Investire in dollari canadesi? Potrebbe essere un buon momento. Secondo gli esperti valutari, il dollaro canadese (CAD) è, insieme al dollaro australiano, particolarmente legato al dollaro statunitense (USD) che in questo momento sta attraversando un periodo di debolezza nei confronti dell’euro. Tuttavia l’imminente fine degli stimoli economici infusi dalla Fed al mercato americano potrebbe presto condurre a un apprezzamento del dollaro statunitense nei confronti dell’euro e di conseguenza anche della valuta nord americana. Inoltre, fino a poco tempo fa – notano gli analisti di Barclay – il dollaro canadese ha funto da moneta rifugio nei confronti dell’euro, travolto dalla speculazione in Europa, e ora si sta assistendo a un recupero dei corsi sui valori pre-crisi.
Obbligazioni Banca IMI Collezione, tasso fisso dollaro canadese 4% 2019
Ovviamente sul mercato sono presenti molte società, anche europee, che emettono obbligazioni in dollari canadesi, ma spesso per il piccolo investitore scegliere quella più affidabile diventa un’impresa difficili col rischio di sbagliare investimento. Esistono emittenti sovranazionali come la Bei, la Banca mondiale o la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo che solitamente emettono obbligazioni in dollari canadesi, diverse dai titoli di stato ma ad essi equiparabili. Ma anche in questo caso si tratta di titoli che non sono di semplice approccio all’investitore e tendono ad offrire rendimenti bassi a fronte della massima affidabilità (AAA) offerta dagli emittenti.
Economia Canada, una continua crescita
Il Canada, nonostante il recente deprezzamento della valuta dai massimi storici del 2012, è una delle economie più stabili e promettenti del mondo. A cosa è dovuta la sua fama? Prima di tutto, a una crescita interna che non accenna a rallentare: tra il 2000 e il 2010 il Pil canadese è aumentato a un tasso medio del 2% l’anno, cedendo il passo solo nel 2009 (-2,5%) in concomitanza con la crisi finanziaria globale per poi recuperare subito le perdite (+3% nel 2010). A confronto, l’Italia sembra una lumaca: nello stesso decennio, il prodotto interno lordo nostrano ha registrato una crescita media dello 0,3% l’anno. Nel 2011, il Pil canadese ha continuato a crescere del 3,5% e del 2%, rispettivamente, nel terzo e nel quarto trimestre dell’anno. Lo sviluppo economico del Canada non avviene certo a ritmi dei paesi emergenti, ma è robusto e costante nel tempo grazie soprattutto alla grande disponibilità di materie prime: platino, oro, gas naturale e petrolio, ma anche il legno e i diamanti. [fumettoforumright]Fattore non secondario è anche la capacità di attrarre investitori dall’estero e la crescita delle esportazioni per il quale a una crescita dell’economia reale si abbina una stabilità finanziaria invidiabile. Mentre le banche statunitensi ed europee arrancano sotto il peso di sofferenze gigantesche, la classifica degli istituti di credito più solidi del nordamerica stilata dal Global Finance Magazine piazza ai primi quattro posti altrettanti gruppi canadesi: la Royal bank of Canada si aggiudica la medaglia d’oro, la Toronto Dominion Bank si piazza seconda, mentre la Scotiabank siede sul terzo gradino del podio. La discesa del dollaro canadese nei confronti dell’euro, comunque, sembra una diretta ripercussione delle vicissitudini europee, lasciando spazio a un certo ottimismo per un rapido recupero dei mercati una volta superata la crisi attuale.