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Oggi: 29 Dic, 2025

Taglio tasse sui premi di risultato: imposta sostitutiva ridotta al minimo (manovra 2026)

La manovra 2026 cambia la tassazione dei premi aziendali, rendendo più conveniente l’imposta sostitutiva su premi di risultato
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Il Senato ha dato già il via libera alla manovra di bilancio 2026. Ora il testo passa alla Camera per il voto finale (atteso tra oggi e domani). Tra le misura contenute nel testo licenziato a Palazzo Madama trovano spazio diverse novità fiscali che riguardano il mondo del lavoro dipendente, con particolare attenzione ai meccanismi di tassazione agevolata applicati a specifiche componenti della retribuzione. Tra le misure rilevanti emerge l’intervento sulla disciplina dell’imposta sostitutiva su premi di risultato, che interessa esclusivamente i lavoratori dipendenti del settore privato.

La norma, già presente nell’ordinamento, viene modificata in modo temporaneo con l’obiettivo di rendere più conveniente il riconoscimento di compensi legati alla produttività e alla partecipazione economica dei dipendenti ai risultati dell’impresa.

Premi di risultato: imposta sostituiva più bassa

Il cuore dell’intervento riguarda il trattamento fiscale applicato a determinati emolumenti retributivi. Si tratta, in particolare, delle somme corrisposte a titolo di premio per il raggiungimento di obiettivi aziendali e delle erogazioni connesse alla distribuzione degli utili d’impresa. Queste voci, se rispettano i requisiti previsti dalla legge, possono beneficiare di una tassazione alternativa rispetto a quella ordinaria dell’IRPEF (ricordiamo che la manovra prevede anche il taglio IRPEF per il cedo medio).

Con le modifiche introdotte dalla manovra di bilancio 2026, il legislatore interviene su due elementi fondamentali del regime agevolato: l’aliquota dell’imposta e il tetto massimo delle somme che possono accedere al trattamento di favore. Le nuove regole avranno validità limitata agli anni 2026 e 2027, configurandosi come una misura sperimentale e transitoria.

Aliquota allì1% e limite più alto

Il primo cambiamento riguarda la percentuale di tassazione applicata.

L’imposta sostitutiva su premi di risultato viene drasticamente ridotta, passando a un’aliquota dell’1 per cento. In precedenza, per lo stesso periodo temporale, era prevista una percentuale pari al 5 per cento (in luogo di quella ordinaria del 10%). La riduzione rappresenta un alleggerimento fiscale significativo, che rende ancora più vantaggiosa l’erogazione di premi legati alla performance aziendale rispetto alla tassazione progressiva ordinaria.

Accanto alla diminuzione dell’aliquota, la manovra innalza anche il limite massimo delle somme che possono beneficiare del regime agevolato. Il nuovo tetto annuo viene fissato a 5.000 euro lordi. Prima dell’intervento normativo, la soglia era pari a 3.000 euro. L’aumento del plafond consente quindi di includere una quota più ampia di retribuzione variabile all’interno del sistema di tassazione sostitutiva, ampliando il perimetro dell’agevolazione.

Nonostante le modifiche favorevoli, restano invariati i requisiti soggettivi per l’accesso al beneficio. La normativa continua, infatti, a prevedere un limite reddituale legato all’anno precedente a quello di percezione delle somme.

Imposta sostitutiva premi di risultato: requisiti invariati

L’applicazione dell’imposta sostitutiva su premi di risultato è ammessa solo nel caso in cui il reddito da lavoro dipendente del soggetto, riferito al settore privato, non abbia superato gli 80.000 euro. Questo vincolo resta un elemento centrale della disciplina e serve a indirizzare l’agevolazione verso una platea ben definita di lavoratori.

Nel complesso, l’intervento contenuto nella manovra mira a rafforzare i meccanismi di incentivazione economica all’interno delle imprese private. Attraverso una tassazione più leggera e un ampliamento delle somme agevolabili, il legislatore intende favorire forme di remunerazione legate alla produttività e alla partecipazione agli utili, senza modificare i criteri di accesso già esistenti.

La scelta di limitare la validità delle nuove regole a un biennio consente inoltre di valutarne l’impatto sul sistema fiscale e sul mercato del lavoro. L’imposta sostitutiva su premi di risultato si conferma così uno strumento centrale nelle politiche di sostegno alla contrattazione aziendale, in attesa di eventuali sviluppi futuri che potrebbero rendere strutturali le misure oggi previste solo in via temporanea.

Riassumendo

  • La manovra di bilancio 2026 è stata approvata dal Senato e attende il via libera finale alla Camera.
  • Il provvedimento introduce modifiche temporanee alla tassazione dei premi legati alla produttività aziendale.
  • L’imposta sostitutiva su premi di risultato scende all’1% per gli anni 2026 e 2027.
  • Aumenta a 5.000 euro il limite annuo delle somme agevolabili.
  • Restano inclusi solo premi di risultato e partecipazione agli utili d’impresa.
  • Confermato il requisito di reddito annuo precedente non superiore a 80.000 euro.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.