Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

Rottamazione quinquies, semaforo giallo: criteri, coperture e tempi

La rottamazione quinquies potrebbe rivoluzionare la gestione delle cartelle esattoriali, offrendo rate decennali e maggiore tolleranza
3 mesi fa
3 minuti di lettura
rottamazione delle cartelle
Foto © Pixabay

Il percorso verso la legge di bilancio 2026 è iniziato e il dibattito politico e tecnico si concentra su misure capaci di incidere in modo concreto sul sistema fiscale. In cima alla lista dei desideri figura una nuova edizione della definizione agevolata delle cartelle di pagamento. Sarebbe la rottamazione quinquies.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiarito che l’intenzione del governo è quella di predisporre una manovra che non richieda successivi correttivi, come troppo spesso è avvenuto in passato. Questa linea di prudenza punta a dare stabilità ai conti pubblici ed evitare modifiche in corsa, fonte di incertezza per cittadini e imprese.

Rottamazione quinquies: dentro le cartelle fino al 2023

In questo scenario, il tema delle cartelle esattoriali resta una priorità: da anni si cerca un equilibrio tra la necessità di recuperare crediti e la difficoltà di riscuoterli.

La Lega ha preso una posizione netta a favore della nuova sanatoria. Il partito ha già depositato, da tempi, in Parlamento una proposta di legge che prevede una dilazione particolarmente lunga: fino a dieci anni per le cartelle emesse entro il 2023. Questa scelta mira a rendere più accessibile il pagamento dei debiti e a incentivare i contribuenti a regolarizzare la propria posizione.

Confronto con la quater

Il nuovo piano della rottamazione quinquies si distinguerebbe chiaramente dall’ultima edizione, la cosiddetta rottamazione quater. Quest’ultima consente il pagamento in un massimo di 20 rate, corrispondenti a cinque anni di dilazione.

Con la quinquies, invece, il numero di rate raddoppierebbe, arrivando a coprire un periodo decennale. Ciò significa che, a parità di debito, l’importo delle singole rate sarebbe più contenuto, alleggerendo il carico finanziario per i contribuenti.

Un’altra modifica sostanziale riguarderebbe le condizioni di decadenza. Nel meccanismo della quater, basta non versare una sola rata (anche in parte) entro cinque giorni dalla scadenza per perdere i benefici della definizione agevolata. La proposta attuale, invece, prevede una soglia molto più ampia: il decadimento scatterebbe solo dopo il mancato pagamento di otto rate. Questo margine di tolleranza offre maggiore sicurezza a chi potrebbe incontrare difficoltà temporanee nel rispettare le scadenze.

Inoltre, la rottamazione quinquies amplierebbe il perimetro temporale delle cartelle incluse: non solo quelle precedenti al 2022, ma tutte quelle emesse fino al 2023. L’obiettivo è coprire una platea più ampia di debitori, in modo da facilitare il recupero di somme che, altrimenti, rischierebbero di restare non riscosse.

Rottamazione quinquies: stato dell’iter legislativo e prospettive

Il testo che introduce le nuove regole per la definizione agevolata è già al vaglio del Senato. L’intenzione è quella di integrare queste disposizioni nella prossima legge di bilancio. Si tratta, però, di un percorso complesso: sebbene vi sia un ampio consenso politico sul principio della pace fiscale, permangono dubbi e richieste di aggiustamenti da parte dei tecnici e del Ministero dell’Economia.

Il viceministro Maurizio Leo ha sottolineato più volte che qualunque intervento deve tener conto dei dati forniti dalla Commissione incaricata di analizzare il cosiddetto “magazzino” dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Si tratta dell’insieme dei crediti non riscossi, che supera i 1.200 miliardi di euro. Una cifra enorme, accumulata nel tempo, che richiede un approccio prudente e selettivo.

Le ragioni della cautela e i criteri di selettività

Secondo gli esperti, un provvedimento così ampio potrebbe avere effetti rilevanti sui conti pubblici. È per questo che gli esponenti del governo insistono sulla necessità di stabilire criteri più mirati rispetto a quelli previsti nella proposta della Lega.

Non tutte le cartelle, infatti, hanno le stesse probabilità di essere riscosse: alcune riguardano debiti ormai inesigibili, altre invece potrebbero essere recuperate con maggiore facilità. Adottare regole selettive aiuterebbe a concentrare gli sforzi dove il beneficio per lo Stato sarebbe più concreto.

Questa prudenza non implica un rifiuto del principio della nuova rottamazione quinquies, ma piuttosto una volontà di bilanciare equità e sostenibilità. Da un lato c’è l’esigenza di dare ai cittadini in difficoltà una possibilità reale di regolarizzare la propria posizione. Dall’altro, c’è la necessità di evitare sanatorie troppo generose che potrebbero minare la fiducia di chi ha sempre rispettato le scadenze fiscali.

Un percorso ancora da costruire per la rottamazione quinquies

La rottamazione quinquies, se approvata, rappresenterebbe un nuovo capitolo nella lunga storia delle paci fiscali italiane. Tuttavia, è evidente che il cammino verso una soluzione definitiva è ancora lungo. La gestione del debito fiscale arretrato rimane una sfida complessa: non si tratta solo di offrire agevolazioni, ma di ripensare il sistema di riscossione in modo strutturale.

Il governo dovrà, quindi, trovare un equilibrio tra le pressioni politiche, le esigenze di bilancio e il rispetto dei principi di equità fiscale. Per milioni di contribuenti, l’attesa di una nuova opportunità di definizione agevolata potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno. Al tempo stesso, l’esecutivo non può ignorare il rischio che misure troppo permissive riducano il senso di responsabilità fiscale.

Riassumendo

  • Il governo prepara la legge di bilancio 2026 senza correttivi successivi.
  • La Lega insiste per la rottamazione quinquies per cartelle fino al 2023.
  • Rateizzazione decennale e maggiore tolleranza: decadenza dopo otto rate non pagate.
  • Differenze significative rispetto alla precedente rottamazione quater.
  • Il Senato valuta l’inserimento delle nuove regole nella manovra.
  • Necessari criteri selettivi per gestire 1.200 miliardi di debiti arretrati.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

rivalutazione pensioni
Articolo precedente

Rivalutazione pensioni, verso il 2026: importi, fasce e costi

Riunione BCE sui tassi
Articolo seguente

Riunione BCE sui tassi di interesse, cosa dobbiamo aspettarci oggi?