Pensione a 64 anni nel 2025, ecco le tante vie possibili anche poco conosciute

Quali sono le pensioni che permettono di uscire a 64 anni di età e come funzionano le varie alternative esistenti.
2 settimane fa
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64 anni di età per la pensione.
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Nel 2025, alcuni contribuenti potranno accedere alla pensione già al compimento dei 64 anni di età. Questo significa che sarà possibile andare in pensione con tre anni di anticipo rispetto ai requisiti ordinari, ma solo per chi rientra in specifiche misure previste dalla normativa vigente.

Altri, invece, non potranno accedere alla pensione a 64 anni, sia perché non soddisfano l’età minima richiesta dalle varie misure disponibili, sia perché non hanno maturato un numero sufficiente di contributi. E c’è persino chi non riesce ad andare in pensione nemmeno superata questa soglia anagrafica.

Ma allora, andare in pensione è davvero così difficile? La verità è che per accedere alla pensione occorre che più condizioni si allineino: età, contribuzione, categoria di appartenenza.

Tuttavia, è altrettanto vero che a 64 anni le opportunità offerte dalla legge sono numerose, anche se poco conosciute. Occorre quindi conoscerle e saperle cogliere.

Pensione a 64 anni nel 2025: ecco le tante vie possibili, anche poco conosciute

Grazie alle ultime novità introdotte con la Legge di Bilancio entrata in vigore a gennaio, le possibilità di andare in pensione a 64 anni o poco più sono aumentate. Forse la delusione per la mancata riforma complessiva del sistema pensionistico ha fatto passare in sordina queste nuove opzioni, ma sono tutt’altro che trascurabili.

Oltre alla conferma di misure che rischiavano di scadere il 31 dicembre 2024, sono state introdotte ulteriori possibilità concrete.

Ad esempio, a 64 anni è possibile accedere alle pensioni anticipate ordinarie: servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Non ci sono limiti anagrafici, quindi anche a 64 anni si può accedere a questa misura, purché si siano maturati i contributi necessari.

Chi ha carriere leggermente più brevi, che non permettono di accedere alla pensione anticipata ordinaria, può valutare Quota 41 per lavoratori precoci: bastano 41 anni di contributi, a condizione che almeno un anno risulti versato prima dei 19 anni di età. È inoltre necessario rientrare in una delle quattro categorie protette: caregiver, disoccupati, addetti a lavori gravosi o invalidi.

I precoci ma non solo: ecco Quota 103 per chi ha 41 anni di versamenti

Un’altra possibilità per andare in pensione a 64 anni è Quota 103, una misura prorogata dalla Legge di Bilancio. In realtà, con Quota 103 si può andare in pensione già a 62 anni, se si sono maturati 41 anni di contributi.

Tuttavia, questa opzione presenta due importanti limitazioni:

  1. Il calcolo della pensione è esclusivamente contributivo, e ciò comporta un assegno mensile più basso;
  2. L’importo massimo della pensione non può superare 4 volte l’assegno sociale.

Considerando che il trattamento minimo INPS nel 2025 è pari a 603,40 euro mensili, il tetto massimo per la pensione con Quota 103 è di 2.413,60 euro lordi al mese.

Anche con meno contributi la pensione a 64 anni è possibile: ecco come

Chi ha carriere più brevi può comunque accedere alla pensione a 64 anni grazie all’Ape Sociale. In questo caso, è sufficiente aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi di età e aver versato:

  • 30 anni di contributi per caregiver, disoccupati e invalidi;
  • 36 anni di contributi per gli addetti a lavori gravosi.

Anche in questo caso, è necessario appartenere a una delle categorie tutelate, le stesse previste per Quota 41.

L’Ape Sociale è una misura di accompagnamento alla pensione di vecchiaia: dura fino ai 67 anni, e durante questo periodo:

  • L’assegno non supera i 1.500 euro mensili;
  • Non è prevista la tredicesima;
  • Non ci sono maggiorazioni sociali, integrazioni al minimotrattamenti di famiglia;
  • L’importo non si adegua all’inflazione;
  • La pensione non è reversibile in caso di decesso del titolare.

Pensione anticipata contributiva: la via per chi ha iniziato a versare dopo il 1995

Infine, esiste anche la possibilità della pensione anticipata contributiva, riservata a chi non ha versato contributi prima del 1° gennaio 1996.

In questo caso, si può andare in pensione già a 64 anni di età, con almeno 20 anni di contributi, a condizione che siano soddisfatti altri requisiti (come l’importo minimo dell’assegno). Si tratta di una misura pensata per chi ha una carriera interamente contributiva, e rappresenta un’opportunità concreta, anche con un numero di anni versati relativamente basso.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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