Sull’Assegno Unico con una domanda ecco come recuperare tutti gli arretrati

Manca poco alla scadenza del termine per recuperare gli arretrati sull'Assegno Unico sui figli, ecco come si può fare entro il 30 giugno 2025.
4 settimane fa
2 minuti di lettura
assegno unico figli e arretrati
Foto © Investireoggi

Ci sono occasioni propizie per milioni di contribuenti in Italia che andrebbero colte al volo, perché altrimenti a rimetterci sarebbe sempre il contribuente stesso, che di fatto perderebbe dei soldi. Oggi, un’opportunità importante è quella che riguarda le famiglie beneficiarie dell’Assegno Unico. Parliamo sia di famiglie che hanno avuto un lieto evento recente — ossia la nascita di un figlio nel 2025 — sia di nuclei familiari che già percepiscono l’Assegno Unico, ma che hanno dimenticato di compiere un adempimento oppure l’hanno svolto in modo errato. La possibilità attualmente attiva — ma in scadenza imminente — riguarda proprio l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico fino a 21 anni, e consente di recuperare gli eventuali arretrati per tutti i mesi del 2025 già trascorsi.

La data da segnare in rosso sul calendario è il 30 giugno 2025: oltre tale termine, sarà impossibile recuperare gli arretrati dell’Assegno Unico.

Sull’Assegno Unico, con una domanda ecco come recuperare tutti gli arretrati

Ci sono due casi principali che rendono necessario agire tempestivamente, per evitare perdite economiche anche rilevanti per le famiglie.

Il primo caso riguarda le famiglie che, nonostante la nascita di un figlio, non hanno ancora presentato la domanda per l’Assegno Unico. Una dimenticanza a cui si può rimediare ora senza perdere nulla, ma che dopo il 30 giugno diventa penalizzante, perché i mesi precedenti diventano irrecuperabili.

Infatti, entro il 30 giugno è possibile presentare domanda per ottenere quanto spettante dalla data di nascita del figlio (o anche dal settimo mese di gravidanza, se questo cade nel 2025).

Chi non ha ancora fatto richiesta può farlo entro il 30 giugno e recuperare tutti i mesi arretrati.

In linea generale, la domanda andrebbe presentata entro 4 mesi dal lieto evento, oppure comunque entro il 30 giugno dello stesso anno, per ottenere l’intero importo spettante.

ISEE ma non solo, ecco perché entro il 30 giugno si possono recuperare arretrati sull’Assegno Unico

Il secondo caso che consente di recuperare arretrati riguarda la situazione ISEE.

Come ricordiamo spesso, per l’Assegno Unico l’ISEE è utile ma non determinante per accedere al beneficio. Infatti, anche in assenza dell’ISEE, è comunque possibile ottenere l’Assegno Unico, ma solo nella misura minima.

In pratica, chi non presenta un ISEE valido riceve l’importo più basso, riservato a chi non ha un’attestazione in corso di validità oppure a chi presenta un ISEE superiore alla soglia prevista.

Nel dettaglio, l’importo massimo dell’Assegno Unico nel 2025 è di 200,99 euro al mese per ciascun figlio minore. E spetta a chi ha un ISEE non superiore a 17.227,33 euro. Al contrario, per ISEE più alti, l’importo diminuisce progressivamente. Fino ad arrivare a 57,45 euro al mese, per famiglie con ISEE superiore a 45.574,96 euro o prive di ISEE aggiornato.

La guida e i correttivi per non perdere soldi

È evidente che chi non ha ancora presentato la DSU, e quindi non ha un ISEE valido, riceve l’importo minimo dell’Assegno Unico. Lo stesso vale per chi ha un ISEE con difformità o omissioni, che in termini pratici equivale ad avere un ISEE non valido.

Come già sottolineato, anche in questo caso la data del 30 giugno è fondamentale. Consente infatti a chi ha ricevuto, per tutti i mesi del 2025, un importo inferiore a quello effettivamente spettante, di rimediare.

Presentando la DSU entro il 30 giugno e ottenendo così un ISEE valido, è possibile ricevere gli importi corretti, compresi gli arretrati da gennaio 2025 in avanti.

Ricordiamo che per l’Assegno Unico la DSU dovrebbe essere rinnovata entro il 28 febbraio dell’anno in corso. Tuttavia, è prevista una salvaguardia che consente di regolarizzare la situazione senza perdere nulla, entro il 30 giugno 2025.

Chi non adempie per tempo, dal 1° luglio in poi perde definitivamente il diritto agli arretrati. E i nuovi importi saranno applicati solo per i mesi successivi all’adempimento.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

cedolare secca
Articolo precedente

Affitti, tasse e risparmi: la cedolare secca conquista oltre 3 milioni di locatori

stop auto vietate Euro 5
Articolo seguente

Ecco da quando queste auto del 2015 non potranno più circolare e dove sarà vietato