L’indennità per disoccupati INPS è oggetto di cambiamenti radicali. La misura, da tempo considerata uno dei provvedimenti più rilevanti introdotti dal Jobs Act di Matteo Renzi, è ora messa in discussione su diversi fronti, anche alla luce del Referendum. Nel 2025, infatti, la Naspi ha subito varie modifiche, ma una in particolare richiede grande attenzione: il requisito delle 13 settimane. Un requisito storico, sempre presente nella Naspi, che oggi però raddoppia. Vediamo dunque, per la Naspi 2025, cos’è il doppio requisito delle 13 settimane e come lo spiega l’INPS nella nuova circolare n. 98 del 5 giugno.
“Buongiorno, volevo un chiarimento riguardante la Naspi. Ho trovato un nuovo lavoro e avevo intenzione di dare le dimissioni da quello attuale.
Dal momento che il nuovo lavoro inizierà a settembre e sarà un contratto a tempo determinato, almeno inizialmente,
mi spiegate come funziona il blocco della Naspi introdotto quest’anno per chi dà le dimissioni?
Per prendere eventualmente la Naspi, che durata deve avere il mio nuovo lavoro?”
Naspi 2025, cos’è il doppio requisito delle 13 settimane: nuova circolare INPS
Secondo quanto si legge sul sito dell’INPS, nella sezione dedicata all’indennità per disoccupati, tra i requisiti necessari vi sono le consuete “13 settimane di contribuzione contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione”.
In termini pratici, ciò significa che, per avere diritto alla Naspi, occorre aver lavorato almeno 13 settimane (circa 3 mesi) nei 4 anni antecedenti la perdita del lavoro, con contribuzione effettiva.
È importante chiarire che per contribuzione utile si intende non solo quella effettivamente versata dal datore di lavoro, ma anche quella figurativa. Sono infatti validi:
- i contributi accreditati per maternità obbligatoria;
- i periodi di lavoro all’estero in Paesi con convenzione bilaterale con l’Italia (in caso di Stati extra UE);
- i periodi di astensione dal lavoro per malattia dei figli.
Quello appena descritto è il requisito classico delle 13 settimane. Tuttavia, con le novità del 2025, in alcuni casi specifici, tale requisito raddoppia.
Oltre al periodo quadriennale, occorre verificare la presenza delle 13 settimane anche nell’ultimo rapporto di lavoro. La nuova circolare INPS chiarisce nel dettaglio questa innovazione.
INPS, cosa dice la nuova circolare sul requisito delle 13 settimane per la disoccupazione
La Legge n. 207 del 2024, cioè la Legge di Bilancio 2025, all’articolo 1, comma 171, stabilisce che, per gli eventi di disoccupazione avvenuti a partire dal 1° gennaio 2025, è necessario che siano state effettuate almeno 13 settimane di lavoro retribuito e coperto da contributi successivamente a un rapporto di lavoro interrotto per dimissioni volontarie.
In parole semplici, se un lavoratore si dimette volontariamente (e quindi non ha diritto alla Naspi), potrà recuperare il diritto a percepirla solo se il successivo rapporto di lavoro ha avuto una durata di almeno 13 settimane.
In caso contrario, la Naspi non sarà riconosciuta.
L’INPS precisa che questo secondo requisito si applica solo se le dimissioni volontarie sono avvenute nei 12 mesi precedenti alla nuova cessazione del lavoro da cui parte la richiesta di Naspi.
Ricapitolando: i due requisiti delle 13 settimane non vanno confusi
In sintesi, dal 2025 il requisito delle 13 settimane assume una doppia valenza:
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Il requisito classico, riferito alle 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti lo stato di disoccupazione, che riguarda l’anzianità contributiva generale.
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Il nuovo requisito, richiesto solo in caso di dimissioni volontarie nel corso dei 12 mesi precedenti, per sbloccare il diritto alla Naspi: in questo caso è necessario aver lavorato almeno 13 settimane nel nuovo impiego.
I due requisiti non sono alternativi, ma complementari in determinati casi. È fondamentale non confonderli e valutare con attenzione la propria situazione lavorativa, specie in caso di dimissioni e nuova assunzione a breve termine.