L’anticipo pensionistico introdotto in via sperimentale negli anni passati e successivamente confermato, rappresenta una misura di flessibilità in uscita per determinate categorie di lavoratori che si trovano in condizioni particolarmente difficili. Tra gli strumenti disponibili per chi non ha ancora raggiunto i requisiti standard per la pensione di vecchiaia o anticipata, l’APE sociale è senza dubbio una delle soluzioni più significative.
Grazie alla proroga stabilita dalla recente Legge di Bilancio, questa opzione sarà disponibile fino al 31 dicembre 2025, con condizioni di accesso precise e vincolanti. Tra gli ammessi ci sono gli individui riconosciuti come invalidi civili con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%.
A questo proposito arriva in redazione un quesito.
“Salve, essendo invalido con una percentuale superiore al 74% ho fatto richieste di APE sociale (avendo anche requisiti di età e contributi). Tuttavia, il primo assegno mensile non mi è stato ancora pagato e nel frattempo ho fatto visita di revisione per l’invalidità. I medici della commissione mi hanno ridotto la percentuale di invalidità al di sotto del 74%. Cosa succede ora alla mia domanda già fatta per APE sociale?”
Proroga dell’APE sociale fino a fine 2025
La legge finanziaria 2025 ha prorogato l’operatività dell’APE sociale, mantenendo la soglia anagrafica minima a 63 anni e 5 mesi per la presentazione della domanda. L’intento del legislatore è offrire una tutela concreta a coloro che, pur non essendo ancora in possesso dei requisiti pensionistici ordinari, si trovano in situazioni di disagio lavorativo, economico o sociale.
L’indennità erogata accompagna il beneficiario fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, ma non si tratta di una vera e propria pensione: è un sostegno economico temporaneo, non reversibile, erogato direttamente dall’INPS.
Le categorie ammesse all’APE sociale
Per beneficiare dell’APE sociale è necessario rientrare in uno dei profili individuati dalla normativa. Le categorie tutelate sono:
Disoccupati involontari
Possono fare domanda i lavoratori che si trovano senza occupazione a seguito di:
- licenziamento individuale o collettivo;
- dimissioni per giusta causa;
- risoluzione consensuale nell’ambito di procedure di conciliazione.
In tutti i casi, è necessario aver terminato completamente il periodo di fruizione dell’indennità di disoccupazione NASpI o DIS-COLL.
Ex lavoratori a termine
Anche chi ha avuto un contratto a tempo determinato può accedere all’APE sociale, a condizione che:
- siano stati maturati almeno 18 mesi di attività lavorativa negli ultimi 3 anni;
- l’indennità di disoccupazione sia stata goduta integralmente.
Caregiver familiari
Rientrano tra gli aventi diritto i soggetti che prestano da almeno sei mesi assistenza continua a:
- coniuge o parente di primo grado convivente con disabilità grave (ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104/1992).
È prevista un’estensione della platea anche ai familiari entro il secondo grado, purché i genitori o il coniuge della persona con disabilità abbiano almeno 70 anni, siano invalidi oppure deceduti.
Persone con disabilità
Gli individui riconosciuti come invalidi civili con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74% possono presentare domanda per l’indennità.
Attenzione: se, al momento della decorrenza dell’APE sociale, tale status non è più valido o è venuto meno (es. invalidità ridotta al di sotto della soglia o decesso della persona assistita), il diritto decade.
Lavoratori gravosi
Chi svolge mansioni faticose o usuranti può beneficiare della misura, purché:
- abbia esercitato tali attività per almeno 7 anni negli ultimi 10, oppure 6 anni negli ultimi 7.
L’elenco delle attività considerate gravose è definito dalla normativa e include professioni come muratori, conduttori di macchinari, operatori sanitari e altri lavori fisicamente impegnativi.
Requisiti contributivi
Oltre all’appartenenza a una delle categorie sopra elencate, è necessario soddisfare specifici requisiti contributivi, che variano in base alla tipologia di lavoratore:
- 30 anni di contributi: richiesti per disoccupati, ex lavoratori a termine, caregiver e invalidi civili.
- 36 anni di contributi: richiesti per i lavoratori impegnati in mansioni gravose.
È inoltre previsto un beneficio aggiuntivo per le donne con figli: le lavoratrici madri possono vedersi ridurre il requisito contributivo di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni.
Importo e durata dell’APE sociale
L’importo dell’indennità corrisponde al valore della pensione che il soggetto avrebbe maturato al momento dell’accesso alla prestazione. Tuttavia, il massimo mensile erogabile è fissato a 1.500 euro lordi, cifra che non può essere superata in alcun caso.
L’erogazione prosegue mensilmente fino a quando il beneficiario raggiunge i requisiti per la pensione di vecchiaia. È bene ricordare che questa indennità non è reversibile e non può essere trasmessa agli eredi.
Per quanto riguarda la cumulabilità con altri redditi, essa è limitata: l’APE sociale può coesistere con introiti derivanti da lavoro autonomo occasionale, ma solo entro il limite annuo di 5.000 euro lordi. Superata tale soglia, l’indennità decade.