La quotazione dell’oro segna un nuovo record e la pista porta ad Atlanta

La quotazione dell'oro ha sfondato i 2.500 dollari per un'oncia, in attesa che la Federal Reserve tagli i tassi di interesse a settembre.
4 mesi fa
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Prezzo dell'oro ai massimi da agosto

Ennesimo record per la quotazione dell’oro, che nelle scorse ore ha superato i 2.500 dollari l’oncia fino a segnare un massimo di oltre 2.508 dollari. Su base annua i guadagni si aggirano intorno al 30% e dall’inizio del 2024 si attestano ad oltre il 21%. Il metallo non si ferma, segno che la domanda resti elevata. E sarebbero ancora una volta le banche centrali, specie in Asia, a sostenerla nel loro tentativo di diversificare le riserve valutarie. Si parla con sempre maggiore insistenza di “dedollarizzazione”, anche se per il momento non sembra affatto questo lo scenario.

E’ vero che i Brics, trainati da Cina e Russia, puntano a sganciarsi progressivamente dalla finanza dollaro-centrica. D’altra parte, di alternative credibili non ne hanno e sono costretti a rinviare i loro piani a quando si presenteranno le condizioni minime.

Taglio dei tassi Fed vicino

Sembra, invece, che quanto stia accadendo rifletta perlopiù un’ordinaria esigenza per le banche centrali di difendere le proprie riserve valutarie da un deprezzamento atteso del dollaro. Questi ha perso mediamente il 3,6% in meno di due mesi. Sta scendendo dai massimi di questi anni, in prospettiva di un primo taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve. E la quotazione dell’oro risente proprio dell’atteso allentamento monetario presso la prima economia mondiale. Qualche notizia in più dovrebbe emergere nei prossimi giorni dal simposio delle banche centrali a Jackson Hole.

Se guardiamo alle aspettative del mercato, captate dai contratti futures di Cme Group, notiamo che puntino a una riduzione del costo del denaro da parte di Atlanta di 100 punti base o 1% entro dicembre. Per settembre, però, le probabilità di un maxi-taglio dello 0,50% sono precipitate a poco più di un quarto. Erano al 50% fino a pochi giorni fa. Ma le vendite al dettaglio a luglio sono cresciute molto meglio delle previsioni: +1% mensile e +2,7% annuale.

Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono state anch’esse molto inferiori alle attese. Il rischio di recessione negli Stati Uniti sembra un po’ meno immediato di quanto pensassimo agli inizi del mese.

Quotazione oro inversa ai rendimenti obbligazionari

La quotazione dell’oro tende anche a viaggiare in direzione opposta ai rendimenti obbligazionari. Il Treasury a 10 anni offriva il 4,70% in aprile, mentre oggi sta al 3,85%. La concorrenza al metallo, che ricordiamo essere un asset senza cedola, è venuta parzialmente meno. E l’indebolimento del dollaro fa il resto, riducendone il costo di acquisto per gli investitori non americani. A tutto ciò si aggiungono riflessioni extra-economiche, come le tensioni geopolitiche di questa fase e le incertezze relative alla prossima amministrazione americana.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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