Occhio ai requisiti per non pagare le tasse e i controlli del Fisco italiano sulle pensioni in Grecia. Come canta Samuele Bersani con il brano Giudizi Universali: “Leviamo via il tappeto e poi mettiamoci dei pattini per scivolare meglio sopra l’odio. Torre di controllo, aiuto, sto finendo l’aria dentro al serbatoio”.
La vita è piena di imprevisti e prima o poi può capitare a tutti di maturare il desiderio di cambiare qualcosa, pur di di dare una vera e propria svolta alla propria esistenza.
Lo sanno bene i tanti pensionati che ogni anno si trasferiscono all’estero per beneficiare di alcuni interessanti vantaggi fiscali.
Una decisione indubbiamente importante, che non può però essere fatta a cuor leggero. Prima di preparare le valige, infatti, è opportuno valutare tutta una serie di fattori, come il contesto sociale, il clima, la sanità e, ovviamente, anche le tasse. Proprio soffermandosi su quest’ultime è bene sapere che diverse sono le mete che si rivelano essere dei veri e propri paradisi fiscali per i pensionati italiani, come ad esempio la Grecia.
Pensione in Grecia: i requisiti per non pagare le tasse e i controlli del Fisco italiano
Tra i Paesi più amati e apprezzati al mondo, la Grecia riesce a stupire tutti quanti con i suoi paesaggi mozzafiato, storia e tradizioni. Se tutto questo non bastasse, si tratta di un Paese che offre anche alcuni interessanti vantaggi fiscali.
In particolare i pensionati che decidono di trasferirsi in Grecia hanno diritto a una tassazione del 7% sui trattamenti di natura estera per ben quindici anni. Questo purché rispettino determinati requisiti.
Entrando nei dettagli i soggetti interessati devono avere residenza fiscale in Grecia per almeno 183 giorni all’anno e dimostrare di non essere stati residenti nel Paese in questione per cinque dei sei anni antecedenti a quello in cui si chiede di beneficiare del regime agevolato.
Ma non solo, bisogna essere iscritti all’AIRE, oltre ovviamente a compilare tutta la modulistica necessaria ad ottenere l’accredito dell’assegno pensionistico sul proprio conto corrente estero. Onde evitare di avere problemi con il Fisco, inoltre, bisogna dimostrare che il centro dei propri interessi patrimoniali e familiari sia in Grecia. Le autorità italiane, infatti, effettuano continuamente controlli per scovare eventuali furbetti.
Ad esempio può destare più di qualche sospetto il caso di un soggetto che abbia ancora casa in Italia, utilizzi il bancomat italiano oppure i figli vadano ancora a scuola nel nostro Paese. Elementi che possono far pensare ad un finto trasferimento di residenza. È necessario, invece, superare i 183 giorni reali di residenza in Grecia e avere anche coerenza nelle scelte patrimoniali e personali. In caso contrario si rischia di fare i conti con delle pesanti sanzioni
Chi non ha diritto alla tassazione al 7%
È importante inoltre sapere che non tutti possono beneficiare della tassazione flat al 7%. In base a quanto stabilito dalla Convenzione bilaterale, infatti, gli ex dipendenti pubblici italiani restano tassabili nel nostro Paese.
A tal proposito, come riportato su Fisco Oggi:
“Le pensioni e le altre remunerazioni analoghe, pagate a un cittadino italiano residente in Grecia in relazione a un cessato impiego, sono imponibili soltanto in tale Stato (articolo 18 della Convenzione tra Italia e Grecia contro le doppie imposizioni). Fanno eccezione a tale regola le pensioni pagate per l’esercizio in Italia di funzioni pubbliche, tassate solo nel nostro Paese. Tali pensioni, tuttavia, sono imponibili solo in Grecia se il contribuente, oltre alla residenza, ha anche la nazionalità greca (articolo 19, paragrafo 2, della Convenzione). In caso di reddito tassato in Grecia, per ottenere, se spettante, la detassazione della pensione italiana, è necessario chiedere all’ente erogante di non effettuare ritenute alla fonte sulla pensione. A tal fine, va presentato il modello EP, vidimato dall’autorità fiscale greca”.