Il Consiglio dei Ministri ha varato, il 9 maggio 2025, un decreto legislativo che ridisegna i tributi regionali e locali nell’ottica del federalismo fiscale.
Il provvedimento, firmato dai ministri Giorgetti e Calderoli, introduce maggiore autonomia impositiva per Regioni, Province e Comuni, semplifica gli adempimenti per cittadini e imprese e rafforza il principio di “adempimento spontaneo” tramite lettere di compliance. Sconti per chi paga con addebito diretto e definizioni agevolate.
Tra le novità spiccano l’avviso di accertamento esecutivo per le Regioni, la gestione semplificata del bollo auto, sanzioni comunali più proporzionate su IMU, TARI e imposta di soggiorno, nonché l’attribuzione integrale ai Comuni – dal 2025 al 2027 – delle maggiori somme recuperate dall’evasione.
Ma quali effetti produrrà questa riforma sulla rottamazione delle cartelle esattoriali? Infatti, il decreto di riforma contiene specifiche disposizioni in materia di definizioni agevolate.
Vediamo quali sono le prospettive di pace fiscale dopo l’approvazione del decreto di riforma partendo però dalle attuali chances di rottamazione delle cartelle.
La rottamazione delle cartelle. Rottamazione-quinquies e prospettive future
La “rottamazione‑quater” resta oggi la via concreta per alleggerire i debiti con l’Agente della Riscossione: dopo le sette rate già scadute, si prosegue fino a novembre 2027, ma i contribuenti decaduti potevano rientrare con la speciale riammissione prevista dal DL Milleproroghe, che andava richiesta entro il 30 aprile 2025; la domanda blocca pignoramenti e consente di spalmare le rate saltate in dieci mensilità, da versare in parallelo al piano ordinario eventualmente ancora in essere per altri carichi, sebbene ciò renda il calendario dei pagamenti piuttosto serrato.
Intanto la politica con il nuovo Ddl discute la “rottamazione‑quinquies”: la proposta sostenuta dalla Lega punta a estendere la sanatoria ai carichi fino al 31 dicembre 2023 e a dilazionare il saldo in 120 rate mensili fino al 2035, superando i limiti di cassa e le rate trimestrali della versione precedente.
La rottamazione-quinquies riguarda anche gli Enti locali.
n sintesi, chi vuole chiudere le pendenze oggi deve puntare sulla riammissione alla quater, mentre la quinquies – se e quando vedrà la luce – potrebbe offrire chance di saldo più morbide ma è ancora tutta da conquistare nel percorso parlamentare
Riforma tributi locali. Come cambia la rottamazione delle cartelle?
In premessa abbiamo accennato alla nuova riforma dei tributi locali.
L’art.4 della riforma disciplina in maniera dettagliata la “Definizione agevolata in materia di tributi delle regioni e degli enti locali”.
L’approvazione del nuovo decreto di riforma dei tributi locali impatta dunque anche sulla rottamazione delle cartelle ovvero sulle c.d. definizioni agevolate.
Nello specifico, la riforma dei tributi locali affida a Regioni, Province e Comuni il potere – finora riservato allo Stato – di varare proprie “definizioni agevolate”.
In concreto, ogni ente potrà lanciare sanatorie mirate sui tributi di sua competenza (IMU, TARI, addizionali IRPEF, canoni patrimoniali ecc.), cancellando o riducendo interessi e sanzioni su debiti di difficile riscossione. Anche se già in contenzioso.
Il provvedimento impone alcune garanzie:
- obbligo di fissare una finestra minima di 60 giorni dall’avviso pubblico;
- esclusione di IRAP e imposte erariali compartecipate;
- e rispetto dell’equilibrio di bilancio.
Se lo Stato varasse nuove rottamazioni, gli enti potrebbero replicarle per assicurare parità di trattamento. I regolamenti comunali o regionali diverranno efficaci con la sola pubblicazione online – poi trasmessi al MEF a fini statistici – e dovranno prevedere canali digitali per l’adesione, segnalando un deciso passo verso un federalismo fiscale più “morbido” e cooperativo nella riscossione.
Le principali novità sono state evidenziate nel comunicato stampa sulla riforma dei tributi locali del governo Meloni.
Gli impatti della riforma sulla rottamazione delle cartelle
Tema | Dettagli |
Autonomia degli enti | Regioni e enti locali possono introdurre proprie sanatorie, rispettando Costituzione e bilanci |
Tipologia di agevolazione | Riduzione/esclusione interessi e/o sanzioni per obblighi tributari non assolti |
Ambito applicativo | Possibile per accertamenti e contenziosi in corso; esclusa IRAP e addizionali/ compartecipazioni erariali |
Finestra di adesione | Termine fissato dall’ente, minimo 60 giorni dalla pubblicazione |
Allineamento nazionale | Se la legge statale prevede rottamazioni, enti possono introdurre analoghe misure |
Uso di tecnologie digitali | Regolamenti devono consentire il pagamento online e procedure telematiche |
Entrate patrimoniali | Agevolazione estendibile anche a entrate non tributarie |
Efficacia e trasparenza | Regolamenti efficaci con pubblicazione sul sito; trasmissione al MEF entro 60 giorni |
Riassumendo
- Riforma tributi locali (DL 9 maggio 2025) – più autonomia fiscale a Regioni, Province e Comuni, con possibilità di varare proprie “definizioni agevolate”.
- Definizioni agevolate locali – sanatorie su IMU, TARI, addizionali IRPEF e altre entrate, con riduzione o azzeramento di interessi e sanzioni, anche su ruoli già in contenzioso.
- Garanzie e limiti – esclusa IRAP, finestra minima di 60 giorni per aderire, equilibrio di bilancio e pubblicazione online come condizione di efficacia; invio del regolamento al MEF a fini statistici.
- Allineamento con lo Stato – se Roma introduce nuove rottamazioni (es. “quinquies”), gli enti possono replicarle per assicurare pari trattamento ai contribuenti.
- Pace fiscale nazionale – oggi resta operativa la riammissione alla “rottamazione‑quater” (domande chiuse il 30 aprile 2025), mentre la “rottamazione‑quinquies” per carichi fino al 31 dicembre 2023 è ancora in discussione parlamentare