“I lavori flessibili non sono veri lavori. Test: vai in banca a chiedere un mutuo. Se fai un lavoro flessibile, non te lo danno“, afferma Daniele Luttazzi, in Bollito misto con mostarda. Purtroppo, nella realtà dei fatti, è davvero così. Riuscire a ottenere un mutuo nel caso in cui non si svolga un lavoro da dipendente con contratto a tempo indeterminato è davvero molto difficile.
In particolare, a riscontrare delle serie difficoltà ad accedere a tale forma di credito sono i lavoratori autonomi con partita Iva. Questo avviene perché le banche richiedono delle garanzie prima di approvare l’erogazione di un mutuo. Una garanzia che, purtroppo, un lavoro flessibile non è grado di dare. Fortunatamente, però, non è tutto perduto. Anche i titolari di partita Iva, in determinati casi, possono richiedere e ottenere il mutuo pur in assenza di busta paga. Ma come fare? Ecco come funziona.
Mutui senza busta paga: la partita IVA non basta mai?
La
investireoggi.it/dal-fotovoltaico-allascensore-i-nuovi-bonus-casa-2023-e-quelli-cancellati/” target=”_blank” rel=”noopener”>casa rappresenta il punto di riferimento per ognuno di noi. Il posto dove torniamo ogni sera dopo aver fatto i conti con i vari impegni della vita quotidiana e possiamo finalmente staccare la spina. Per questo motivo non stupisce che ognuno di noi voglia una casa tutta sua, in grado di rispecchiare i propri gusti personali e modo di essere. Un sogno che, per diventare realtà, necessita inevitabilmente di un esborso economico non indifferente.
Soldi di cui nella maggior parte dei casi non si dispone, tanto da dover richiedere un mutuo alla banca. Quest’ultima, dal suo canto, non concede tale forma di credito a tutti. Prima, infatti, effettua le opportune verifiche, volte ad accettarsi che il soggetto richiedente sia in grado di restituire quanto concesso. In caso contrario l’istituto di credito negherà l’erogazione del mutuo oppure chiederà delle garanzie. Ma di quali si tratta?
Lavoratori autonomi: garanzie per ottenere un mutuo
Ottenere un mutuo è molto più complesso di quello che si possa immaginare. Non basta andare in banca e farne richiesta. Bisogna bensì dimostrare di avere tutte le carte in regola per riuscire a tenere fede ai vari pagamenti. Un requisito che purtroppo, dal punto di vista di molte banche, non viene sempre pienamente soddisfatto dai liberi professionisti. Questo perché non in grado di dimostrare, tramite ad esempio una busta paga, che otterranno una certa entrata mensile per tutta la durata del mutuo. Da qui la necessità della banca di verificare, in prima battuta, che il titolare di partita Iva possa offrire determinate garanzie.
In particolare l’istituto di credito si accerterà che il libero professionista richiedente non abbia debiti pregressi e verificherà lo stato di forma dell’attività. Viene richiesto di mostrare l’andamento delle entrate dell’ultimo anno e soprattutto la banca chiede, quasi sempre, la nomina di un garante. Quest’ultimo, possibilmente, in possesso di una regolare busta paga. Unica eccezione sono i giovani con meno di 36 anni che posso accedere al
agenziaentrate.
gov.it/portale/acquisto-prima-casa-under-36/infogen-acquisto-prima-casa-under-36″ target=”_blank” rel=”noopener”> bonus prima casa, dove a fare da garante è lo stesso Stato. La banca accetta come forma di garanzia anche il possesso di uno o più immobili.