La Corea del Sud ha eletto nella giornata di ieri il suo nuovo presidente, che è il leader del Partito Democratico, Lee Jae-myung. Egli ha battuto il candidato conservatore Kim Moon-soo con il 49,42% contro 41,15%. L’elezione è arrivata a sei mesi dall’introduzione per poche ore della legge marziale sotto l’ex presidente Yoon Suk-yeol, espressione del Partito del Popolo. Un evento che scatenò immediate proteste di piazza e che portò alla destituzione del capo dello stato, aprendo un periodo di caos politico. I democratici controllavano già il Parlamento, per cui Lee avrà la possibilità per la prima volta nella storia della sinistra sudcoreana di guidare la nazione senza condividere il potere con gli avversari.
Per Lee dazi minaccia esistenziale
Nel suo primo discorso dinnanzi all’Assemblea Nazionale, egli ha fatto presente che i dazi siano una “minaccia alla sopravvivenza della Corea del Sud”. In effetti, la 12-esima economia mondiale, che a fine 2024 vantava un Pil di circa 1.870 miliardi di dollari (oltre 36.000 pro-capite), è orientata alle esportazioni. Fu grazie all’apertura al commercio mondiale che quella che allora era un’economia relativamente arretrata negli anni Ottanta sarebbe diventata una delle più avanzate del pianeta.
L’amministrazione Trump ha imposto dazi al 25% sulle importazioni di merci dalla Corea del Sud. Queste sono ammontate a 131,5 miliardi di dollari nel 2024, pari al 7% del Pil sudcoreano. Le esportazioni nette verso gli USA valgono il 3,5% del Pil, qualcosa come 66 miliardi. E Seul risulta essere quarto esportatore di acciaio negli USA, che insieme all’alluminio vede da oggi i dazi raddoppiati al 50% sul mercato statunitense.
Rapporti con Corea del Nord sotto le lenti
Lee non ha fretta di trattare con Trump.
Anzi, chiederà verosimilmente un allungamento del periodo dei 90 giorni concesso dal presidente USA per trovare un accordo commerciale. Teme di concedere troppo al prezioso alleato. Il principale tema di discussione sarà probabilmente la presenza delle 28.500 truppe statunitensi sul territorio della Corea del Sud. La Casa Bianca chiede a Seul che si faccia maggiormente carico del costo militare sostenuto dal governo di Washington. L’altro alleato indispensabile nell’area è e resta il Giappone. Entrambi vivono sotto la minaccia cinese e della Corea del Nord.
Corea del Sud costretta all’amicizia con Trump
A proposito di Pyongyang, Lee ha invitato a riattivare la linea di comunicazione d’emergenza tra i due stati della penisola. Le relazioni diplomatiche sono state praticamente azzerate negli ultimissimi anni, dopo che si era registrato uno storico disgelo tra le parti. Le continue minacce del regime comunista costringeranno anche Lee a tenere saldi i rapporti con l’amministrazione Trump. La Corea del Sud non può permettersi di ritrovarsi isolata nell’Indo-Pacifico. Ciò ne affievolisce il potere negoziale sui dazi. Ad ogni modo, la Borsa di Seul ha reagito con un +2,55% alla vittoria di Lee. Segno che gli investitori perlomeno tirano un sospiro di sollievo per la cessata fase di instabilità interna.
giuseppe.timpone@investireoggi.it


