licenza Creative Commons

Il Ministero di economia e finanze (MEF) ha reso nota nella giornata di oggi la cedola reale garantita agli obbligazionisti con il BTp Italia 14 marzo 2028 (ISIN: IT0005532715), in collocamento dal lunedì 6 fino a giovedì 9 marzo. Essa è stata fissata al 2%. Al termine della Fase 1, cioè dopo che si saranno concluse le sottoscrizioni riservate agli investitori individuali o retail, tale tasso potrà essere confermato o solo eventualmente aumentato. La Fase 1 si concluderà mercoledì 8 marzo alle ore 17.30. Il codice ISIN per gli investitori istituzionali sarà indicato al termine del collocamento.

Non c’è stata solo la comunicazione della cedola del nuovo BTp Italia. Il Tesoro ha reso noto anche l’indice FOI iniziale di 118,24194, un valore che centra perfettamente le nostre previsioni. La domanda che possiamo porci in maniera concreta, ora che disponiamo di tutte le cifre necessarie, è la seguente: conviene investire? Cerchiamo di rispondere passo dopo passo. Per prima cosa, dobbiamo sapere che il BTp a 5 anni, in scadenza l’1 aprile 2028 e con cedola fissa, offre al momento un rendimento lordo annuo superiore al 4,10%.

Facendo un confronto con la cedola del BTp Italia, emerge che l’investimento sarebbe conveniente nel caso in cui l’inflazione media annua per i prossimi 5 anni fosse pari o superiore al 2,10%. Infatti, se l’inflazione in media fosse superiore, poiché il BTp Italia è un bond indicizzato, riuscirebbe ad offrire all’obbligazionista un rendimento medio maggiore di quello attualmente prospettato dal bond con cedola fissa. Viceversa, se ci aspettiamo un’inflazione media inferiore al 2,10%, conviene eventualmente puntare proprio sul BTp con cedola fissa.

Cedola BTp Italia, rebus rivalutazione

Il discorso, tuttavia, si complica con l’indice FOI. Vi risparmiamo i calcoli un po’ complicati per la rivalutazione di cedola e capitale ogni sei mesi. Vi basti sapere che tale rivalutazione scatterà al primo stacco della cedola nel settembre prossimo solo se l’inflazione annuale a luglio supererà il 5,3%.

Da dove spunta questo dato? L’indice FOI di riferimento per il pagamento della prima cedola di settembre sarà quello di metà luglio. Nel luglio dello scorso anno, l’indice FOI fu di 112,30. Facendo un confronto con l’indice FOI di inizio semestre, solo con un’inflazione annuale superiore al 5,3% a luglio esso assumerebbe un valore più alto. In ogni caso, ad ogni semestre percepirete una cedola minima dell’1%.

Tenete conto che a febbraio l’inflazione in Italia è scesa al 9,2%, restando più alta delle attese. Esistono buone probabilità che resti elevata nei prossimi mesi. In ogni caso, difficile che lo sia al punto da fare scattare una maxi-rivalutazione. Ad esempio, se l’inflazione a luglio fosse del 7%, scatterebbe un’indicizzazione del capitale dell’1,6% su cui calcolare la cedola del BTp Italia. Non saremmo alle maxi-cedole staccate in questi mesi. Dunque, se il vostro obiettivo fosse di ottenere con il primo pagamento l’accredito di una somma importante, non sembra essere questo il caso. Se puntate a proteggere il potere di acquisto del vostro denaro, destinare una percentuale non elevata della liquidità disponibile al nuovo BTp Italia non sarebbe un’idea cattiva.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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