Per prendere la pensione quanti anni bisogna lavorare?

Requisiti che cambiano da misura a misura, ecco per prendere la pensione quanti anni bisogna lavorare e cosa cambia.
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2 settimane fa
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Per prendere la pensione quanti anni bisogna lavorare.
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Qual è la domanda delle domande quando si parla di pensioni? Sicuramente è quella da cui parte il nostro approfondimento quotidiano: quanti anni bisogna lavorare per andare in pensione? È da questo quesito che nasce tutto. Perché, se è vero che si discute spesso di età pensionabile, è altrettanto vero che, per accedere alla pensione, serve una carriera lavorativa con contributi versati che non possono scendere sotto determinate soglie.

Per prendere la pensione, quanti anni bisogna lavorare?

Dal 2027 cambierà l’età pensionabile oppure no? Il dubbio è lecito. Da un lato, i dati ISTAT sull’aspettativa di vita lasciano presumere che l’aumento di 3 mesi dell’età per la pensione di vecchiaia sia un adeguamento praticamente fisiologico.

Dall’altro lato, però, ci sono le dichiarazioni del governo che, per voce di alcuni suoi esponenti, ha promesso, tramite decreto, di bloccare questi incrementi.

L’età pensionabile oggi è fissata a 67 anni. Ma rimarrà così anche nel 2027 o salirà a 67 anni e 3 mesi? Il dubbio resta, e bisognerà attendere le decisioni ufficiali del governo. Tuttavia, come dicevamo, non conta solo l’età anagrafica: è fondamentale anche la carriera contributiva. E, come per l’età, anche i requisiti contributivi variano da misura a misura.

Pensioni con 20 anni di contributi: ecco quanti anni bisogna lavorare

Se il riferimento è la pensione di vecchiaia, allora l’età è fissata a 67 anni, con un requisito minimo di 20 anni di contributi. Tuttavia, anche questa combinazione 67 + 20 non è sempre sufficiente. Infatti, per chi non ha versamenti precedenti al 1996, non basta soddisfare questi due criteri: è necessario che l’importo della pensione spettante non sia inferiore all’Assegno Sociale in vigore nell’anno di uscita.

Requisiti variabili da misura a misura, anche per i contributi da versare

Come accade per l’età, anche i contributi richiesti possono variare a seconda delle diverse misure pensionistiche. È possibile andare in pensione prima dei 67 anni, ma solo in presenza di carriere molto più lunghe, a meno di rare eccezioni che consentono il pensionamento anche con meno di 20 anni.

Alla domanda “quanti anni bisogna lavorare per andare in pensione?”, la risposta cambia in base alla misura. Ad esempio, con la pensione anticipata contributiva, bastano 20 anni di versamenti e 64 anni di età. Tuttavia, è necessario che l’importo della pensione sia almeno 3 volte l’Assegno Sociale per gli uomini e per le donne senza figli.

Per le donne con figli, la soglia scende a 2,8 volte l’Assegno Sociale con un figlio, e a 2,6 volte con due o più figli.

Invalidità ma non solo: ecco quando bisogna lavorare e quali contributi servono per prendere la pensione

Anche in presenza di invalidità specifica, possono bastare 20 anni di contributi. In questo caso, le soglie anagrafiche si abbassano a 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini, ma solo se si ha un’invalidità pari o superiore all’80%.

È fondamentale distinguere l’invalidità pensionabile dall’invalidità civile: la prima riguarda la riduzione della capacità lavorativa nello specifico ambito professionale dell’interessato, mentre la seconda si riferisce a qualsiasi attività lavorativa.

A volte le carriere da completare diventano proibitive

Per altre misure, la risposta alla domanda “quanti anni bisogna lavorare per prendere la pensione?” diventa più complessa. Ad esempio:

  • per l’Ape Sociale, servono almeno 30 anni di contributi per disoccupati, invalidi e caregiver con almeno 63 anni e 5 mesi di età;
  • servono 36 anni di contributi per chi è addetto a lavori gravosi;
  • per accedere all’Opzione Donna, sono richiesti 35 anni di contributi e un’età compresa tra 59 e 61 anni, a seconda del numero di figli;
  • anche lo scivolo per i lavori usuranti richiede 35 anni di contributi, 61 anni e 7 mesi di età e il raggiungimento della quota 97,6.

Esistono poi misure senza limiti anagrafici, ma con carriere contributive molto impegnative. È il caso delle:

  • pensioni anticipate ordinarie, che richiedono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne;
  • quota 41 per i lavoratori precoci, accessibile solo in presenza di lavori gravosi, invalidità, disoccupazione o attività di cura, con 41 anni di contributi;
  • quota 103, per chi ha almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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