L’atteso via libera della CONSOB, la Commissione di vigilanza sulle società quotate in borsa, è arrivato come previsto nella giornata di ieri. E adesso è ufficiale: l’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) lanciata da Monte Paschi di Siena sul 100% del capitale Mediobanca prenderà il via lunedì 14 luglio e si concluderà l’8 settembre. L’istituto guidato da Luigi Lovaglio ha deciso di sfruttare tutti i 40 giorni massimi di borsa per tentare la conquista di Piazzetta Cuccia. Per ogni 1 azione portata in adesione dai soci di questa, Siena offrirà 2,533 azioni proprie. Il suo Consiglio di Amministrazione ha già deliberato l’aumento di capitale a copertura dell’operazione per 13,3 miliardi di euro.
Giallo su soglia minima
L’obiettivo ufficiale è la conquista del 66,7% delle azioni Mediobanca. Tuttavia, Lovaglio si accontenterebbe della maggioranza assoluta. Per la Banca Centrale Europea è possibile anche una percentuale inferiore al 50% per il buon esito dell’operazione. Ma se l’OPS di Monte Paschi si fermasse sotto a tale soglia, l’utilizzo di 1,2 miliardi di crediti fiscali (DTA) verrebbe meno. Ad ogni modo, si vocifera che la soglia minima al di sotto della quale verrebbe sancito il flop sarà fissata al 45%.
Quali saranno i prossimi passi? Monte Paschi pubblicherà a breve un documento in cui tra le altre cose fisserà proprio la soglia minima per la buona riuscita dell’OPS. Dopodiché il CDA di Mediobanca farà le sue valutazioni, che certamente saranno ancora una volta negative. Dal 14 luglio gli azionisti della seconda potranno portare i titoli posseduti in adesione. Si parte già da un buon nucleo attorno al 30%, visto che Delfin (holding della famiglia Del Vecchio) è al 19,81% e Francesco Gaetano Caltagirone al 9,98%. I due sono anche principali soci di Siena dopo il Tesoro. E particolarmente il secondo è considerato il regista dell’operazione.
Fuga dal patto in Mediobanca
Intanto, nel capitale di Mediobanca si registrano movimenti clamorosi. Mediolanum ha azzerato la sua quota del 3,5% e Gavio l’ha ridotta dallo 0,82% allo 0,62% fino a ieri, quando risulta dalle ultime comunicazioni avere venduto altre 650.000 azioni. E Vittoria Assicurazioni aveva già venduto l’intera partecipazione dello 0,27%. Trattandosi di soci facenti parte del patto di consultazione, questi scende dall’11,6% sotto l’8%. Una cattiva notizia per il CEO Alberto Nagel, dato che s’indebolisce il nucleo attorno al quale si è retto ad oggi l’ex salotto buono della finanza.
E il mercato cosa dice? Al termine della seduta di ieri, il titolo Monte Paschi quotava 7,03 euro e il titolo Mediobanca 18,50 euro. Moltiplicando il primo per 2,533, il concambio previsto dall’OPS di Monte Paschi, otteniamo circa 17,80 euro, vale a dire un risultato a sconto del 3,7% rispetto al valore di borsa attuale di Mediobanca. Questo significa che per almeno pareggiare le valutazioni del mercato, Lovaglio dovrebbe offrire altri 570 milioni di euro o alzando il concambio o tramite un’offerta aggiuntiva cash o in entrambi i modi.
OPS Monte Paschi, sconto dimezzato con addio Mediolanum
C’è da dire che lo sconto si aggirava fino all’8% nelle sedute precedenti all’annunciato addio di Mediolanum. Segno che il mercato stia rivendendo in termini più positivi l’OPS di Monte Paschi, facendo perdere appeal speculativo al titolo Mediobanca.
Resta sempre possibile un rilancio di Siena per attirare le maggiore adesioni possibili. Considerate che il successo dovrà emergere entro luglio, perché in agosto gli scambi si rarefanno per via del clima vacanziero. Nagel spera in cuor suo che i soci non abbocchino e siano attratti dal suo piano di distribuzione di 4,9 miliardi in tre anni, di cui 4,5 miliardi di dividendi e 400 milioni tramite buyback.