Anche l’ADI, l’Assegno di Inclusione, arriva al primo giro di boa. Dopo il completamento del suo primo anno di pieno funzionamento, l’Assegno di Inclusione (ADI), in vigore dal 1° gennaio 2024, si avvia ora verso la conclusione del primo ciclo di erogazione.
Molti beneficiari stanno per ricevere, proprio questo mese, il diciottesimo pagamento: il numero massimo di mensilità previste dal primo ciclo. Alla fine di questi 18 mesi, è necessario svolgere alcune operazioni fondamentali per evitare l’interruzione del beneficio.
Ecco tutto ciò che occorre sapere sull’Assegno di Inclusione 2025, per poter accedere al secondo ciclo del sussidio dopo la consueta pausa, simile a quella che caratterizzava anche il Reddito di Cittadinanza.
Assegno di Inclusione 2025: le tre cose da fare per rinnovare l’ADI
A giugno termina il primo ciclo dell’Assegno di Inclusione per milioni di beneficiari. Parliamo di coloro che, avendo presentato domanda a dicembre 2023, hanno iniziato a ricevere il sussidio da gennaio 2024.
Con la ricarica prevista tra il 26 e il 27 giugno, riceveranno il diciottesimo e ultimo pagamento, in quanto la durata massima dell’ADI è fissata in 18 mesi consecutivi.
Alla fine di questo primo ciclo, i beneficiari dovranno procedere con alcune operazioni per poter rinnovare l’erogazione del sussidio per ulteriori 12 mesi, come stabilito dalle indicazioni fornite direttamente dal Ministero del Lavoro.
Ecco cosa fare ora che l’Assegno di Inclusione finisce il primo ciclo da 18 mesi
Una volta completati i 18 mesi di erogazione dell’ADI, è previsto un mese di interruzione del beneficio. Era così anche per il Reddito di Cittadinanza, e la stessa logica si applica all’ADI.
Ad esempio:
- per chi ha iniziato a ricevere l’ADI a gennaio 2024, luglio sarà il mese di stop;
- per chi ha cominciato a febbraio, lo sarà agosto;
- per chi ha cominciato a marzo, sarà settembre;
e così via.
Questo mese di pausa è necessario per consentire la presentazione della nuova domanda.
Attenzione: presentare la domanda entro il mese di interruzione consente di riprendere il sussidio già dal mese successivo.
Ad esempio, chi riceve la diciottesima ricarica a giugno e presenta la nuova domanda entro il 31 luglio, riceverà la prima mensilità del nuovo ciclo già ad agosto.
Se invece la domanda viene presentata dopo luglio, ad esempio ad agosto, il secondo ciclo inizierà solo a settembre, allungando la pausa a due mesi.
Attenzione: i mesi di stop possono essere più di uno
La tempestività è fondamentale per evitare ritardi nel ricevimento del sussidio.
Una buona notizia riguarda il Patto di Attivazione Digitale (PAD). Il Ministero ha chiarito che, al momento del rinnovo, non sarà necessario sottoscrivere nuovamente il PAD, a meno che non siano cambiate le condizioni del nucleo familiare.
Ricordiamo che, nella prima fase, il PAD era obbligatorio per completare la domanda. Infatti, la decorrenza dell’ADI non era legata alla semplice presentazione della richiesta, ma alla data di iscrizione alla piattaforma SIISL e alla firma del PAD.
Ora, in fase di rinnovo, il PAD non va ripetuto, a meno di variazioni nella composizione del nucleo.
Il messaggio di avviso per l’imminente scadenza dell’ADI
Segnarsi la scadenza sul calendario è importante, ma potrebbe non essere necessario: secondo quanto indicato dal Ministero, i beneficiari dell’ADI riceveranno un SMS di promemoria sul numero di telefono indicato nella domanda.
Questo messaggio avviserà della scadenza del primo ciclo e inviterà a presentare la nuova domanda entro il mese di riferimento, ad esempio entro luglio per chi ha iniziato a ricevere l’ADI a gennaio.
Come presentare la nuova domanda dell’Assegno di Inclusione
La procedura per il rinnovo è la stessa della prima volta:
- Collegamento al sito dell’INPS
- Autenticazione tramite SPID, CIE o CNS
- Inoltro digitale della nuova domanda
In alternativa, è possibile rivolgersi a un Patronato o ad altri professionisti abilitati.
Una volta presentata la domanda, scatteranno di nuovo i 120 giorni per il primo incontro con i servizi sociali.
Questa volta, il termine decorre dalla data di presentazione della nuova domanda, mentre nella fase iniziale il termine partiva dal giorno successivo all’iscrizione sulla piattaforma GEPI da parte dei servizi sociali.