Monte Paschi punta sui crediti fiscali nell’OPS su Mediobanca, ma ha bisogno del 50%

Monte Paschi fissa al 35% la soglia minima per il buon esito dell'OPS in Mediobanca, ma per sfruttare i crediti fiscali punta al 50%.
2 settimane fa
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Crediti fiscali, Monte Paschi spera nel 50% di Mediobanca
Crediti fiscali, Monte Paschi spera nel 50% di Mediobanca © Licenza Creative Commons

E’ arrivato nella serata di ieri l’atteso documento con cui Monte Paschi di Siena ha comunicato la soglia minima per il buon esito dell’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) su Mediobanca. Sarà del 35% del capitale di quest’ultima, ben inferiore al 66,67% inizialmente ipotizzato e anche al 50% più un’azione, che rappresenta la stretta maggioranza assoluta. Si legge, infatti, che l’istituto ritiene di poter esercitare il “controllo di fatto” di Piazzetta Cuccia, data la composizione del capitale azionario. D’altra parte, la soglia individuata è in linea con quella indicata dalla Banca Centrale Europea (BCE) per avallare l’offerta di BPER ai soci della Popolare di Sondrio.

Come vedremo, però, i crediti fiscali impongono il raggiungimento del 50%.

Soglia del 50% necessaria per crediti fiscali

Nelle ore precedenti al comunicato era arrivato il via libera di CONSOB e Antitrust. L’iter delle autorizzazioni si è concluso e l’OPS prenderà il via lunedì 14 luglio per concludersi entro l’8 settembre. Se da un lato a Monte Paschi basterà raggiungere il 35% del capitale per conquistare Mediobanca, dall’altro le sarà necessario tendere almeno al 50% per sfruttare i crediti fiscali. Ed è qui che si apre un’importante partita per il CEO Luigi Lovaglio. In ballo ci sono 1,3 miliardi di euro di cosiddette “deferred tax assets” o dta.

Praticamente, Monte Paschi ha accumulato grosse perdite di bilancio nei passati 15 anni. Per questo vanta elevati crediti fiscali con lo stato italiano. Tuttavia, non può usarli per via della bassa base imponibile. L’integrazione con Mediobanca le consentirebbe di raggiungere livelli complessivi di utili più alti e, quindi, di effettuare le compensazioni previste. Il beneficio per il capitale sarebbe nell’ordine di 0,5 miliardi all’anno per i sei anni successivi.

Oltre agli 1,3 miliardi iscritti fuori bilancio, ci sono altri crediti fiscali per 1,6 miliardi per un totale di 2,9 miliardi.

Affinché tale utilizzo possa avvenire, però, è necessario il consolidamento sul piano fiscale, ossia che Monte Paschi detenga la maggioranza assoluta del capitale azionario di Mediobanca. Ecco, quindi, che la soglia di riferimento a tutti gli effetti resterà quella del 50%, al di sotto della quale i benefici derivanti dalle sinergie risulterebbero dimezzati. Lo si legge sempre nel documento di ieri.

Solidità patrimoniale legata alle adesioni

Tra le altre cose, la stessa Monte Paschi ha reso noto che, all’aumentare della quota detenuta, il CET 1 ratio fully loaded sale:

  • 17,8% con il 100%
  • 16,6% con il 66,67%
  • 16,2% con il 50%
  • 15,6% con il 35%

Considerate che al 31 marzo scorso Monte Paschi possedeva un CET 1 al 19,6%, tra i più alti nel panorama bancario italiano. Questo significa che le conviene attirare il maggior numero di adesioni. Alla chiusura delle contrattazioni di ieri, l’OPS risultava ancora a sconto del 3,9% rispetto alla valutazione del mercato circa il titolo Mediobanca. In teoria, ciò può frenare i soci di quest’ultima dall’aderire all’offerta senese. Ed ecco che per almeno pareggiare le valutazioni mancano all’appello 600 milioni di euro in forma o di un maggiore concambio e/o di un esborso cash aggiuntivo.

Crediti fiscali grossa partita nell’OPS

Lo sconto implicito si è dimezzato nelle ultime sedute, agevolando il rilancio da parte di Lovaglio. Spendere qualcosa di più oggi può significare spuntare una maggiore solidità patrimoniale in futuro. I crediti fiscali sono lì a dimostrare che la vera soglia minima a cui Siena ambisce resta del 50%. Una prospettiva che si fa più concreta dopo che il patto di consultazione, fino a poche settimane fa all’11,6%, si è disgregato con varie uscite, tra cui Mediolanum al 3,5%. E’ sceso ben sotto l’8%. Per il CEO Alberto Nagel la difesa si fa ogni giorno più dura.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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