Nel panorama delle tutele previste per i lavoratori, uno degli aspetti che genera più dubbi riguarda la gestione degli infortuni sul lavoro e l’eventuale assoggettamento agli stessi obblighi di reperibilità che caratterizzano i periodi di malattia. Il tema delle visite fiscali, frequentemente associato ai controlli INPS, si presenta in maniera profondamente diversa nel caso degli infortuni coperti dall’INAIL.
Comprendere le distinzioni normative e operative è essenziale per evitare sanzioni e garantire una corretta fruizione dei diritti previdenziali.
La natura delle visite fiscali
Le visite fiscali per malattia rappresentano lo strumento con cui l’INPS verifica la reale sussistenza dello stato di salute di un lavoratore assente dal servizio.
Il controllo avviene attraverso l’invio di un medico legale presso il domicilio del dipendente.
Per questa ragione, durante l’assenza per malattia, è previsto il rispetto di specifiche fasce orarie di reperibilità, che variano a seconda del tipo di impiego (pubblico o privato) e durante le quali il lavoratore deve essere presente all’indirizzo indicato nel certificato medico. L’assenza ingiustificata alla visita fiscale comporta conseguenze economiche rilevanti, come la decurtazione o la perdita dell’indennità di malattia.
Infortuni sul lavoro: un contesto normativo distinto
Diversamente dalla malattia comune, l’infortunio sul lavoro rientra nella competenza dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL). Questo implica una differente gestione dei controlli e delle verifiche, sia per quanto riguarda le modalità, sia per ciò che concerne gli obblighi a carico del lavoratore infortunato. Nonostante sia tecnicamente possibile che l’INAIL disponga accertamenti domiciliari, nella prassi l’Ente ha più volte chiarito che tali controlli non vengono effettuati.
A differenza delle visite fiscali INPS, l’INAIL non impone fasce orarie di reperibilità. Questo significa che il lavoratore infortunato non è tenuto a rimanere in casa in determinati orari per permettere eventuali controlli medici. Tuttavia, ciò non implica una totale libertà: l’assente per infortunio deve comunque adottare comportamenti coerenti con il percorso di guarigione, evitando attività che possano ritardare la ripresa della salute.
I controlli INAIL: convocazione presso la sede
Anziché effettuare visite fiscali domiciliari, l’INAIL adotta un sistema differente di verifica dello stato di salute del lavoratore infortunato. Nella quasi totalità dei casi, i controlli si concretizzano in una o più convocazioni presso la sede territoriale dell’Istituto. In tali occasioni, il lavoratore è obbligato a presentarsi e sottoporsi a visita medica, salvo legittimo impedimento documentato.
La mancata comparizione, se non giustificata, può essere interpretata come comportamento elusivo e dare origine a conseguenze sul piano del riconoscimento delle prestazioni economiche. Inoltre, il lavoratore ha l’obbligo di accettare eventuali trattamenti sanitari, farmacologici o chirurgici che i medici dell’INAIL reputino necessari per una pronta guarigione.
Libertà di movimento e responsabilità del lavoratore
L’assenza di fasce orarie di reperibilità durante l’infortunio apre formalmente alla possibilità per il lavoratore di allontanarsi dal proprio domicilio anche in orari che, nel caso della malattia, sarebbero vincolati.
Tuttavia, questa libertà non esonera da responsabilità. È sempre richiesto un comportamento conforme al percorso riabilitativo, evitando attività che possano compromettere il processo di guarigione o che siano incompatibili con la prognosi rilasciata.
In caso di comportamenti incoerenti – per esempio svolgimento di attività fisiche eccessive o lavori non autorizzati – potrebbero scattare indagini da parte dell’INAIL o del datore di lavoro, con eventuali ricadute disciplinari e sanzionatorie.
Reperibilità e contratti collettivi: un ulteriore livello di regolazione
Anche se la normativa generale non prevede fasce orarie di reperibilità per l’infortunio, alcuni contratti collettivi di lavoro possono introdurre obblighi più stringenti. È quindi possibile che, in base al contratto applicato, venga richiesto al lavoratore di rispettare determinate fasce orarie anche durante l’assenza per infortunio, similmente a quanto accade con le visite fiscali in ambito INPS.
Il mancato rispetto di tali obblighi contrattuali può comportare provvedimenti disciplinari da parte del datore di lavoro. Pur senza incidere sul diritto a percepire l’indennità temporanea per infortunio, che resta di competenza dell’INAIL. Questo orientamento è stato avallato dalla Corte di Cassazione, secondo la quale l’inosservanza di un obbligo contrattuale interno non incide sull’erogazione delle prestazioni assicurative pubbliche. Ma può costituire fonte di responsabilità disciplinare.
Riassumendo
- Le visite fiscali INPS prevedono obblighi di reperibilità durante la malattia.
- Gli infortuni sul lavoro sono gestiti dall’INAIL, senza controlli domiciliari abituali.
- L’INAIL convoca il lavoratore in sede per verifiche mediche obbligatorie.
- Nessun obbligo di reperibilità oraria durante l’infortunio, salvo specifici contratti collettivi.
- Comportamenti contrari alla guarigione possono generare sanzioni o sospetti.
- Il diritto all’indennità INAIL resta salvo anche in caso di sanzioni disciplinari.