Nel 2026 si potrà andare in pensione con Quota 41? Come canta Tiziano Ferro con il brano Alla mia età: “E mi sento come chi sa piangere ancora alla mia età e ringrazio sempre chi sa piangere di notte alla mia età. E vita mia che mi hai dato tanto, amore, gioia, dolore, tutto, ma grazie a chi sa sempre perdonare sulla porta alla mia età”.
Per tutti quanti noi arriva un punto della vita in cui si iniziano a tirare le somme, guardando al passato e volgendo uno sguardo al futuro.
Lo sanno bene tutti quei lavoratori che, dopo aver trascorso la maggior parte della propria esistenza tra turni, impegni e sacrifici, iniziano a chiedersi se sia finalmente arrivato il momento di staccare la spina e dedicarsi alla cura dei propri affetti, della propria salute e dei propri interessi personali.
In tale ambito si inserisce la pensione che, per molti, rappresenta non solo un diritto, ma un traguardo importante, simbolo di un percorso lungo e spesso faticoso.
Tuttavia, come ogni traguardo, per essere raggiunto richiede delle regole ben precise. Non basta avere alle spalle anni di lavoro e fatica per accedere a tale trattamento, bensì occorre rispettare determinati requisiti contributivi e anagrafici stabiliti dalla legge.
Lavoratori precoci e non solo: le strade possibili per un’uscita anticipata
Al momento è possibile andare in pensione all’età di 67 anni a patto di aver maturato almeno 20 anni di contributi. Esistono, inoltre, diverse soluzioni che consentono di uscire dal mondo del lavoro in anticipo, come la pensione anticipata ordinaria. Quest’ultima permette di accedere al trattamento pensionistico, a prescindere dal requisito anagrafico, una volta maturati 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.
Tale soglia è fissata a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Ma non solo, sono disponibili anche altre misure, come Ape Social, Opzione Donna e Quota 103. Proprio quest’ultima, dopo due anni di proroghe, non dovrebbe essere riconfermata per il prossimo anno, con il governo che starebbe valutando delle misure alternative, tra cui la possibilità di sfruttare il Tfr per andare in pensione prima.
Tra le ipotesi in ballo, inoltre, si annovera anche la possibilità di estendere Quota 41. A oggi, ricordiamo, Quota 41 per lavoratori precoci viene riconosciuta ai soggetti che hanno almeno 41 anni di contributi. E che abbiano versato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Ma non solo, i soggetti interessati devono rientrare in una delle seguenti categorie:
- disoccupato in seguito a licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
- riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%, che deve essere accertata dalle commissioni mediche competenti per il riconoscimento dell’invalidità civile;
- coloro che svolgono attività usuranti o gravose;
- soggetti che assistono e convivono da almeno sei mesi con il coniuge o un famigliare non autosufficiente.
Pensioni 2026: Quota 41 resta ma solo per chi ha compiuto questa età
Per coloro che non rientrano nelle categorie prima citate, a partire dal 2026 potrebbe essere introdotta Quota 41 flessibile.
Misura volta a favorire la flessibilità in uscita dei lavoratori con alle spalle una lunga carriera contributiva. Entrando nei dettagli si tratterebbe di una misura di anticipo pensionistico grazie a cui poter lasciare il mondo del lavoro a patto di aver maturato almeno 41 anni di contributi e rispettare la soglia minima di 62 anni di età.
I soggetti interessati, però, dovrebbero fare i conti con una penalizzazione sull’assegno pari al 2% per ogni anno di anticipo rispetto all’età di accesso alla pensione di vecchiaia, ad oggi fissata a 67 anni. Ci potrebbero, però, essere delle eccezioni.
In pratica coloro che hanno un Isee inferiore a 35 mila euro potrebbero andare in pensione senza penalizzazione. I soggetti che hanno un Isee più alto, invece, potrebbero andare comunque in pensione, ma con una decurtazione sull’assegno pensionistico. Una formula che consentirebbe al governo di mettere in campo delle nuove soluzioni per andare in pensione. Volgendo allo stesso tempo un occhio di riguardo ai conti pubblici.
Al momento comunque, è bene sottolineare, si tratta solo di un’ipotesi. Bisogna attendere le prossime mosse del governo per capire se troverà effettiva applicazione o resterà una semplice proposta teorica, mai tradotta in una riforma concreta.