La Premier Giorgia Meloni rilancia il tema del taglio delle tasse per il ceto medio. Non più tardi di qualche ora fa, intervenendo a un evento organizzato da commercialisti e Confcommercio, ha confermato l’intenzione del governo di ridurre l’IRPEF del secondo scaglione: dal 35% al 33%, ampliando al contempo il range da 28.000–50.000 euro a 28.000–60.000 euro.
Nel frattempo, Matteo Salvini — Vicepremier, Ministro delle Infrastrutture e leader della Lega — continua a spingere sulla pace fiscale, sostenendo con forza la rottamazione quinquies. La misura è già oggetto di una proposta di legge depositata a Palazzo Madama dai senatori del Carroccio. Secondo Salvini, la nuova pace fiscale sarà inserita nella prossima legge di Bilancio.
La proposta della Lega resta quella iniziale, anche se i correttivi non sono esclusi
Le parole di Salvini, pronunciate durante il Consiglio Federale della Lega, rappresentano una notizia positiva. Tuttavia, chi sperava in un avvio immediato della nuova rottamazione dovrà armarsi di pazienza.
L’obiettivo, secondo Salvini, è ottenere il via libera alla rottamazione quinquies nel corso del 2026. Come anticipato, la proposta è già stata depositata al Senato e si punta ad arrivare a un primo via libera in Commissione prima della pausa estiva. Seguirà poi l’iter tradizionale, con il passaggio in Consiglio dei Ministri e successivamente in Parlamento, per l’inserimento nella manovra di fine anno.
«Salvare la vita a milioni di italiani che hanno avuto difficoltà e che potrebbero saldare il debito in dieci anni, tornando a lavorare e a pagare tutto»: queste le parole testuali di Salvini. Dichiarazione che lascia intuire come la proposta resti fedele all’impianto originario, ossia una sanatoria profonda e potenzialmente molto vantaggiosa.
Rottamazione quinquies confermata con le 120 rate e nuove regole
Qualcosa rispetto al piano iniziale potrebbe però essere ritoccato, soprattutto per quanto riguarda la platea dei beneficiari, i requisiti di accesso e il meccanismo di applicazione. Lo ha lasciato intendere anche il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenuto nello stesso evento della Lega. Giorgetti ha confermato che ci sono i tempi tecnici per arrivare all’approvazione nella legge di Stabilità di fine anno, ma occorre lavorare sul testo.
Ad oggi, la proposta prevede che la rottamazione riguardi le cartelle esattoriali notificate fino al 31 dicembre 2023, ampliando così l’ambito rispetto alla rottamazione quater, che includeva solo le cartelle fino al 30 giugno 2022. Non si esclude che la soglia possa essere ulteriormente estesa, magari al 31 dicembre 2024, considerando che inizialmente si ipotizzava l’entrata in vigore già entro luglio 2025. Ora, invece, tutto è rinviato al 2026.
Addio agli errori del passato, una rottamazione quinquies tutta nuova
Dal punto di vista strutturale, l’obiettivo è correggere le storture che hanno caratterizzato la precedente rottamazione quater, la quale ha deluso le aspettative sia per il numero ridotto di adesioni, sia per i problemi di sostenibilità. Troppe domande non presentate, anche a causa di criticità come le due maxi-rate iniziali pari al 20% del debito complessivo, che hanno scoraggiato molti contribuenti.
Un altro problema è stato il numero ridotto di rate trimestrali: appena 18, da distribuire tra il 2023 e il 2027.
E soprattutto, la rigidità del meccanismo di decadenza, che si attivava già alla prima rata non pagata entro i 5 giorni lavorativi dalla scadenza.
La nuova rottamazione prevede invece una dilazione decennale, come confermato anche da Salvini: 10 anni di tempo per pagare. Con rate mensili di pari importo distribuite su 120 mesi. Inoltre, il piano dovrebbe prevedere la possibilità di mantenere l’accesso al beneficio anche in caso di mancato pagamento fino a 8 rate, anche non consecutive. Evitando così la decadenza immediata.