Non era mai più stato così basso sin dai primi mesi del 2010, quando esplose come una bomba il crac della Grecia. Lo spread tra Italia e Francia è crollato fino a un minimo di 28 punti base per la scadenza decennale. Significa che gli investitori richiedono un rendimento di neppure lo 0,30% più alto sul BTp a 10 anni rispetto agli Oat di pari durata. E cosa ancora più clamorosa, sul tratto a due anni il differenziale è stato negativo questa settimana. Il BTp 2027 rendeva meno del 2% contro quasi il 2,10% del bond francese.
Conti pubblici italiani e francesi a confronto
Soltanto un anno fa, lo spread tra Italia e Francia viaggiava sopra 80 punti base.
E quando Giorgia Meloni ricevette la nomina a premier nell’ottobre del 2022, stava a 180 punti. Un altro mondo. Da allora, però, i conti pubblici italiani sono migliorati e quelli transalpini peggiorati. Le agenzie di rating hanno iniziato a premiare i titoli del debito italiano e a declassare quelli francesi. Le distanze si sono ridotte al punto che potrebbero azzerarsi del tutto.
Nell’ultimo decennio c’è stato un grosso cambiamento nel rapporto tra i debiti delle due economie europee. Vi ricordate quando l’allora governatore della Banca Centrale Europea (BCE), Mario Draghi, iniziò a comprare bond con il Quantitative Easing (BCE)? Era il marzo del 2015 e quel programma fu percepito come un marchingegno per mettere in sicurezza l’Italia. In quel mese, la montagna di BTp in circolazione sul mercato ammontava a 1841 miliardi contro i 1.563 della Francia. In termini relativi, sovrastava gli Oat del 18%. A fine maggio di quest’anno, invece, i titoli di stato italiani erano saliti a 2.560 miliardi e quelli francesi (dato al 30 aprile) a 2.703 miliardi: +39% e +73% rispettivamente.
Adesso, il mercato sovrano tricolore vale il 5% in meno del cugino.
Vantaggio di Parigi su Roma dimezzato
Praticamente, se oggi come oggi la BCE s’imbarcasse in nuovi stimoli monetari, rispetto agli anni passati ciò avvantaggerebbe i BTp rispetto agli Oat. Le dimensioni dei secondi sono nel frattempo aumentate in proporzioni maggiori. Anche se c’è da dire che il Pil italiano valeva a fine 2024 il 75% di quello francese, appena meno del 76% di fine 2014. La quota di acquisti spettanti in base a tali valori sarebbe del 14,5% (dal 16% attuale) per l’Italia e al 19,3% per la Francia (dal 21%).
Supponiamo un QE da 50 miliardi al mese per i soli acquisti di titoli di stato. La BCE dovrebbe rastrellare sui 9,7 miliardi di Oat e 7,3 miliardi di BTp. I primi equivarrebbero allo 0,36% dell’intero mercato sovrano transalpino, i secondi allo 0,28%. Il vantaggio di Parigi su Roma resterebbe, ma dimezzato rispetto al 2015. Sulla stessa somma, allora sarebbe stato pari allo 0,49% contro lo 0,65% rispettivamente.
Spread Italia Francia, stimoli BCE non in vista
Da considerare che gli stimoli monetari ridurrebbero il rischio percepito tra gli investitori, un fatto che contribuirebbe a premiare i BTp, portando alla contrazione dello spread tra Italia e Francia. Certo, in questa fase gioverebbe anche agli Oat, che sono diventati i secondi titoli più temuti nell’area dopo i nostri.
Ad ogni modo, non ci sono acquisti netti in programma a Francoforte. Viceversa, la BCE sta cercando il modo di porre fine alla lunga era di politiche non ortodosse seguite fino a qualche anno addietro. Le cose cambierebbero solo nel caso di tonfo per inflazione e Pil. Nessuno prevede per il momento qualcosa del genere.
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