Borsa americana ai nuovi massimi storici, mentre in aprile sembrava che dovesse venire giù il mondo. L’annuncio dei dazi da parte dell’amministrazione americana aveva scosso i mercati e Wall Street era entrata nella fase “orso”. Ci è rimasta per qualche settimana, risalendo in fretta sull’ottimismo degli investitori per gli accordi commerciali tra Stati Uniti e resto del mondo. Proprio in quelle settimane, i media coniarono un termine per descrivere la situazione: TACO. Non fatevi fuorviare, non si tratta delle famose tortillas messicane. E’ un acronimo che sta per “Trump always chickens out”. Un’espressione gergale che potremmo tradurre come “Trump cede/se la fa sempre sotto”.
Borse dal crollo ai nuovi massimi
Si iniziò a parlare di TACO – e il presidente americano non la prese affatto bene – quando la Casa Bianca si rimangiò una dopo l’altra le misure annunciate il 2 aprile. Accadeva che gli indici azionari andarono in profondo rosso e i rendimenti americani esplosero. Scattò l’allarme nel governo e ci furono grosse pressioni su Trump per ammorbidire toni e provvedimenti. Cosa che avvenne, ad esempio, concedendo due tre mesi di tempo agli stati stranieri per trattare. E la scadenza è stata ulteriormente rinviata all’1 agosto tra gli altri per l’Unione Europea.
Quando Trump ha annunciato nei giorni scorsi che i dazi sulle importazioni dall’UE saranno al 30%, sui mercati non c’è stato panico. Anzi, Piazza Affari ha anche chiuso in rialzo la prima seduta dopo la lettera inviata a Bruxelles. Sarebbe proprio l’effetto TACO a far mantenere la calma. Tutti si aspettano che la realtà dei fatti sarà molto meno cruenta degli annunci. Insomma, Trump farà un passo indietro anche questa volta. C’è un problema: se la borsa americana è ai massimi e i rendimenti del Treasury restano grosso modo sotto controllo, perché mai Trump dovrebbe indietreggiare?
Scontro anche sui tassi FED
C’è un altro capitolo che rischia di riservarci cattive sorprese. Trump pretende il taglio dei tassi di interesse dalla Federal Reserve. Continua a tuonare contro il governatore Jerome Powell, oggetto di numerosi epiteti. I mercati hanno smesso di preoccuparsi troppo della questione. Credono che ormai lascerà che il mandato scada tra pochi mesi per rimpiazzare Powell con un uomo di fiducia. Ma proprio l’assenza di panico e le buone condizioni di salute dell’economia americana potrebbero indurre Trump ad andare “all in” sui tassi. Visto che l’inflazione resta contenuta, pur in rialzo, perché non osare?
Niente TACO con mercati tranquilli
Chi crede nel TACO, rischia di scottarsi.
Un po’ come pretendere che i governi italiani siano oculati nella gestione dei conti pubblici se non ci fossero lo spread e l’UE a controllare. La Commissione europea confidava proprio nei mercati per spuntare condizioni commerciali quanto migliori possibili. E agli inizi sembrava funzionare. Ora che le acque si sono calmate, ecco che Trump ha alzato la posta in gioco.
Se da qui all’1 agosto non ci saranno scossoni in borsa, difficile che farà retromarcia.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

