Il decreto Sicurezza è legge e a nulla sono valse le rimostranze plateali delle opposizioni in Parlamento. Una delle norme più importanti del testo è contenuto all’art.10, laddove contrasta con maggiore efficacia le occupazioni abusive di immobili. Non già perché aumenta da 4 a 7 anni la pena detentiva per i trasgressori (lascia il tempo che trova), quanto per la velocizzazione dell’iter per lo sgombero. In pratica, d’ora in avanti chi possiede come unico domicilio un immobile occupato da terzi senza alcun titolo, può beneficiare di una procedura accelerata per riprendere possesso dell’immobile. La polizia giudiziaria è tenuta ad intervenire immediatamente e se l’occupante opponesse resistenza, potrebbe agire in modo coattiva con una semplice telefonata del giudice.
Parte debole chi subisce perdita dell’immobile
Vedremo in fase di applicazione pratica se il contrasto alle occupazioni abusive funzionerà. In Italia, come sempre, non sono le leggi a non funzionare, bensì i complicati meccanismi per metterle in pratica. E sul punto esistono resistenze ideologiche persino insensate. La sinistra ritiene che di tutelare gli occupanti in qualità di parte debole, mentre non si accorge che questa sia colei che subisce un tale atto violento. Il più delle volte si tratta di persone senza una seconda casa e che vive in un alloggio popolare.
Tutela proprietà scarsa in Italia
Se è vero che esiste in Italia, come ovunque, un problema abitativo, esso va risolto dallo stato e non scaricato sui cittadini. Le occupazioni abusive non sono l’unico fenomeno che grava sul nostro mercato immobiliare. Quanti proprietari di case non riescono a sfrattare in tempi ragionevoli gli inquilini morosi? Anche in questo caso, lo stato scarica sul cittadino la carenza di welfare e pretende che sia il proprietario di un immobile a rimetterci. Cornuto e mazziato: deve pagare l’IMU e rinunciare ai canoni di locazione anche per mesi, se non anni.
Siamo dinnanzi a una mentalità da esproprio proletario, che tanti danni ha provocato al nostro mercato immobiliare. Pensate che nella sola Milano si stimano quasi 110.000 case sfitte. Eppure si parla quasi ogni giorno di quanto gli affitti in città siano sempre più proibitivi per lavoratori e studenti. Il ceto medio stesso è costretto a spostarsi nelle periferie per l’impossibilità di sostenere l’alto costo della vita. Nel tentativo di porre rimedio al problema, di recente governo e sindaci di varie città hanno posto qualche limitazione agli affitti brevi. A parte che ciò contrasta con l’esercizio del diritto di proprietà, la lamentela è la seguente: molte case vengono sottratte al mercato delle locazioni per essere destinate ad uso turistico.
Sfratti veloci dopo stop ad occupazioni abusive
Ma le cose stanno esattamente così? Sempre a Milano risultano meno di 20.000 le case destinate agli affitti brevi. Dunque, solo in minima parte i proprietari stanno optando per affittare ai turisti. Nella stragrande maggioranza dei casi, semplicemente preferiscono non affittare a nessuno. Perché? Temono di ritrovarsi impotenti dinnanzi agli inquilini morosi.
Se lo stato reagisse con una legislazione maggiormente a tutela della proprietà privata, la fiducia porterebbe ad una più alta offerta di case sul mercato delle locazioni a lungo termine. Gli affitti si darebbero una calmata e più persone potrebbero permettersi un alloggio. E’ così che si garantiscono i diritti delle parti più deboli, non avallando occupazioni abusive e morosità. Quella è istigazione alla sopraffazione, per natura contraria alla tutela di chi ha bisogno.
Buona sera piacere mi chiamo Giovanni Ciriaco io ho fatto domanda per un alloggio popolare perché ho ricevuto uno sfratto per mancata locazione da parte del nuovo proprietario il comune di residenza dopo la PEC mandata dal mio avvocato ci fa sapere che non ci sono alloggi popolari è che non hanno una soluzione per me . Credo che sia molto grave una risposta del genere da parte degli assistenti sociali . abbiamo anche detto che c’è la facciamo a pagare un affitto casa