Non conta solo lo stipendio. Anzi. Al momento, la possibilità di lavoro ibrido e di un buon bilanciamento tra vita personale e quella lavorativa sono i requisiti essenziali per accettare un nuovo lavoro o per trovare la giusta spinta a cambiare. Il mercato del lavoro si sta rimescolando senza sosta a causa delle tante dimissioni, un fenomeno che gli esperti hanno analizzato attentamente. Il risultato? Una nuova consapevolezza e mentalità del lavoro. La pandemia ci ha costretti ha riscoprire ciò che conta, oltre a orari di lavoro massacranti, straordinari non pagati e poche possibilità di flessibilità.

Oggi cerchiamo più che mai le soluzioni agili che ci permettono di trovare nuovo tempo per la famiglia e la vita privata. Il lavoro ibrido, ovvero qualche giorno in ufficio e qualche altro in remoto, sembra la soluzione ad hoc per la maggior parte dei lavoratori. Permette di non perdere troppo il contatto umano come avviene a volte con lo smart working continuativo, ma offre la giusta quantità di flessibilità. Scopriamo tutti i dettagli di un trend in crescita.

Nuove proposte di lavoro e maggiore consapevolezza

Sì, ormai è chiaro: non basta uno stipendio più alto per cambiare lavoro. Pare confermarlo il rapporto Decoding Global Talent, redatto a cura di Boston Consulting Group e The Network. Questo pone sotto la lente di ingrandimento il continuo evolvere dei desideri e delle necessità dei lavoratori. Quindi, dopo aver preso in considerazione 90mila persone in 160 Paesi del mondo, analizza i fattori che guidano la ricerca del lavoro e quelli che risultano demotivanti una volta iniziata la procedura di colloquio e proposta.

Prima di tutto, emerge una solida consapevolezza delle proprie capacità e del valore del proprio lavoro. In secondo luogo, come già accennato, aumenta il numero di persone in cerca di contratti che prevedano il lavoro ibrido per dare maggior tempo anche alla sfera privata.

Infine, sono essenziali le possibilità reali di fare carriera nel lungo termine, soprattutto in un mondo in cui l‘immobilismo colpisce duramente. Come ha chiarito Monia Martini, Emc People and Hr Operations Executive Director, al Forbes Italia:

“Ricercare e scegliere i talenti migliori è sempre più difficile. Le aziende oggi affrontano grandi sfide e tempi complessi, che richiedono talento e costante capacità di apprendimento a tutti i livelli. Ci si confronta spesso con professionisti ben consapevoli del proprio valore oltre che molto richiesti, ed è sempre più importante tener conto delle loro numerose esigenze”.

Ed effettivamente il 74% degli intervistati dichiara di ricevere più proposte di lavoro nel corso di un anno, mentre il 39% racconta di ricevere offerte addirittura ogni mese. Il risultato è chiaro: il 68% dei lavoratori nel campione si percepisce in una posizione di forza quando cerca lavoro.

Lavoro ibrido, tempo per la vita personale e riconoscimento delle skill acquisite: cosa si cerca in un nuovo lavoro

Tornando al lavoro ibrido e al cosiddetto work-life balance, ovvero l’equilibrio tra vita privata e carriera, il 69% degli intervistati (il 70% di quelli europei tra questi) ritiene siano due caratteristiche essenziali di un nuovo lavoro. L’ultimo, in particolare, è al primo posto nella classifica delle esigenze di un lavoratore. Riguarda in particolare i lavoratori tra i 30 e i 50 anni, ovvero fasce di età in cui è più comune avere figli e impegni familiari di grande importanza.

Verso i 60 anni, invece, torna la disponibilità nei confronti di lavori totalizzanti, purché siano riconosciute l’esperienza e le skill acquisite e vengano correttamente ripagate. L’offerta economica, quindi, torna a essere un requisito essenziale. A prescindere dall’età, il 60% degli intervistati desidera la possibilità di una forma di lavoro ibrido che consenta di lavorare da casa, o comunque da remoto, almeno per una parte della settimana.

Secondo la ricerca, inoltre, il 65% del campione globale e il 59% di quello europeo cercano un miglioramento nello stipendio e nei benefit. Al secondo e terzo posto si attestano l’avanzamento di carriera o una posizione con seniority più alta (28%). L’attenzione è più che mai rivolta al processo di selezione: i professionisti si aspettano modalità di reclutamento più adeguate ed efficienti. Il 52% del campione mondiale svela che rifiuta un’offerta senza troppi pensieri in caso di selezione un processo di selezione discutibile.

Serve più attenzione da parte di chi seleziona il personale

Insomma, è divenuto essenziale che chi si occupa della selezione del personale sia sempre aggiornato e utilizzi metodi puliti. Deve tenere conto non solo del curriculum del lavoratore, ma anche delle sue attitudini, del suo potenziale e della motivazione che dimostra. Il clima di rispetto reciproco e fiducia è divenuto conditio sine qua non. In più, come sottolineato da Monta Martini:

“In fase di selezione è importante tenere sempre a mente che ogni persona, anche la più focalizzata sulla sfera professionale, ha una vita privata e vuole poter pianificare il proprio tempo in termini di avanzamento di carriera ed economico. Specialmente in determinate fasce d’età. Anche i più giovani, interessati a vivere nuove esperienze e ottenere nuove competenze, non necessariamente attribuiscono minor valore a tutto ciò che non fa parte della dimensione strettamente professionale”.