Politiche attive: assumere lavoratori svantaggiati conviene a tutti

L'inclusione lavorativa dei lavoratori svantaggiati è essenziale per un mercato equo, favorendo crescita economica e coesione sociale
5 giorni fa
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lavoratori svantaggiati
Foto © Pixabay

Nel contesto delle politiche attive del lavoro, l’inclusione sociale e l’occupazione rappresentano obiettivi fondamentali per garantire pari opportunità a tutti i cittadini. In quest’ottica, il Decreto del Ministero del Lavoro del 17 ottobre 2017 ha individuato specifiche categorie di lavoratori che necessitano di un supporto maggiore per l’inserimento nel mondo del lavoro. Queste categorie, dunque, denominate “lavoratori svantaggiati”, rientrano in un quadro normativo volto a incentivare l’occupazione attraverso misure dedicate.

Vediamo chi rientra in questa categoria di lavoratori.

Chi sono i lavoratori svantaggiati?

I lavoratori svantaggiati sono individui che, per determinate condizioni personali e professionali, incontrano maggiori difficoltà nel trovare o mantenere un impiego stabile.

L’appartenenza a questa categoria è definita dalla presenza di almeno uno dei seguenti requisiti:

  • assenza di un’occupazione regolarmente retribuita da almeno sei mesi;
  • età compresa tra i 15 e i 24 anni;
  • mancanza di un diploma di istruzione secondaria superiore o professionale (corrispondente al livello ISCED 3), oppure conclusione del percorso formativo a tempo pieno da non più di due anni senza aver ottenuto ancora un primo impiego regolarmente retribuito;
  • superamento della soglia dei 50 anni d’età;
  • condizione di adulto che vive solo con uno o più familiari fiscalmente a carico;
  • impiego in settori caratterizzati da una forte disparità di genere, in cui la differenza di presenza tra uomini e donne supera almeno del 25% la media settoriale, se il lavoratore appartiene al genere sottorappresentato;
  • appartenenza a una minoranza etnica di uno Stato membro dell’Unione Europea con necessità di migliorare competenze linguistiche, esperienze lavorative o formazione professionale per favorire l’accesso a un’occupazione stabile.

Queste condizioni delineano profili che richiedono interventi specifici da parte delle istituzioni, finalizzati a promuovere l’integrazione lavorativa e la riduzione delle disuguaglianze nel mercato del lavoro.

L’importanza delle politiche attive del lavoro

L’inserimento lavorativo di persone in condizioni di svantaggio è una priorità delle strategie di sviluppo occupazionale. Le politiche attive del lavoro mirano a creare opportunità concrete attraverso percorsi di formazione, incentivi per le imprese e supporto all’occupazione. Tali misure sono progettate per favorire l’accesso a un impiego stabile e migliorare la qualità delle condizioni lavorative.

Gli interventi specifici a favore dei lavoratori svantaggiati includono:

  • programmi di formazione professionale per colmare il gap di competenze richiesto dal mercato;
  • sostegno all’autoimprenditorialità per chi desidera avviare un’attività autonoma;
  • incentivi economici alle aziende che assumono persone appartenenti a queste categorie;
  • progetti di orientamento e accompagnamento al lavoro per facilitare il percorso di ingresso nel mondo lavorativo.

Queste iniziative non solo agevolano l’integrazione occupazionale, ma contribuiscono anche alla crescita economica e sociale, riducendo il rischio di marginalizzazione.

Le opportunità per le imprese

Le aziende che scelgono di assumere lavoratori svantaggiati possono beneficiare di agevolazioni economiche e fiscali. Le misure più comuni comprendono sgravi contributivi, incentivi per la stabilizzazione contrattuale e facilitazioni nell’accesso a fondi per la formazione del personale.

L’assunzione di personale appartenente a questa categoria non è solo un vantaggio economico per le imprese, ma rappresenta anche un’opportunità per migliorare la diversità e l’inclusione aziendale, valorizzando competenze spesso sottovalutate e favorendo un ambiente di lavoro più equo e dinamico.

Lavoratori svantaggiati: l’inclusione lavorativa come valore sociale

Favorire l’occupazione dei lavoratori svantaggiati fondamentalmente significa contribuire attivamente alla creazione di una società più equa e solidale. L’accesso al lavoro non solo migliora la qualità della vita delle persone coinvolte, ma genera un impatto positivo sull’intero sistema economico e sociale.

Investire in politiche di inclusione e sostegno al lavoro è una strategia vincente per tutti: per i lavoratori, che trovano nuove opportunità, per le aziende, che possono accedere a risorse umane qualificate con incentivi economici, e per la collettività, che beneficia di un mercato del lavoro più inclusivo e dinamico.

Riassumendo

  • Definizione: i lavoratori svantaggiati hanno difficoltà occupazionali per condizioni personali o professionali specifiche.
  • Criteri: rientrano nella categoria per età, formazione, disoccupazione, condizioni familiari o appartenenza a minoranze.
  • Politiche attive: misure di formazione, incentivi economici e supporto all’inserimento lavorativo.
  • Benefici per aziende: sgravi fiscali e incentivi per l’assunzione di lavoratori svantaggiati.
  • Inclusione sociale: lavoro stabile migliora la qualità della vita e riduce l’emarginazione.
  • Obiettivo finale: creare un mercato del lavoro più equo e inclusivo per tutti.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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