Bitcoin pizza day, la giornata che celebra la più tragica perdita di denaro nella storia moderna

Il Bitcoin pizza day è la celebrazione di una tragica perdita di denaro avvenuta inconsapevolmente 15 anni fa esatti.
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1 mese fa
2 minuti di lettura
Bitcoin pizza day 2025
Bitcoin pizza day 2025 © Licenza Creative Commons

Si celebra oggi il “Bitcoin pizza day”, un evento che cade esattamente a distanza di 15 anni dal 22 maggio del 2010. Quel giorno, accadde qualcosa di straordinario e allo stesso tempo tragico sul piano strettamente finanziario. Lo sviluppatore Laszlo Hanyecz ordinò due pizze da Papa John’s dal valore di 40 dollari e annunciò di averle pagate per 10.000 Bitcoin. A quel tempo, la criptovaluta era ancora poco conosciuta anche nell’ambiente dei nerd. Era stata lanciata ufficialmente nel gennaio del 2009, meno di un anno e mezzo prima, dal sedicente Satoshi Nakamoto, rimasto anonimo a tutt’oggi.

Da token per smanettoni ad asset finanziario

Quel pagamento fece la storia.

In effetti, fino ad allora non vi era traccia del valore di mercato di Bitcoin. Non c’erano ancora le piattaforme exchange per gli scambi. Dunque, non solo non se ne sapeva nulla, ma era persino difficile capire quanto valesse un token digitale. Difficile e inutile, visto che nessuno voleva riceverlo in pagamento in cambio dell’invio di merce o l’erogazione di servizi. Stiamo parlando di un gettone usato perlopiù nel circuito dei giochi online.

Ebbene, 15 anni fa Bitcoin venne valutato appena 4 millesimi di dollaro ciascuno. Fu considerato un affare per Hanyecz, il quale ricevette due pizze sostanzialmente “gratis”. Viceversa, l’accettazione di Papa John’s venne quasi percepita con scherno. Come se oggi un rivenditore accettasse in pagamento un secchio di acqua del mare. Ride bene chi ride ultimo, ammonisce il famoso proverbio. Neanche a farlo apposta, in coincidenza con il Bitcoin pizza day la criptovaluta più popolare al mondo ha toccato il suo ennesimo record storico a 111.800 dollari.

Grafico quotazioni Bitcoin
Grafico quotazioni Bitcoin © Licenza Creative Commons

Boom dei prezzi in 15 anni

In pratica, oggi quei 10.000 token spesi per due pizze varrebbero più di 1,1 miliardi. Di pizze Hanyecz ne potrebbe ordinare 55 milioni per lo stesso prezzo. Anche se ne mangiasse una al giorno, non gli basterebbero 1.800 vite per consumarle tutte. Dunque, oggi si celebra il gesto finanziario più inconsapevolmente malsano della storia recente. Il protagonista della vicenda non si è mai mostrato pentito. A suo modo, ha fatto la storia. Bisognerebbe conoscere il suo pensiero all’infuori dei social e delle telecamere.

Cosa ci insegna il Bitcoin pizza day? La capacità di vedere il futuro non è da tutti, neppure degli addetti ai lavoro. Le criptovalute sono circondate ancora oggi da un forte scetticismo persino della finanza tradizionale. Ed è così che si perdono le occasioni di guadagno. E’ così che i poveri e timorosi di perdere i propri risparmi restano tali, mentre i ricchi e più propensi al rischio incrementano i loro patrimoni. Le disparità sono spesso frutto non di ingiustizie alle base, bensì di un diverso approccio al mondo. Vero è che chi poco ha, più si mostra prudente nella gestione del denaro, non potendosi permettere di intaccarne anche solo una minima parte.

Bitcoin pizza day monito per chi investe

Il futuro con gli annessi guadagni è nelle mani di chi ci crede.

Gli scettici non hanno mai fatto la storia. Probabilmente, molti secoli addietro c’era pure chi non credeva all’oro. Sappiamo che oggi è riconosciuto all’unanimità come l’asset più sicuro contro le intemperie dei mercati, l’instabilità dei prezzi e le tensioni geopolitiche. Delle criptovalute non ci si fida, anzitutto, perché non si sa chi vi sia dietro e non avrebbero alcun valore intrinseco. Come se le monete fiat ce lo avessero e non fosse assegnato loro per ordine di uno stato emittente. E’ la fiducia a garantire valore a un asset. Senza, non si va da nessuna parte. Hanyecz non ebbe fiducia nel tesoro virtuale che possedeva e perse l’occasione di diventare uno degli uomini più ricchi al mondo.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

1 Comment

  1. Ci sarebbe tanto da dire su questo articolo.
    Molti purtroppo affrontano la cosa con la stessa superficialità.
    Cominciamo considerando che sicuramente Lazlo non aveva solo quei 10000 bitcoin, ne aveva già molti di più, così tanti da non sapere più che farsene, da essere disposto a pagare circa il doppio del prezzo stimato all’epoca.
    No, Papa John non accettava pagamenti in bitcoin o in secchiate d’acqua, è stato pagato in dollari ed è un altro utente del forum che ha fatto da intermediario nello scambio.
    Ed è ovvio che Lazlo non se ne è pentito: quanto costa scolpire il proprio nome nei libri di storia per l’eternità?
    Soprattutto se lo fai con una moneta magica che tiri fuori dalla CPU, anzi in realtà dalla GPU, perché il fatto meno noto è che Lazlo ha creato il primo software per minare con la scheda video ottenendo un vantaggio competitivo rispetto al resto del mondo di migliaia di ordini di grandezza, è stato anche sgridato da Satoshi stesso che gli ha chiesto di non pubblicarlo per evitare di centralizzare subito il mining (spingendosi a dire “non vorrei sembrare socialista”).
    Lazlo ha speso 10k bitcoin? Probabilmente ne aveva già minati 10 volte tanto, e non ha di certo smesso di accumularne altri da quel giorno. Sicuramente tuttora detiene decine se non centinaia di migliaia di bitcoin ed è uno degli uomini più ricchi al mondo.
    Ma soprattutto se non fosse per lui non varrebbe quello che vale ora e non saremmo qui a parlarne, da un certo punto di vista non è affetto malsano ma è stata una mossa geniale che ha dato ufficialmente valore a tutti gli altri che possedeva.
    L’errore è considerare il pizza day un errore.
    Grazie Lazlo

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