NASPI 2025, il datore di lavoro può toglierti 30 giorni di disoccupazione

Ecco perché c'è un particolare licenziamento che fa slittare la Naspi anche nel 2025 per molti dipendenti ignari di questo rischio.
1 mese fa
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Naspi licenziamento
Foto © Investireoggi

La NASpI è una prestazione fondamentale per un lavoratore che perde il posto di lavoro in modo involontario. È importante perché copre il periodo di assenza di reddito, offrendo un sostegno economico transitorio. Ogni giorno perso di NASpI diventa quindi cruciale. Per questo motivo, ciò che stiamo per analizzare è di vitale importanza per molti lavoratori. Infatti, in presenza di una particolare forma di interruzione del rapporto di lavoro, se imposta dal datore di lavoro, si rischia di perdere molti giorni di NASpI. E il problema è che molti lavoratori non ne sono nemmeno consapevoli, nemmeno ora che siamo nel 2025.

“Salve, volevo capire perché, nonostante abbia presentato la domanda di NASpI solo tre giorni dopo il licenziamento, la decorrenza della prestazione mi è stata posticipata di 38 giorni.

Così almeno mi ha risposto l’INPS. Mi hanno detto che si tratta di un licenziamento disciplinare. A dire il vero lo sapevo, ma mi ero accordato con il datore di lavoro per procedere in questo modo. Mi disse che non cambiava nulla, che anche in caso di giusta causa avrei potuto ricevere la NASpI, e che non era come dare le dimissioni. Anche il ragioniere che si occupa delle sue pratiche – inclusa la mia NASpI – ha detto la stessa cosa. Perché allora questo slittamento?

NASpI 2025: il datore può farti perdere fino a 30 giorni di indennità

Purtroppo la NASpI, come molte altre prestazioni INPS, è regolata da norme e cavilli molto specifici, spesso soggetti a interpretazioni diverse.

Nel campo della disoccupazione involontaria, accade spesso che gli interessi del datore e del lavoratore siano divergenti.

Abbiamo già visto come le dimissioni volontarie rappresentino il principale ostacolo per chi vuole accedere alla NASpI, mentre risultano la soluzione più conveniente per il datore di lavoro.

Questo perché, in caso di licenziamento, il datore è tenuto a versare il cosiddetto ticket licenziamento, un costo aggiuntivo che può voler evitare.

Quando le due parti concordano sull’interruzione del rapporto, si cercano soluzioni bilaterali, ma se la cessazione deve essere immediata, può subentrare il licenziamento disciplinare. Ed è probabilmente ciò che è accaduto nel caso citato.

Licenziamento disciplinare e NASpI: come funzionano davvero nel 2025

Il licenziamento disciplinare è una casistica delicata. Molti pensano che le sue conseguenze siano solo reputazionali, legate alle referenze future. In realtà, ha ripercussioni anche sulla NASpI.

È vero che anche in caso di licenziamento per giusta causa si ha diritto alla NASpI: questo è corretto, e il datore e il consulente hanno fornito un’informazione formalmente esatta.

Ma non è vero che non cambia nulla rispetto a un licenziamento ordinario: questa è una falsa credenza.

Quando un rapporto di lavoro si interrompe improvvisamente, occorre rispettare il periodo di preavviso:

  • In caso di dimissioni, il dipendente deve dare preavviso secondo legge, altrimenti subisce sanzioni economiche (es. trattenute sul TFR).
  • In caso di licenziamento, se il datore non dà preavviso, deve corrispondere al lavoratore l’indennità sostitutiva del preavviso.

Le regole su preavviso e sanzioni variano a seconda del CCNL applicato.

Le conclusioni dell’INPS: ecco perché la NASpI può slittare

Nel caso analizzato, è probabile che il datore abbia simulato un licenziamento disciplinare per evitare di versare l’indennità di mancato preavviso.
Ma ciò comporta una conseguenza diretta sulla decorrenza della NASpI:

In caso di licenziamento per giusta causa o disciplinare, la NASpI non decorre subito, ma:

  • Dal 38° giorno successivo al licenziamento, se la domanda è presentata entro quel termine.
  • Dal giorno successivo alla presentazione della domanda, se questa è presentata
  • dopo il 38° giorno, ma sempre entro 68 giorni dal licenziamento.

Questo si legge chiaramente sul sito dell’INPS, nella sezione dedicata all’indennità NASpI, ai paragrafi “decorrenza e durata”.

Quindi, anche se la domanda viene presentata nei tempi corretti, in caso di licenziamento disciplinare, il pagamento può partire fino a 38 giorni dopo.

In sintesi: cosa bisogna sapere

  • , la NASpI anche nel 2025 spetta anche in caso di licenziamento disciplinare o per giusta causa.
  • No, non è vero che sia uguale a un licenziamento ordinario: la decorrenza cambia.
  • Il preavviso (dato o meno) ha effetti concreti sulla data di partenza della NASpI.
  • Il consiglio è: non accordarsi mai con superficialità su queste modalità di cessazione. Le conseguenze possono essere molto penalizzanti.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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