Pensione a 70 Anni? Una Scelta Rischiosa per Tutti

Esperienza contro vigore: spostare la pensione a 70 anni significa aumentare l'età media di chi lavora. A quale costo per l'economia e la società?
3 mesi fa
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pensione
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Andare in pensione a 70 anni come vorrebbero le ultime proposte di riforma significa, ribaltando la prospettiva di analisi, lavorare fino a quell’età. Sembra banale detto così ma non lo è affatto. Non si tratta solo di chiederci se siamo troppo vecchi per andare in pensione ma, forse, sarebbe il caso di domandarci e a 70 anni siamo “troppo vecchi” per lavorare. E che cosa questo comporta. In termini di servizi, efficienza e ricambio generazionale. Quali sono i rischi, non solo per il lavoratore che deve aspettare 70 anni per la pensione ma per chi si rapporta a lui come cliente o paziente a seconda della professione?

“Gentile Redazione di InvestireOggi,

ho letto con interesse le recenti notizie riguardanti la proposta di legge che intende aumentare l’età pensionabile a 70 anni, introducendo per i dipendenti pubblici la pensione a domanda a 65 anni anziché automatica.

Questa iniziativa mi ha spinto a riflettere sulle possibili implicazioni non solo per i lavoratori, ma anche per tutti noi che usufruiamo dei servizi offerti da professioni chiave come medici, insegnanti e altre figure del settore pubblico.

L’Esperienza vs. La Forma Fisica e Mentale

Non c’è dubbio che l’esperienza sia un valore aggiunto in molte professioni. Un medico con decenni di pratica alle spalle o un insegnante che ha seguito generazioni di studenti possiede un bagaglio di conoscenze e competenze inestimabile. Tuttavia, non possiamo ignorare che con l’avanzare dell’età possono insorgere limitazioni fisiche, un rallentamento dei riflessi e una diminuzione della lucidità mentale.

In settori dove la prontezza e l’aggiornamento continuo sono cruciali, queste limitazioni potrebbero avere conseguenze significative. Pensiamo a un chirurgo di 70 anni che deve affrontare un intervento complesso o a un insegnante che deve gestire classi sempre più eterogenee e dinamiche. La domanda sorge spontanea: fino a che punto l’esperienza può compensare il naturale declino fisico e mentale legato all’età?

Impatto sui Lavoratori e sulla Qualità dei Servizi

L’aumento dell’età pensionabile a 70 anni potrebbe rappresentare un peso non indifferente per i lavoratori, costretti a prolungare la loro vita lavorativa ben oltre i limiti attuali.

Questo potrebbe portare a un aumento dello stress, dell’insoddisfazione professionale e, in ultima analisi, a un calo della produttività.

Ma le ripercussioni non si fermano qui. La qualità dei servizi offerti ai cittadini potrebbe risentirne, soprattutto in settori dove l’interazione umana e l’aggiornamento costante sono fondamentali. Un corpo docente invecchiato potrebbe avere difficoltà ad adattarsi alle nuove tecnologie didattiche, mentre un personale sanitario non più al massimo delle proprie capacità potrebbe compromettere l’efficacia delle cure.

Rischi per la Società e l’Economia

Non da ultimo prolungare l’età lavorativa potrebbe anche avere effetti negativi sull’occupazione giovanile. Anche in questo caso può sembrare un discorso banale se ridotto all’osso. Se “i vecchi” lavorano, allora i giovani, o almeno PIU’ giovani, stanno a casa. E’ un bene o un male? I giovani potrebbero trovare meno opportunità lavorative, bloccati dall’assenza di turnover. Questo stallo potrebbe alimentare fenomeni come la fuga di cervelli verso l’estero, impoverendo ulteriormente il nostro tessuto sociale ed economico.

Inoltre, una forza lavoro più anziana potrebbe comportare maggiori costi per il sistema sanitario nazionale, a causa dell’aumento delle malattie professionali e delle esigenze di assistenza medica.

In un mondo in cui si lavora fino a 70 anni…

Ecco spero che prima di prendere questa decisione sulla pensione a 70 anni o più, i signori che ci governano si proiettino in un mondo in cui il medico, il maestro e così via hanno questa età. Alla luce di queste considerazioni, l’idea di innalzare l’età pensionabile a 70 anni appare rischiosa e potenzialmente controproducente.

È fondamentale trovare un equilibrio che tenga conto sia dell’importanza dell’esperienza sia delle limitazioni legate all’età avanzata. Investire sui giovani, favorire il turnover e garantire una pensione dignitosa a un’età ragionevole potrebbero essere strategie più efficaci per il benessere dei lavoratori e della società nel suo complesso.

Spero che questa riflessione possa contribuire al dibattito pubblico su un tema tanto delicato quanto cruciale per il futuro del nostro Paese.

Cordiali saluti,

Un Lettore Preoccupato”

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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