Riscrivere le regole del mondo del lavoro italiano attuale: è questo lo scopo che si prefigge il decreto Lavoro 2023. Un documento con più di quaranta di articoli che ci si aspetta venga approvato in una delle riunioni del consiglio dei ministri che si terranno a breve. Oggi è un argomento caldo perché, pare, riuscita finalmente a cambiare diversi aspetti del mondo del lavoro, introducendo novità sui contratti a termine, bonus e agevolazioni per le assunzioni, oltre ad affrontare i cambiamenti del Reddito di Cittadinanza e delle uscite di prepensionamento.

È possibile che questo decreto faccia anche da apripista alle già preannunciate misure sul taglio del cuneo fiscale. Scopriamo meglio quali sono le novità in ambito strettamente lavorativo portate dal decreto Lavoro 2023.

Decreto Lavoro 2023: novità sui contratti a termine e sul decreto Trasparenza

Partiamo subito da uno degli argomenti chiave del decreto Lavoro 2023. Per quanto riguarda i contratti a termine, eliminerà alcuni paletti imposti dal decreto legge Dignità dei 5 Stelle risalente al 2018. Questo stabiliva che il contratto a termine poteva essere proposto senza causali per non più di 12 mesi. Inoltre, si poteva prorogare per altri 12 massimo, ma solo in presenza di causali, ovvero motivazioni regolate dalla legge riguardanti esigenze oggettive e temporanee di aumento dell’attività. Il nuovo decreto Lavoro 2023 lascia la libertà di stipulare i contratti temporanei per i primi 12 mesi, ma per prorogare dovranno esserci nuove casuali precise riferite a:

  • motivi di natura tecnica, organizzativa e produttiva rilevati da aziende e sindacati;
  • esigenze previste dai contratti;
  • esigenze di sostituzione di altri lavoratori.

Le aziende potranno così prolungare i contratti a termine da 12 a 24 mesi. Un ulteriore prolungamento fino ai 36 mesi è consentito, ma in questo caso l’azienda dovrà rivolgersi agli uffici territoriali del ministero del Lavoro. Questo decreto Lavoro interviene anche a gamba tesa sul decreto Trasparenza dell’anno scorso, cercando di snellire i tempi ed eliminare i vincoli per le aziende.

Queste ultime, quando assumono, non dovranno più consegnare tutti i documenti approfonditi sul rapporto di lavoro, ma potranno chiedere al lavoratore di consultare i contratti.

Incentivi e bonus per le assunzioni

In questi giorni si parla tanto anche di incentivi e bonus previsti dal decreto Lavoro 2023. Questi sono stati pensati per stimolare le assunzioni da parte delle aziende e dare un po’ di ricircolo al mercato del lavoro. Il primo incentivo riguarda le aziende che assumono a tempo indeterminato i beneficiari di sussidi economici, come il nuovo Reddito di Cittadinanza (che verrà diviso in Garanzia per l’inclusione e Garanzia per l’attivazione lavorativa), otterranno per i i primi due anni uno sgravio fino a 8 mila euro annui. Se l’assunzione è a termine, però, gli incentivi saranno dimezzati. Le agenzie private che troveranno un lavoro per ogni occupabile che riceve la Garanzia per l’attivazione lavorativa otterranno un premio da 1.200 a 2.400 euro.

Il decreto Lavoro 2023 include anche un bonus assunzioni under 30. Ideato per risolvere la situazione dei circa 3 milioni di giovani che non studiano e non lavorano, prevede che i datori di lavoro privati che assumono under 30 registrati al programma Iniziativa occupazione giovani otterranno uno sgravio pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. Il documento, inoltre, prevede strategie contro il caro badanti e colf dopo gli aumenti contrattuali scattati quest’anno: passa da 1.500 a 3.000 euro l’importo dei contributi deducibili per chi li assume.