Pensioni personalizzate dall’INPS, ecco la nuova frontiere della riforma del sistema

Ecco i vari problemi dell'INPS e come potrebbe essere una nuova riforma delle pensioni che guardi ai giovani con pensioni personalizzate.
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2 settimane fa
3 minuti di lettura
Avanzo primario forza di Giorgetti
Avanzo primario forza di Giorgetti © Licenza Creative Commons

Riformare il sistema pensionistico, renderlo adatto ai cambiamenti demografici, più coerente con le nuove esigenze e strutturato in modo tale che anche i giovani possano comprenderlo. La riforma delle pensioni deve essere al passo con i tempi, poiché le regole attuali, inclusa la legge Fornero, risultano ormai superate.

Questo è il concetto alla base del sistema previdenziale ideale, un tema su cui si è espressa anche la Premier Giorgia Meloni. Ma come cambierebbero davvero le pensioni con una riforma strutturata? Si parla di pensioni anticipate, più elevate e personalizzate. Ecco il punto della situazione.

Pensioni personalizzate dall’INPS: ecco la nuova frontiera della riforma del sistema

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso una visione di sistema previdenziale che potrebbe diventare la base da cui far partire una profonda riforma delle pensioni.

Durante la conferenza stampa “INPS per i giovani – Iniziative e strumenti per accompagnare le nuove generazioni nel percorso di crescita e nella comprensione del sistema di welfare nazionale”, tenutasi il 3 giugno, è stata presentata la nuova sezione del sito INPS dedicata ai giovani. In tale occasione, la Premier ha indirizzato una lettera al Presidente dell’INPS, Gabriele Fava.

“Il Governo continuerà a lavorare per costruire quel nuovo modello di protezione sociale che i cittadini meritano e si aspettano da tempo. Un welfare che sappia essere all’altezza dei cambiamenti demografici, sociali ed economici del nostro tempo e che metta sempre la persona, i suoi bisogni e le sue esigenze al centro di tutto.”

I problemi dell’INPS di oggi sono come ieri o diversi?

Un’idea di welfare e pensioni che appare condivisibile.

Tuttavia, i problemi dell’INPS sono numerosi e, dato che i tempi sono cambiati, è necessario ripensare l’intero sistema.

Oggi è difficile spiegare a un giovane che per accedere alla pensione anticipata servono oltre 43 anni di contributi. I lavori stabili, duraturi e continuativi sono sempre più rari. Se poi si considera che molti giovani concludono studi universitari e post-laurea prima di entrare nel mondo del lavoro, diventa evidente che arrivare a 43 anni di versamenti significherebbe andare in pensione oltre i 70 anni.

Continuare a chiamarle “anticipate” appare dunque un esercizio di fantasia. Ma è altrettanto vero che l’INPS deve tenere sotto controllo i conti pubblici.

Una possibile soluzione? Separare la previdenza dall’assistenza, perché attualmente nei conti INPS confluiscono anche spese per sussidi e prestazioni assistenziali, aumentando il peso complessivo sul sistema.

Ecco cosa deve guardare una nuova riforma delle pensioni

Con sempre meno lavoratori attivi in proporzione ai pensionati – a causa dell’allungamento della vita media, della disoccupazione e della fuga dei giovani all’estero – il sistema previdenziale italiano scricchiola.

Allontanare ulteriormente l’età pensionabile non è la soluzione. Non a caso, il governo ha già promesso un intervento per evitare l’aumento automatico di 3 mesi dal 2027, tramite un decreto da emanare entro fine 2025.

Si cercano quindi soluzioni alternative, in particolare per le nuove generazioni. Più che potenziare la previdenza complementare, si punta a formule che permettano di andare in pensione prima e con assegni più elevati.

Due esigenze cruciali per i giovani.

Una proposta in esame prevede l’utilizzo del TFR per andare in pensione anticipatamente, magari destinandolo alla previdenza integrativa, che attraverso la rendita generata, aiuterebbe a potenziare l’importo delle pensioni future.

La riforma delle pensioni diventa personalizzata: che significa?

Una delle idee in campo è l’accesso alla pensione a 64 anni per tutti, facilitato da un trattamento pari ad almeno 3 o 3,2 volte l’assegno sociale, ottenuto grazie all’uso della previdenza integrativa.

Un esempio concreto? La misura introdotta nel 2025 che ha aperto alla rendita per le pensioni anticipate contributive. Le pensioni devono essere aggiornate ai tempi, perché la legge Fornero è obsoleta. La personalizzazione delle pensioni sarebbe quindi la soluzione ideale.

Da un lavoro all’altro, cambiano infatti non solo le esigenze del contribuente, ma anche le aspettative di vita, che variano a seconda del grado di usura fisica provocato dalla professione svolta.

Misure come l’Ape sociale, la Quota 41 precoci o lo scivolo per lavori usuranti lo dimostrano chiaramente. È difficile pensare a un sistema che non differenzi l’uscita dal lavoro in base a tipologia lavorativa o fragilità sociale.

Anche la proposta della Quota 41 per tutti, uno dei capisaldi della possibile nuova riforma, potrebbe essere rimodulata:

  • per chi ha problemi di salute, disoccupazione o familiari: pensione con 41 anni di contributi senza limiti anagrafici;
  • per tutti gli altri: uscita possibile a partire dai 62 anni di età.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

1 Comment

  1. Sinora si è visto ben poco, la pensione “anticipata” per i contributivi post 1996 ha consentito ad una platea limitatissima di esercitare l’opzione. Ben diverso sarebbe lo scenario con estensione ai misti (ante 1996)… Utilizzo di TFR e fondi pensione (specie con la tassazione agevolata del R.I.T.A) potrebbe consentire a molti di andare in pensione prima della sepoltura…

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