Scontrini solo digitali dal 2026? Cosa cambierebbe davvero per negozi e consumatori

L’Italia si prepara a dire addio agli scontrini cartacei: in arrivo una svolta digitale che cambierà abitudini e regole.
4 settimane fa
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scontrini
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La progressiva eliminazione degli scontrini fisici sembra davvero avvicinarsi a grandi passi. Le recenti evoluzioni normative, discusse e approvate nella Commissione Finanze della Camera il 17 giugno, preannunciano un cambiamento profondo nel modo in cui i consumatori e gli esercenti interagiscono nel processo di pagamento. La carta potrebbe presto diventare un ricordo del passato, sostituita da alternative completamente digitali.

Addio scontrini su carta: un cambiamento spinto dalla digitalizzazione fiscale

L’obiettivo dichiarato della riforma è accelerare la modernizzazione del sistema fiscale attraverso la dematerializzazione delle certificazioni. In questa visione, la digitalizzazione degli scontrini si inserirebbe in un percorso già tracciato dalle politiche di transizione tecnologica.

Il nuovo impianto normativo non solo promuove l’efficienza e il controllo, ma si ispira anche a modelli già sperimentati con successo in altri paesi europei.

A partire dal 2026, secondo quanto previsto dalla Manovra 2025, i registrazione di cassa e i terminali di pagamento (POS) dovranno dialogare tra loro. Questo passaggio tecnico renderebbe superfluo, nella maggior parte dei casi, il rilascio del tradizionale documento commerciale in formato cartaceo.

Scontrini elettronici per i pagamenti tracciabili

Il cuore della proposta consiste nel legare il formato del documento commerciale alla modalità di pagamento. In concreto, se un consumatore effettua un acquisto utilizzando un metodo tracciabile — come carte di credito, bancomat, app di pagamento o altre soluzioni digitali — lo scontrino fisico non sarebbe più obbligatorio. In sua vece, verrebbe generato un equivalente elettronico. Consultabile, ad esempio, direttamente sul display del registratore di cassa o tramite un sistema integrato.

In questo scenario, la stampa dello scontrino rimarrebbe opzionale e potrebbe essere richiesta esplicitamente dal cliente, ma non sarebbe più la prassi.

L’obiettivo è ridurre drasticamente l’utilizzo della carta, lasciandola come opzione riservata a chi sceglie di pagare in contanti.

La spinta dei modelli internazionali e delle grandi catene

Il disegno riformatore prenderebbe ispirazione da esperienze consolidate all’estero. In diversi paesi europei, infatti, gli scontrini digitali sono già la normalità e si integrano perfettamente con le strategie di controllo fiscale, riducendo anche i margini per l’evasione. Allo stesso tempo, in Italia molte grandi catene commerciali si sono già mosse in questa direzione, offrendo scontrini in formato digitale, accessibili tramite app dedicate, portali online o tramite email.

Il successo di queste esperienze ha rafforzato l’idea che un sistema totalmente dematerializzato non solo è tecnicamente possibile, ma anche economicamente e ambientalmente vantaggioso.

Un vantaggio per consumatori e imprese

L’eliminazione dello scontrino cartaceo potrebbe con sé benefici tangibili. Da un lato, le aziende potrebbero ridurre i costi legati all’acquisto di carta termica e alla manutenzione delle stampanti fiscali. Dall’altro, i consumatori potrebbero gestire le proprie spese in modo più comodo, archiviarle digitalmente e accedervi quando necessario senza timore di smarrire un pezzo di carta facilmente deteriorabile.

Dal punto di vista ambientale, la riduzione del consumo di carta per milioni di transazioni quotidiane rappresenterebbe un passo avanti importante verso la sostenibilità. Ogni scontrino non stampato equivale a meno rifiuti prodotti e minore impatto ecologico.

Le eccezioni: contanti e stampa scontrini su richiesta

Nonostante l’accelerazione verso la digitalizzazione, come già detto,  lo scontrino cartaceo non verrebbe abolito del tutto. Rimarrebbe obbligatorio in presenza di pagamenti effettuati in contanti, garantendo così che anche in assenza di strumenti digitali vi sia una tracciabilità minima dell’operazione commerciale.

Inoltre, anche nel caso dei pagamenti tracciabili, i clienti potrebbero continuare a richiedere una stampa, ad esempio per esigenze personali, di rimborso o per fini contabili. In tal senso, il nuovo approccio non imporrebbe una digitalizzazione forzata, ma piuttosto introdurrebbe una maggiore flessibilità, permettendo a ciascun utente di scegliere il formato preferito.

Una riforma che guarda al futuro

Il futuro del documento commerciale in Italia si delinea in modo sempre più chiaro: lo scontrino elettronico sarebbe la regola, mentre quello fisico costituirebbe l’eccezione. Questa trasformazione, sostenuta dalla tecnologia e dalla normativa, si inserisce in una più ampia strategia di digitalizzazione dell’intero comparto fiscale, già avviata con l’introduzione della fattura elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi.

La combinazione di POS intelligenti e registratori connessi apre scenari interessanti anche per il controllo automatico delle operazioni, la semplificazione delle dichiarazioni fiscali e la lotta all’evasione.

Riassumendo

  • Dal 2026, scontrini digitali sostituirebbero quelli cartacei per i pagamenti tracciabili.
  • Lo scontrino cartaceo resterebbe obbligatorio solo per chi paga in contanti.
  • I registratori e i POS saranno interconnessi per facilitare la trasmissione dei corrispettivi.
  • I modelli esteri e le grandi catene ispirano la transizione digitale italiana.
  • Vantaggi per ambiente, consumatori e imprese con la riduzione dell’uso della carta.
  • Lo scontrino stampato sarebbe disponibile su richiesta, anche per pagamenti elettronici.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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