Pensione a 70 anni, la misura non decolla: flop annunciato o scelta strategica?

La possibilità di restare al lavoro fino a 70 anni non convince la Pubblica Amministrazione, che sceglie il ricambio.
1 mese fa
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pensione a 70 anni
Foto © Investireoggi

L’opportunità di estendere la pensione a 70 anni, introdotta con l’ultima legge di Bilancio, sembra non aver incontrato il favore sperato all’interno della Pubblica Amministrazione.

Nonostante il provvedimento puntasse a valorizzare le professionalità più esperte per garantire continuità e supporto ai nuovi assunti, molte amministrazioni centrali e locali stanno preferendo non applicare questa opzione. La pensione a 70 anni, dunque, rimane perlopiù una possibilità teorica, più che una concreta scelta gestionale.

Il quadro normativo della pensione a 70 anni: una possibilità, non un diritto

La norma in questione, introdotta dalla manovra finanziaria in vigore, consente alle amministrazioni pubbliche di trattenere in servizio una quota limitata di personale, sia dirigente che non dirigente, fino al settantesimo anno d’età.

Tale opzione può essere esercitata esclusivamente per finalità specifiche, come il tutoraggio dei nuovi ingressi o il presidio di funzioni difficilmente sostituibili.

Non si tratta, tuttavia, di un diritto del lavoratore, bensì di una facoltà attribuita al datore di lavoro pubblico. Spetta quindi all’amministrazione decidere, secondo criteri di utilità e funzionalità, se trattenere o meno determinati dipendenti che abbiano già superato i 67 anni di età (attuale età per la pensione di vecchiaia).

La legge impone inoltre che solo il personale valutato con performance “ottima” o “eccellente” possa essere considerato per questa estensione del servizio. Resta naturalmente imprescindibile il consenso del lavoratore coinvolto.

La risposta delle amministrazioni: pochi casi di applicazione

Nonostante le intenzioni normative, la realtà amministrativa restituisce un quadro di scarsa adesione. Numerose strutture pubbliche hanno deciso di non avvalersi della possibilità di allungare la permanenza in servizio dei propri dipendenti, preferendo lasciar spazio a nuove assunzioni e al ricambio generazionale.

Ad esempio, il Ministero della Giustizia ha scelto di autorizzare il trattenimento in servizio solo fino al limite di 68 anni, al di sotto della soglia massima consentita dalla norma. Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), guidato da Francesco Lollobrigida, ha invece deliberato di non applicare in alcun modo questa misura, né per il personale dirigente né per quello non dirigente.

Stessa decisione è stata presa anche dal Ministero dell’Interno e da quello dell’Università e della Ricerca: nessun piano è stato previsto per estendere il lavoro oltre i 67 anni . Il messaggio, quindi, è chiaro: la pensione a 70 anni non rappresenta una priorità gestionale per queste amministrazioni.

L’eccezione Inps: trattenimento limitato

Una posizione parzialmente diversa è quella dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. L’Inps ha dichiarato che farà uso della misura, ma in modo estremamente contenuto. In luogo del 10% delle capacità assunzionali previste dalla legge, l’ente previdenziale si limiterà ad applicare la misura al 2%.

Questo approccio conferma l’impostazione prudente che caratterizza l’intera Pubblica Amministrazione italiana rispetto alla questione della pensione a 70 anni. Anche laddove si riconosce l’utilità di mantenere in servizio le risorse più esperte, l’orientamento generale sembra quello di limitare il ricorso a questa possibilità.

Le motivazioni della scarsa adesione alla pensione a 70 anni

Le ragioni di questa diffidenza sono molteplici.

Da un lato, c’è la volontà di favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro pubblico, obiettivo prioritario per diverse amministrazioni, anche in vista della digitalizzazione e della modernizzazione dei processi. Il trattenimento in servizio dei dipendenti anziani, seppur validi e con esperienza consolidata, potrebbe rallentare questo processo di rinnovamento.

Dall’altro lato, le complesse dinamiche legate alla valutazione delle performance e al consenso richiesto da parte del lavoratore rendono difficile una gestione fluida della misura. L’introduzione di criteri selettivi, come l’eccellenza nella valutazione, restringe ulteriormente la platea dei potenziali beneficiari, rendendo la pensione a 70 anni un’eccezione piuttosto che una regola.

Un calo delle uscite anticipate

Nel frattempo, i dati rilevati dall’Inps mostrano un altro fenomeno significativo. Nei primi tre mesi del 2025, le uscite anticipate dalla Pubblica Amministrazione hanno subito un netto calo. Secondo le statistiche aggiornate al 2 aprile, solo 8.014 dipendenti pubblici hanno optato per un prepensionamento, segnando una diminuzione del 33,85% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Questo dato indica un rallentamento del turnover nella PA, con implicazioni rilevanti sia per l’organizzazione interna delle amministrazioni sia per la sostenibilità del sistema previdenziale. Se da un lato non si prolunga la permanenza in servizio fino ai 70 anni, dall’altro si riduce anche l’anticipo delle uscite. Il risultato è un potenziale rallentamento nei piani di assunzione e un aumento della pressione sulle risorse già in organico.

Pensione a 70 anni: opportunità o freno al ricambio?

L’introduzione della pensione a 70 anni per gli statali, così come prevista dalla legge, rappresenta un esperimento ancora in fase embrionale. I margini applicativi sono ampi, ma le scelte politiche e gestionali delle amministrazioni indicano una preferenza per soluzioni più orientate al rinnovamento che alla conservazione dell’esistente.

In un contesto dove le sfide della digitalizzazione, dell’efficienza e della trasparenza amministrativa richiedono nuove competenze, l’inserimento di giovani professionalità appare una scelta strategica condivisa. In questa prospettiva, il trattenimento degli over 67 potrebbe essere visto più come un’eccezione di valore tecnico che come una politica strutturale.

Riassumendo

  • La pensione a 70 anni non trova applicazione diffusa nella Pubblica Amministrazione.
  • La legge consente, ma non obbliga, il prolungamento fino a 70 anni.
  • Solo i dipendenti con performance eccellenti possono essere trattenuti oltre i 67 anni.
  • Ministeri e enti principali rinunciano al trattenimento per favorire il ricambio generazionale.
  • L’Inps applicherà la misura solo in forma molto limitata.
  • Calano le uscite anticipate nella PA, segnale di un rallentamento nel turnover.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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