Nel panorama della fiscalità immobiliare italiana, la cedolare secca continua a rappresentare una delle opzioni più vantaggiose per i proprietari di immobili ad uso abitativo.
I dati più recenti diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), relativi alle dichiarazioni dei redditi 2024, fotografano un quadro in espansione: cresce infatti il numero dei contribuenti che optano per questa modalità di tassazione alternativa, confermando un trend di adozione costante negli ultimi anni.
Cedolare secca: un regime fiscale semplice e conveniente
L’elemento centrale che rende la cedolare secca particolarmente attrattiva è la sua struttura semplificata. Questo regime opzionale consente di sostituire con un’unica imposta sostitutiva diverse voci tributarie tradizionali.
In particolare, chi vi aderisce non è tenuto al versamento dell’IRPEF sui canoni di locazione, né delle relative addizionali comunali e regionali, né tantomeno dell’imposta di registro e di bollo che normalmente gravano sul contratto di locazione e la sua registrazione.
Tale sostituzione rende la cedolare secca una misura di favore per i locatori, riducendo sia la pressione fiscale effettiva che la complessità burocratica associata all’affitto di un immobile.
Oltre 21 miliardi di imponibile: i numeri parlano chiaro
Nel corso del 2023, secondo i dati del MEF redditi generati dagli affitti rientranti nel perimetro della cedolare secca hanno raggiunto quota 21,6 miliardi di euro, con una crescita dell’8,6% rispetto all’anno precedente. Questo dato rappresenta un indicatore significativo dell’appeal crescente di questo regime fiscale.
Parallelamente, il gettito complessivo derivante dalla tassazione dei canoni di locazione secondo questa modalità ha superato i 3,7 miliardi di euro, confermando un analogo incremento dell’8,6% rispetto al 2022. Una crescita che evidenzia come la diffusione della cedolare secca stia andando di pari passo con un aumento complessivo del mercato degli affitti registrati.
Il caso dei contratti brevi stipulati da comodatari e affittuari
Il MEF ha reso noti anche i dati relativi a una tipologia contrattuale meno diffusa ma comunque significativa: i contratti di locazione breve, ossia quelli di durata inferiore ai 30 giorni, stipulati da soggetti che non sono proprietari dell’immobile ma che lo detengono in comodato o affitto.
Nel 2023, circa 30.000 soggetti hanno dichiarato redditi derivanti da questa formula, per un totale imponibile pari a 438 milioni di euro. Il reddito medio lordo per contribuente ha raggiunto i 14.270 euro, un dato più elevato rispetto alle medie delle altre forme di locazione. Probabilmente a causa della maggiore redditività associata agli affitti turistici o temporanei.
Un gettito complessivo in crescita dalla cedolare secca
Tirando le somme, il gettito totale generato dalla cedolare secca nel 2023 ha superato i 3,7 miliardi di euro. Questo dato rappresenta un contributo significativo alle casse dello Stato, con una media di 1.280 euro versati per ciascun locatore aderente al regime. La crescita parallela di imponibile e gettito indica non solo un aumento delle adesioni, ma anche una maggiore regolarizzazione del mercato delle locazioni.
La costante espansione dell’uso della cedolare secca segnala una trasformazione nel modo in cui viene gestita la fiscalità sugli affitti in Italia.
Il successo del regime si deve in gran parte alla sua semplicità operativa e alla chiarezza impositiva che garantisce ai proprietari. Inoltre, la possibilità di scegliere tra diverse aliquote consente di adattare la tassazione al tipo di contratto e alle esigenze specifiche del locatore.
In un contesto economico in cui la domanda di affitti è in costante crescita, la cedolare secca si conferma uno strumento efficace per favorire la trasparenza e la legalità del mercato. Incentivando al contempo i proprietari a dichiarare i redditi derivanti dagli affitti e contribuendo in modo significativo al bilancio pubblico.
Riassumendo
- La cedolare secca semplifica la tassazione degli affitti sostituendo più imposte tradizionali.
- Nel 2023, imponibile complessivo salito a 21,6 miliardi di euro (+8,6%).
- Locazioni brevi da comodatari e affittuari: imponibile medio annuo di 14.270 euro.
- Gettito totale 2023: 3,7 miliardi di euro, media 1.280 euro per locatore.