Il sistema pensionistico italiano prevede criteri precisi per accedere alla pensione di vecchiaia. Non si tratta solo di raggiungere una determinata età anagrafica, ma anche di soddisfare specifici requisiti contributivi.
In questo scenario, un ruolo fondamentale è svolto dai cosiddetti contributi figurativi, spesso poco conosciuti ma determinanti per molti lavoratori.
Requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia
Secondo la normativa vigente, per ottenere il trattamento pensionistico di vecchiaia è necessario aver compiuto almeno 67 anni. Oltre all’età, occorre aver maturato almeno 20 anni di anzianità contributiva. Questo doppio requisito costituisce il punto di partenza per accedere al diritto alla pensione.
Il conteggio dei contributi non si limita ai soli versamenti effettuati durante l’attività lavorativa.
La legge consente, infatti, di includere anche i contributi figurativi, cioè quelli accreditati per determinati periodi non lavorati ma comunque riconosciuti come rilevanti ai fini previdenziali.
Che cosa sono i contributi figurativi?
I contributi figurativi rappresentano una forma di copertura previdenziale garantita dallo Stato in assenza di una retribuzione, quindi senza versamento effettivo da parte del lavoratore o del datore di lavoro. Vengono accreditati in situazioni particolari in cui il lavoratore, pur non svolgendo un’attività retribuita, si trova in una condizione tutelata.
Questa forma di contribuzione è particolarmente utile per raggiungere i 20 anni richiesti per la pensione di vecchiaia, soprattutto nei casi in cui la carriera lavorativa è stata discontinua o interrotta da eventi straordinari come malattie, infortuni o periodi di assistenza familiare.
Contributi figurativi in presenza di un rapporto di lavoro
Durante un’attività lavorativa regolarmente registrata, esistono specifiche situazioni in cui il lavoratore è assente dal lavoro ma continua a maturare anzianità previdenziale grazie alla contribuzione figurativa.
Tra queste circostanze, valide anche anche nel conteggio dei contributi necessari ai fini della pensione di vecchiaia, si possono annoverare:
- malattia – i giorni di assenza per motivi di salute, purché certificati, sono riconosciuti ai fini contributivi;
- infortuni sul lavoro – anche in questo caso, il periodo di assenza è coperto senza costi aggiuntivi per il lavoratore;
- congedo di maternità e parentale – le assenze dovute alla nascita di un figlio, sia obbligatorie che facoltative, rientrano nel computo previdenziale;
- cassa integrazione guadagni (CIG) – le sospensioni o riduzioni dell’orario di lavoro riconosciute a livello contrattuale permettono l’accredito automatico dei contributi;
- permessi 104 e congedi per assistenza a familiari disabili – previsti dalla legge 104/1992, tali periodi sono inclusi nel calcolo della contribuzione utile.
In tutte queste circostanze, il lavoratore mantiene il diritto alla copertura pensionistica anche in assenza di una retribuzione diretta.
Contributi figurativi senza rapporto di lavoro validi per la pensione vecchiaia
Anche al di fuori di un rapporto di lavoro attivo, è possibile ottenere il riconoscimento di contributi figurativi in determinate situazioni. Tra queste si evidenziano:
- disoccupazione indennizzata con NASpI – i periodi in cui il lavoratore percepisce l’indennità di disoccupazione sono coperti da contribuzione figurativa;
- maternità al di fuori dell’ambito lavorativo – in presenza di specifici requisiti, anche le madri che non sono impiegate in quel momento possono ottenere l’accredito figurativo per i mesi successivi al parto;
- servizio militare obbligatorio – il tempo prestato in leva, ormai non più in vigore ma obbligatorio per le generazioni passate, viene considerato valido ai fini previdenziali.
Queste condizioni ampliano le possibilità di raggiungere i 20 anni di contributi minimi necessari per accedere alla pensione di vecchiaia, rappresentando una forma di tutela per chi ha interrotto il percorso lavorativo in modo temporaneo o involontario.
Come avviene l’accredito dei contributi figurativi
Il riconoscimento della contribuzione figurativa può avvenire in due modalità: automatica o su richiesta. In molti casi, l’accredito è effettuato d’ufficio dall’INPS, senza che il lavoratore debba fare nulla. È il caso, ad esempio, della malattia certificata o della cassa integrazione autorizzata.
In altri contesti, invece, è necessaria una domanda formale da parte dell’interessato. È il caso, ad esempio, del servizio militare o della maternità svolta al di fuori del lavoro. In queste circostanze, è fondamentale che il soggetto interessato presenti tutta la documentazione necessaria per il riconoscimento dei periodi da parte dell’INPS.
I contributi figurativi nel percorso previdenziale per la pensione vecchiaia
La presenza dei contributi figurativi nel sistema previdenziale italiano rappresenta uno strumento di grande rilevanza sociale. Permette di riconoscere e valorizzare periodi di vita in cui, pur in assenza di attività lavorativa retribuita, la persona ha affrontato situazioni protette o di particolare valore sociale.
Per molte categorie di lavoratori, soprattutto per chi ha avuto carriere discontinue, questi contributi risultano decisivi per il raggiungimento del diritto alla pensione di vecchiaia. Senza questa possibilità, numerosi individui rischierebbero di rimanere esclusi dal sistema previdenziale, pur avendo accumulato esperienze lavorative e contributive importanti.
Riassumendo
- Per la pensione di vecchiaia servono 67 anni e 20 anni di contributi.
- I contributi figurativi aiutano a raggiungere i requisiti anche senza versamenti diretti.
- Malattia, maternità, cassa integrazione coprono contributivamente durante il lavoro.
- NASpI, maternità extra-lavorativa e servizio militare contano senza rapporto di lavoro.
- Alcuni contributi figurativi sono automatici, altri richiedono domanda all’INPS.
- I contributi figurativi valorizzano periodi tutelati, favorendo l’accesso alla pensione.