Nel calendario fiscale italiano, il 16 giugno rappresenta una data chiave per i proprietari di immobili: entro questa scadenza, è necessario versare l’acconto IMU (Imposta Municipale Unica) per l’anno in corso, in questo caso il 2025. Chiunque ometta il pagamento o versi solo parzialmente quanto dovuto, ha la possibilità di sanare la propria posizione grazie allo strumento del ravvedimento operoso.
Questa procedura consente di rimediare volontariamente al mancato adempimento, evitando le pesanti conseguenze derivanti da eventuali accertamenti da parte dell’amministrazione tributaria. Tuttavia, è essenziale agire con tempestività: quanto prima si interviene, tanto più contenuta sarà la sanzione da corrispondere.
Scadenze IMU: acconto e saldo
Il tributo IMU è suddiviso in due rate annuali.
L’acconto deve essere versato entro il 16 giugno dell’anno di riferimento, mentre il saldo finale va corrisposto entro il 16 dicembre. È comunque ammessa la possibilità di effettuare il pagamento in un’unica soluzione, entro il termine di giugno, versando contestualmente sia l’acconto sia il saldo dovuto per l’intero anno.
Nel 2025, quindi, il termine per il versamento dell’acconto (o dell’intero importo, in caso di pagamento in un’unica rata) è fissato a lunedì 16 giugno.
Ravvedimento IMU: la normativa di riferimento
Quando il contribuente non rispetta la scadenza prevista o versa un importo inferiore al dovuto, può avvalersi del ravvedimento operoso, previsto dall’art. 13 del D. Lgs. n. 472/1997. Questo strumento consente di regolarizzare la propria posizione tributaria spontaneamente, evitando accertamenti fiscali, applicando sanzioni ridotte e corrispondendo interessi commisurati ai giorni di ritardo.
Per calcolare l’importo complessivo da versare con il ravvedimento IMU, occorre sommare:
- l’ammontare dell’imposta omessa;
- una sanzione ridotta, calcolata in base al ritardo;
- gli interessi legali, applicati giornalmente sul debito.
Le nuove aliquote sanzionatorie in vigore dal 1° settembre 2024
La normativa prevede diverse soglie di sanzione, crescenti al crescere del tempo trascorso dalla scadenza. Dal 1° settembre 2024 sono in vigore nuove percentuali sanzionatorie:
- entro 14 giorni dalla scadenza: 0,083% al giorno di ritardo, fino a un massimo dell’1,162%;
- dal 15° al 30° giorno: sanzione forfettaria dell’1,25%;
- dal 31° al 90° giorno: sanzione dell’1,39%;
- oltre 90 giorni ma entro il termine di presentazione della dichiarazione IMU (o entro un anno in assenza di obbligo dichiarativo): 3,125% (pari a 1/8 della sanzione ordinaria);
- oltre il termine di cui sopra: 3,572% (ossia 1/7 della sanzione piena);
- in caso di comunicazione dell’atto previsto dall’art. 6-bis della legge n. 212/2000, non preceduto da verbale e senza richiesta di adesione: sanzione al 4,17% (1/6 della sanzione base).
L’importanza della tempestività
Effettuare il ravvedimento IMU nei primi 14 giorni dal termine risulta particolarmente vantaggioso. In questo intervallo, la sanzione è minima: solo lo 0,083% per ogni giorno di ritardo.
Per esempio, se il pagamento IMU avviene l’undicesimo giorno dopo la scadenza, quindi il 27 giugno 2025, il contribuente dovrà versare una sanzione pari allo 0,913% (0,083% x 11). Se invece il ravvedimento avviene l’ultimo giorno utile con la sanzione più bassa – cioè il 30 giugno 2025, quattordicesimo giorno – la sanzione ammonterà all’1,162%.
Oltre il 30 giugno, la sanzione aumenta sensibilmente. Un ravvedimento effettuato il 1° luglio 2025, ad esempio, rientra già nella seconda fascia e prevede una sanzione fissa dell’1,25%.
Ritardare ulteriormente fino a 90 giorni comporta una maggiorazione ulteriore, pari all’1,39%.
Omessa IMU: interessi legali da aggiungere alla sanzione
Oltre alla sanzione ridotta, il contribuente dovrà calcolare gli interessi legali per il periodo di ritardo, da applicare all’imposta non versata. Questi interessi sono determinati su base giornaliera, utilizzando il tasso legale annuo in vigore nel periodo di riferimento.
Per essere corretti nell’adempimento, è importante indicare sia la sanzione sia gli interessi utilizzando il medesimo codice tributo dell’IMU, relativo all’immobile in questione. L’utilizzo del codice corretto consente all’Agenzia delle Entrate e al Comune competente di attribuire correttamente il versamento.
Riassumendo
- L’acconto IMU 2025 va versato entro il 16 giugno, anche in unica soluzione.
- Il ravvedimento IMU consente di regolarizzare omessi o insufficienti versamenti con sanzioni ridotte.
- Le sanzioni aumentano progressivamente in base ai giorni di ritardo dal termine.
- Nei primi 14 giorni la sanzione è minima: 0,083% per ogni giorno di ritardo.
- Dopo il 30 giugno 2025 scattano percentuali sanzionatorie più elevate.
- Occorre aggiungere anche gli interessi legali e usare il corretto codice tributo IMU.