Un lavoratore, nel momento in cui raggiunge i requisiti per la pensione o per l’Ape sociale, presenta domanda all’INPS e, se necessario, anche la domanda di certificazione del diritto. Successivamente, la pratica viene presa in carico dall’Istituto, che la elabora, la valuta e, se ne ricorrono le condizioni, la liquida. L’iter di una domanda di pensionamento segue queste fasi. In linea generale, occorre semplicemente attendere che l’INPS concluda il proprio lavoro e, naturalmente, che decorra il trattamento, la cui data di inizio non è sempre uniforme, variando in base alla misura pensionistica scelta.
Alcune prestazioni, ad esempio, decorrono dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.
Altre, invece, hanno una decorrenza stabilita da finestre di attesa previste dalla normativa, che possono essere più o meno lunghe. Si pensi ai 12 mesi di attesa per Opzione Donna, ai 9 o 7 mesi per Quota 103, a seconda che si tratti di dipendenti pubblici o privati, oppure ai 3 mesi delle pensioni anticipate ordinarie.
Per la pensione con l’Ape Sociale, però, la situazione è diversa, poiché l’iter burocratico presenta particolarità che incidono non solo sulla decorrenza, ma anche sui tempi di risposta.
“Buonasera, ho presentato domanda di Ape sociale a gennaio, avendo terminato a dicembre la Naspi. Ora siamo a giugno e non ho ancora ricevuto nulla dall’INPS. Eppure ho già ottenuto l’accoglimento della certificazione del diritto alla pensione. Possibile che, dopo sei mesi, io non sappia ancora nulla? Sto consumando quei pochi risparmi che mi erano rimasti. Trovo la cosa assurda.”
Pensioni Ape sociale, attesa lunga per la risposta INPS: ecco perché
L’Ape sociale è una misura pensionistica particolare da diversi punti di vista.
Più che una vera e propria pensione, è una prestazione di accompagnamento alla pensione di vecchiaia.
Lo dimostrano alcune sue caratteristiche: non prevede la tredicesima mensilità, né maggiorazioni sociali, né trattamenti di famiglia. Inoltre, non è reversibile ai superstiti, non si rivaluta con l’inflazione, e l’importo non può superare i 1.500 euro mensili.
Chi percepisce la pensione con Ape sociale non può svolgere attività lavorativa, a eccezione di lavoro autonomo occasionale entro il limite annuo di 5.000 euro. Questo perché vige il divieto di cumulo tra redditi da lavoro e Ape sociale.
La prestazione scade al compimento dei 67 anni, momento in cui il beneficiario deve presentare domanda di pensione di vecchiaia. L’Ape sociale spetta solo a determinate categorie:
- Invalidi civili con almeno il 74% di invalidità;
- Disoccupati che abbiano esaurito la Naspi spettante;
- Caregiver che assistono da almeno sei mesi un familiare disabile convivente;
- Lavoratori gravosi, che abbiano svolto l’attività per almeno 6 degli ultimi 7 anni, oppure 7 degli ultimi 10.
I requisiti contributivi sono di almeno 30 anni, elevati a 36 anni per i lavori gravosi, e l’età minima richiesta è 63 anni e 5 mesi.
Le particolarità della prestazione incidono anche sui tempi di liquidazione dell’INPS
L’Ape sociale è una misura sperimentale: viene confermata di anno in anno e non è strutturale.
Questo significa che l’INPS gestisce la prestazione entro i limiti delle risorse stanziate annualmente dal governo.
Le risorse, quindi, sono limitate e soggette a esaurimento. Per questo motivo, soprattutto per le domande presentate a fine anno, la liquidazione definitiva da parte dell’INPS avviene solo in presenza di fondi residui, secondo una graduatoria basata sulla data di presentazione.
Questa criticità riguarda sia chi presenta la domanda tardi, sul finire dell’anno, sia chi la presenta troppo presto, come nel caso del nostro lettore, a gennaio, quando le procedure relative al nuovo anno non sono ancora attive.
Arretrati garantiti, ma le scadenze per l’Ape sociale sono perentorie
La scadenza principale per l’invio della domanda di certificazione del diritto all’Ape sociale è, di norma, il 31 marzo di ogni anno. Le domande presentate entro tale data garantiscono l’accesso diretto alla prestazione, se i requisiti risultano idonei.
Chi presenta la domanda dopo il 31 marzo entra in graduatoria, con priorità stabilita in base alla data e alle risorse disponibili. Le scadenze annuali previste sono:
- 31 marzo: risposta prevista entro il 30 giugno;
- 15 luglio: risposta prevista entro il 30 ottobre;
- 30 novembre: risposta prevista entro il 31 dicembre.
Nel caso riportato, la domanda di certificazione risulta regolarmente accolta, e ciò fa presumere che il cittadino otterrà la liquidazione con arretrati. Tuttavia, sarà necessario ancora un po’ di pazienza, data la complessità e la tempistica di questa misura.