Pensioni: per avere un assegno sufficiente ci vuole il salario minimo

Salario minimo sempre più urgente per alzare stipendi e pensioni. La soglia invalicabile è 9 euro all’ora, come indicato dalla Ue.
7 mesi fa
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salario minimo

Salario minimo sempre più necessario per avere pensioni sufficienti in futuro. Oggi più che mai la questione è di vitale importanza per i lavoratori che ricadono nel sistema contributivo puro. Giacché quelli che vanno in pensione anche con il sistema retributivo (sempre meno) possono beneficiare di assegni più agevolati.

A ribadire l’importanza di avere un salario minimo in Italia, uno dei pochi Paesi europei che ancora non ce l’ha, è il leader del partito democratico Elly Schlein. La misura “è sempre più urgente per alzare gli stipendi più fermi in Europa”, ma anche per intervenire a sostegno della previdenza sociale che è sempre più a carico della contribuzione generale.

Salario minimo e pensioni, per non morire di fame

Sicché il problema delle pensioni future in Italia è legato al salario minimo. Soprattutto per le nuove generazioni chiamate ad affrontare le sfide dell’inflazione e della precarietà del lavoro. Ne consegue che a bassi livelli di retribuzione non può che corrispondere una pensione bassa, indegna per vivere in vecchiaia.

A fare il punto sulla criticità del nostro sistema welfare è anche l’Inps. Secondo l’Istituto di previdenza sociale, la sostenibilità delle pensioni passa anche e soprattutto dalla necessità di garantire a chi lavora una retribuzione dignitosa al pari di quanto avviene negli altri Paesi Ue.

Mentre gli altri membri europei hanno adottato misure di salvaguardia del potere di acquisto, in Italia si è rimasti fermi. Anzi si è pure anche andati indietro diventando il fanalino di coda. E’ quindi necessario intervenire – dice Schein – per garantire a ogni lavoratore almeno 9 euro all’ora di retribuzione, come già indicato dalla Ue nel 2022. Cifra anche bassa oggi considerando l’esplosione dell’inflazione.

L’effetto sulle pensioni future

Come ravvisano gli esperti, il sistema pensionistico a ripartizione si regge sulla contribuzione apportata dai giovani lavoratori ai pensionati. Dati alla mano, l’Italia è rimasta molto indietro sul livello delle retribuzioni.

Guadagniamo il 40% in meno dei francesi e il 60% in meno dei tedeschi che, al contrario, negli ultimi 10 anni hanno saputo adeguare le retribuzioni all’inflazione reale.

Siamo l’unico Paese in cui negli ultimi 40 anni i salari sono diminuiti (-1,9%) anziché cresciuti. Nemmeno la Grecia o Cipro hanno fatto peggio. E la produttività degli ultimi 10 anni è stata 9 volte più bassa della media Ue, siamo ultimi con la Grecia per tassi di occupazione.

L’introduzione del salario minimo porterà quindi notevoli benefici ai lavoratori italiani e anche alle pensioni. Come sostiene da tempo anche l’Unione Europea:

fissare una soglia sotto la quale le retribuzioni non possono scendere aiuta a far crescere l’importo delle pensioni future dei giovani”.

In futuro, solo chi avrà alle spalle una carriera piena, continuativa e un lavoro degnamente retribuito potrà percepire una pensione sufficiente per campare. Oggi è possibile individuare tale soglia nel salario minimo a 9 euro all’ora. Per evitare di scivolare sotto la soglia di povertà, non solo lavorando, ma anche essendo in pensione.

Riassumendo…

  • Salario minimo sempre più urgente per alzare stipendi e pensioni.
  • La soglia invalicabile è 9 euro all’ora, come indicato dalla Ue.
  • In futuro, solo chi avrà un lavoro degnamente retribuito potrà percepire una pensione sufficiente.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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