I rincari per gli italiani non finiscono mai. La lista delle spese aggiuntive che dobbiamo pagare da qualche tempo a questa parte sembra infinita. E a quanto il nuovo anno non porterà dei risparmi. Anzi. Le famiglie che hanno bisogno dell’aiuto di badanti e colf a partire dal prossimo anno rischiano una stangata fino a 2mila euro. Tutta colpa dell’adeguamento automatico delle retribuzioni all’inflazione, il quale potrebbe scattare senza un’intesa tra i sindacati e le associazioni datoriali.

Si tratta di una situazione da monitorare con grande attenzione, dal momento che sono molte le famiglie italiane che ogni giorno hanno bisogno di un aiuto in casa. Vista la crisi economica attuale, il caro energia e l’imminente recessione, un’ulteriore stangata non sarebbe più gestibile.

Di conseguenza, le famiglie si potrebbero vedere costrette a ridurre le ore di lavoro richieste a badanti e colf, oppure – come sottolinea Il Sole 24 Ore, a far leva sul sommerso.

Aumenti colf, una badante a tempo pieno costerebbe 125 euro in più al mese

Fidaldo, la Federazione italiana dei datori di lavoro domestico, calcola un aumento di circa 125 euro al mese per una badante a tempo pieno. Se si calcolano poi ferie, tredicesima e Tfr, allora l’aumento su base annua arriverebbe a quota 2mila euro. Una cifra davvero folle, che potrebbe anche scoraggiare le famiglie ad assumere una colf per l’aiuto domestico.

Alla luce della situazione attuale, il contratto prevede che in assenza di accordo con i sindacati scatti in automatico. “Un adeguamento all’inflazione pari all’80% dell’indice dei prezzi di novembre”, sottolinea Il Sole 24 Ore nell’approfondimento odierno.

Posto che al momento ci si attesta intorno all’11,8%, l’aumento dello stipendio di badanti, dopo il bonus da 150 euro, sarebbe superiore del 9% (9,44% per l’esattezza). Ma non è tutto, perché nel caso la famiglia si debba occupare di una persona non autosufficiente, l’aumento in un solo anno raggiungerebbe i 3mila euro.

Così i costi complessivi sfiorerebbero i 30mila euro all’anno.

L’adeguamento della pensione è insufficiente

Purtroppo l’adeguamento della pensione non basterà a compensare l’aumento superiore al 9% delle retribuzioni per badanti e colf. Questo vale sia per chi recupererà il 7,3%, cioè chi percepisce una pensione fino a quattro volte il minimo, sia a maggior ragione per chi beneficerà di un adeguamento del 2,55% (previsto per le pensioni d’importo superiore a dieci volte il minimo).

Le conseguenze? In primis la riduzione del budget per l’assistenza familiare, con molte donne che si vedrebbero costrette a rinunciare al loro lavoro. In secondo luogo c’è il rischio di veder crescere il sommerso, un’eventualità neanche troppo remota e che andrebbe a tutto svantaggio del personale domestico.

L’augurio di Assindatcolf è che si arrivi a un accordo con i sindacati per spalmare l’adeguamento dell’inflazione sull’intero anno e non già da gennaio. Inoltre, l’associazione è in pressing sul Governo per ottenere una deduzione per la spesa relativa a badanti e colf, così da contrastare il fenomeno del sommerso.