Un risparmiatore reggiano grazie all’Associazione a difesa dei Consumatori “Adiconsum” è riuscito ad ottenere una vittoria contro Poste Italiane per l’errata liquidazione degli interessi su buoni fruttiferi postali appartenenti alla serie Q/P.

Ma vediamo cosa è accaduto e perché il risparmiatore è riuscito ad ottenere quanto richiesto.

La storia del risparmiatore reggiano

Un risparmiatore reggiano si è rivolto all’Adiconsum dell’Emilia Centrale per un calcolo inesatto di bfp della serie Q/P in suo possesso. Il cittadino nel dettaglio possedeva 2 titoli del 1988 ed ha presentato ricorso contro Poste perché quest’ultima non voleva riconoscergli in pieno i rendimenti che erano indicati dietro i buoni.

La questione è stata quindi presentata all’esame dell’ABF che ha constatato che Poste ha utilizzato un modulo cartaceo della vecchia serie “P” quando sul mercato c’erano i titoli della serie “Q”. E’ successo poi che dopo l’emanazione del DM del 13 giugno 1986 tutti i tassi delle serie precedenti hanno subito conversione a quelli della serie “Q”: questo dal 1° gennaio del 1987.

Patrizia Barletta dell’Adiconsum ha spiegato che i buoni fruttiferi postali oggetto della diatriba erano stati emessi dopo il Decreto Ministeriale e quindi in un momento in cui la serie “P” era fuori corso. Sui titoli in oggetto, poi, era stato apposto un timbro che recava davanti l’indicazione della serie “Q” e dietro i nuovi rendimenti. Il problema è che i nuovi rendimenti prendevano in considerazione soltanto il periodo che va dal primo al ventesimo anno senza prevedere nulla per quello che andava dal ventunesimo al trentesimo anno.

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La sentenza dell’ABF

L’Arbitro Bancario Finanziario chiamato in causa per risolvere tale situazione ha stabilito che i tassi d’interesse da applicare dal ventunesimo al trentesimo anno dovevano essere quelli riportati dietro ai buoni ovviamente più elevati anche perché si riferivano ad una serie precedente.

A Poste Italiane, quindi, è stato comunicato che dovrà sostenere a favore del ricorrente gli importi calcolati sulla base delle condizioni che erano riportate dietro al titolo oltre che le spese di procedura.

L’Adiconsum è riuscita a far ottenere al risparmiatore 23 mila euro per errata liquidazione degli interessi su un buono postale della serie Q/P ed invita tutti a non fermarsi davanti al rifiuto di Poste Italiane di rimborsare secondo i tassi riportati sul buono anche nel caso in cui quest’ultimo sia stato già riscosso.

L’Associazione comunica infatti che Poste è tenuta a rilasciare su richiesta la copia del buono incassato e che la cointestazione resta possibile. Se il risparmiatore  poi crede che la differenza tra quanto liquidato dall’ufficio postale e quello a cui avrebbe diritto è significativa dovrà cercare di ottenere quanto gli spetta facendo ricorso all’ABF e magari avvalendosi dell’ausilio di un’Associazione a Difesa dei Consumatori.

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